Le azioni australiane hanno chiuso in leggero ribasso martedì, con perdite nei titoli del settore sanitario che hanno contrastato i guadagni delle banche e dei minatori, dopo che il gigante delle biotecnologie CSL ha esteso le perdite, mentre gli investitori hanno atteso i dati sull'inflazione degli Stati Uniti per avere chiarezza sulla tempistica dei tagli dei tassi d'interesse.

L'indice S&P/ASX 200 ha chiuso in ribasso dello 0,2% a 7.603,60. Il benchmark è sceso dello 0,4% lunedì.

L'attenzione degli investitori è rivolta al cruciale rapporto sull'indice dei prezzi al consumo (CPI) di gennaio, atteso in giornata, in quanto potrebbe contribuire a delineare le prospettive dei tassi della Federal Reserve e a determinare la tempistica dei tagli dei tassi d'interesse.

In Australia, un sondaggio ha mostrato che il sentimento dei consumatori è rimbalzato ai massimi di 20 mesi a febbraio, sostenuto da un rallentamento dell'inflazione, che ha alimentato le speranze che i tassi di interesse abbiano finalmente raggiunto il picco.

Tuttavia, la banca centrale ha ribadito che, sebbene l'inflazione stesse rallentando, era ancora troppo alta e ci sarebbe voluto del tempo per tornare alla fascia target.

I titoli del settore sanitario hanno guidato le perdite dell'indice di riferimento, con un calo dell'1,6%.

Il gigante delle biotecnologie CSL è sceso fino al 4%, toccando il livello più basso dal 19 dicembre, a causa delle prospettive più deboli per le sue divisioni Seqirus e Vifor.

I titoli finanziari hanno guadagnato lo 0,8% e i titoli minerari sono saliti dello 0,4%.

Tra i singoli titoli, Macquarie è scesa dell'1% dopo che l'utile netto al netto delle imposte dell'anno 2024 è sceso "sostanzialmente".

James Hardie è sceso dell'8,5% ed è stato tra i principali ritardatari del benchmark, dopo che le previsioni di utile netto rettificato del quarto trimestre sono state inferiori al consenso del mercato.

L'indice di riferimento neozelandese S&P/NZX 50 ha chiuso in ribasso dello 0,2% a 11.739,68.

Un sondaggio della Reserve Bank of New Zealand (RBNZ) ha mostrato che le aspettative di inflazione del Paese sono scese ai livelli più bassi in oltre due anni nel primo trimestre, indicando che gli aumenti dei tassi di interesse hanno avuto successo nel contenere l'aumento dei prezzi.

"Le condizioni si stanno muovendo nella giusta direzione... anche se la RBNZ non allenterà ancora il piede dal freno, è probabile che si senta a proprio agio nel ritenere che le impostazioni politiche siano sufficientemente rigide per riportare l'inflazione all'obiettivo", hanno detto gli analisti di Westpac.