Lunedì l'Italia approverà un decreto che prevede l'accantonamento di 420 milioni di euro (445 milioni di dollari) fino al 2026 per la costruzione di un hub strategico per l'energia eolica galleggiante, come risulta da una bozza, oltre a ridurre la burocrazia per i terminali di gas naturale liquefatto (GNL) onshore.

Il Governo del Primo Ministro Giorgia Meloni si riunirà alle 15.30 (13.30 GMT) per discutere e approvare "misure urgenti per promuovere la sicurezza energetica del Paese", hanno detto i funzionari del suo ufficio.

La legislazione, proposta dal Ministro dell'Energia italiano Gilberto Pichetto Fratin, arriva sulla scia dell'aumento dei prezzi del gas all'ingrosso, mentre il conflitto tra Hamas e Israele tiene in tensione i mercati energetici.

Roma intende decidere entro quattro mesi dove costruire esattamente il nuovo hub, che sarà situato nell'Italia meridionale per stimolare gli investimenti in alcune delle aree più povere del Paese.

Nell'ambito del pacchetto, che è ancora soggetto a modifiche, il Governo cercherà di rilanciare un programma esistente gestito dal gruppo statale GSE per acquistare gas naturale di produzione nazionale e venderlo alle aziende ad alta intensità energetica "a prezzi accessibili".

Il Governo aveva elaborato misure per estendere le concessioni detenute dalle aziende che gestiscono impianti idroelettrici e geotermici in cambio di maggiori investimenti, ma l'ultima bozza di decreto visionata da Reuters prima della riunione di gabinetto limita questa opzione solo a questi ultimi.

La Meloni sembra aver abbandonato anche i piani per estendere da un minimo di sei a un massimo di 12 mesi un regime speciale che aiuta alcune famiglie ad acquistare elettricità dal loro fornitore storico, che scadrà il prossimo gennaio.

Per aumentare le forniture di gas naturale, il decreto afferma che i progetti di terminali GNL onshore per i quali sono già state rilasciate le relative autorizzazioni rappresentano "interventi strategici di pubblica utilità, indifferibili e urgenti".

Ciò consentirebbe al Governo di accelerare i lavori su due terminali GNL promossi da Enel a Porto Empedocle e da Iren e Sorgenia a Gioia Tauro, entrambi nel Sud Italia.

Una misura che probabilmente scatenerà critiche da parte delle lobby ambientaliste apre la strada al potenziamento delle trivellazioni offshore nel mare Adriatico, a condizione che i giacimenti abbiano riserve potenziali di gas superiori a 500 milioni di metri cubi.

Inoltre, il decreto compie i primi passi per delineare un quadro per lo sviluppo di impianti di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS), che gli esperti considerano cruciali per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni concordati con le autorità dell'Unione Europea.

Il gruppo energetico Eni e l'operatore della rete elettrica Snam hanno annunciato a settembre un progetto per la creazione di un hub di cattura del carbonio al largo di Ravenna.

(1 dollaro = 0,9439 euro) (Redazione: Susan Fenton e Jan Harvey)