MILANO (MF-DJ)--La tecnologia è tutta racchiusa in una gamma di rivestimenti trasparenti che, applicati sia all'esterno sia all'interno degli edifici e su qualsiasi superficie, non ne alterano l'aspetto visivo, ma contrastano l'inquinamento. Le pareti trattate diventano "attive" e, grazie al principio della fotocatalisi, reagiscono a contatto con la luce e con l'aria, disgregando le particelle inquinanti gassose (ad esempio, Voc e ossidi di azoto prodotti da mobilità e riscaldamento) così come muffe, alghe e funghi, trasformati in residui non nocivi. Parliamo di un processo naturale al 100%, che riproduce, in modo analogo, la fotosintesi clorofilliana delle piante.

Il risultato, testato scientificamente, è su più livelli. In ambiente indoor, spiega il Sole24Ore, gli spazi performano in termini di sicurezza e salubrità (i dati sono costantemente misurati e misurabili attraverso specifici sensori). Sulle superfici esterne, oltre a un abbattimento in prossimità delle facciate dello smog e degli ossidi di azoto (NOx), con percentuali che secondo la norma Uni arrivano al 90%, l'effetto evidente è la manutenzione delle facciate, comprese quelle vetrate, che non si sporcano, richiedono minori spese per la pulizia e, di conseguenza, generano minori impatti ambientali nell'impiego di prodotti chimici per il cleaning.

A garantire queste performance è la tecnologica brevettata di Reair, startup del settore clean-tech, nata a Milano. Diversi i casi di immobili che hanno scelto di integrare, in outdoor come in indoor, i rivestimenti superficiali brevettati: fra tutti, gli aeroporti di Venezia, Treviso e Verona, il Porto Commerciale di Bari oltre ad una serie di palazzi di Milano, inclusa la sede de Il Sole 24 Ore.

I prodotti innovativi fotocatalitici di Reair sono trasparenti a base acquosa, senza solventi e possono essere applicati su qualsiasi tipo di superficie (vetro e opachi) sia in ambiente esterno sia interno, conferendo loro funzionalità aggiuntive ad energia zero per il miglioramento della qualità dell'aria e la protezione delle superfici.

"La tecnologia - spiega Raffaella Moro, ceo di Reair - è stata oggetto di verifica presso laboratori accreditati e Università italiane per attestarne l'efficacia e la durabilità, l'abbattimento degli inquinanti, livello e efficacia dell'attività antibatterica e l'atossicità". "In ambiente outdoor - spiega Gian Luca Guerrini, responsabile scientifico di Reair - a fare la differenza potrebbe essere l'applicazione su larga scala del rivestimento, ad esempio sui fabbricati di un intero quartiere. Questa scelta sarebbe in grado di incidere molto sulle condizioni di inquinamento di un'area senza modifiche al colore e all'estetica degli edifici".

cos


(END) Dow Jones Newswires

January 09, 2023 03:59 ET (08:59 GMT)