MILANO (MF-DJ)--Wall Street rimbalza dopo il recente selloff innescato dalla lettura superiore alla attese dell'inflazione Usa che ha alimentato i timori di una stretta monetaria della Fed. Il Dow Jones avanza dell'1,41%, l'S&P 500 dell'1,31% e il Nasdaq Composite dello 0,72%.

Un altro campanello d'allarme sulle dinamiche inflazionistiche è arrivato però dai prezzi di fabbrica. I prezzi alla produzione per la domanda finale negli Usa sono cresciuti dello 0,6% a livello mensile ad aprile, battendo il consenso degli economisti (+0,3% m/m). Sempre ad aprile, i prezzi alla produzione core sono saliti dello 0,7% (+0,2% m/m il consenso) e quelli per consumi personali sono aumentati dello 0,7%.

Capital Economics ritiene però che l'ampio rally dei prezzi delle materie prime si invertirá entro la fine dell'anno, quindi la pressione al rialzo sull'inflazione nelle economie avanzate dovrebbe essere temporanea. Simon MacAdam, economista globale senior di Capital Economics, puntualizza che "i prezzi delle materie prime tendono ad avere un impatto limitato sui prezzi dei beni e dei servizi principali".

Tuttavia vi è ancora un chiaro rischio di una ripresa piú sostenuta dell'inflazione, soprattutto se persistono le carenze.

"Il problema principale che vediamo è che le valutazioni in molte parti del mercato sono alte", commenta Salman Baig, un gestore di investimenti multiasset presso Unigestion. La prospettiva di accelerazione della crescita dell'indice dei prezzi al consumo sta inducendo gli investitori a mettere in dubbio le valutazioni dei titoli. "Quando si ha un'inflazione in aumento, i flussi di cassa futuri iniziano a dover essere aggiustati", spiega Baig.

"Le persone cercano un posto sicuro dove superare la tempesta". Il rialzo deciso dell'inflazione Usa "ha sorpreso alcuni membri della Fed, i quali però, almeno per adesso, non hanno fatto trapelare preoccupazione", aggiungono gli strategist di Mps Capital Services. "Questo potrebbe contribuire a far risalire i tassi nominali Usa verso e oltre i massimi dello scorso marzo anche considerato che il picco dell'inflazione lo dobbiamo ancora vedere".

Tornando ai dati macroeconomici, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti (dato destagionalizzato) sono diminuite di 34.000 unitá a quota 473.000. Il consenso raccolto dal Wall Street Journal si attendeva un dato a quota 500.000 unitá. Il numero di sussidi continuativi al 1* maggio, infine, è sceso di 45.000 unitá a quota 3,655 mln.

Il costante calo delle richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti negli ultimi mesi "suggerisce che il rapporto sui payroll di aprile ha sottovalutato il miglioramento del mercato del lavoro", afferma Gus Faucher, capo economista del PNC Financial Services Group. "Una combinazione di interruzioni della catena di approvvigionamento in alcuni settori, problemi di aggiustamento stagionale e problemi di offerta di lavoro ad aprile ha pesato sulla crescita dell'occupazione", spiega l'economista. Il numero di aprile "dovrebbe essere rivisto al rialzo e la crescita dell'occupazione di maggio sará molto forte", prevede Faucher.

alb

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May 13, 2021 12:46 ET (16:46 GMT)