La premier Giorgia Meloni aveva espresso da tempo l'intenzione di ritirarsi dall'ambizioso progetto guidato da Pechino - che prevede la ricostruzione della storica Via della Seta per collegare la Cina con l'Asia, l'Europa e il resto del mondo con ingenti spese infrastrutturali - sostenendo di non aver tratto sufficienti benefici dall'accordo.

L'Italia è l'unico Paese G7 ad aver aderito alla Bri.

A settembre, il ministro degli Esteri Antonio Tajani - parlando del proprio viaggio in Cina finalizzato a segnare una "nuova fase di cooperazione rafforzata" tra Roma e Pechino - aveva detto che un'intesa strategica con la Cina è per il governo più importante di singoli accordi bilaterali come quello della 'Via della Seta'.

Italia e Cina hanno firmato un memorandum d'intesa sulla Bri durante una visita del presidente cinese Xi Jinping a Roma nel 2019, ma i flussi commerciali tra i due Paesi non sono migliorati come l'Italia sperava.

L'intesa scade a marzo del prossimo anno e sarebbe stata automaticamente rinnovata per altri cinque anni qualora l'Italia non avesse inviato a Pechino la disdetta ufficiale nei tre mesi precedenti la scadenza.

(Angelo Amante, in redazione Giancarlo Navach, editing Francesca Piscioneri)