GINEVRA (awp/ats) - La Svizzera rimane un'isola dei prezzi elevati, ma il vantaggio di fare la spesa in Francia si sta riducendo, a causa dell'inflazione nel paese vicino, perlomeno per i prodotti di base: è quanto emerge da un'indagine condotta dalla Federazione romanda dei consumatori (FRC) presso diversi rivenditori e di cui dà notizia oggi la Tribune de Genève (TdG).

"Le nostre osservazioni rivelano che le differenze di prezzo complessive tra Svizzera e Francia sono minime quando esaminiamo un intero paniere di 32 prodotti essenziali", spiega al quotidiano Jean Busché, responsabile del settore economia presso la FRC. "Un esempio rivelatore è Lidl: il discount applica prezzi molto simili tra i due paesi: in Svizzera la spesa per gli articoli indicati costava 62,20 franchi, oltre frontiera 58,48 euro", con un cambio praticamente alla pari.

"I prezzi sono aumentati notevolmente in Francia, a causa di un'inflazione che ha raggiunto quasi il 20% in due anni", aggiunge l'esperto. Nell'esagono la lotta per conquistare il consumatore rimane però più intensa. "La presenza di un supermercato Leclerc, che applica i prezzi più bassi, costringe generalmente le altre catene ad adattarsi in una determinata area: questo tipo di concorrenza è molto carente in Svizzera".

In generale gli articoli non alimentari (carta igienica, sapone, rasoi usa e getta, assorbenti igienici, detersivo) costano meno in Svizzera che in Francia. Al contrario, gli alimenti (pasta, riso, olio, caffè istantaneo, latte, formaggio, uova, burro, ecc.) sono più cari nella Confederazione.

"Ma non commettiamo errori: nel complesso, la Svizzera rimane un'isola di prezzi elevati: carne, libri, medicinali e abbonamenti di streaming sono molto più cari qui che nei paesi vicini", mette in guardia l'intervistato. "E i consumatori che si recano in Francia non lo fanno solo per i beni di prima necessità".

Migros Ginevra - osserva il giornalista della TdG - sostiene però che frutta, verdura e prodotti biologici siano più economici in Svizzera che in Francia. "Ne dubito", replica Busché. "Gli esperti ritengono che i dettaglianti elvetici abbiano i margini lordi più elevati. La media è del 39% per Migros e del 32% per Coop. In confronto, in Francia, Carrefour è al 20%. Le nostre indagini sui margini dei rivenditori hanno dimostrato che la differenza di prezzo tra i prodotti biologici e quelli convenzionali sugli scaffali può arrivare a +116% per le carote e +138% per i pomodori, a seconda del periodo".

Lo specialista sostiene inoltre che Migros e Coop allineano al centesimo il prezzo dei loro prodotti M-Budget e Prix Garantie, mentre in Francia questo è molto più raro: "la concorrenza funziona meglio". "In Francia i prezzi variano maggiormente, dando ai clienti più libertà", conclude Busché.

La reazione dei due maggiori distributori elvetici, raccolta dal giornale? Coop afferma che i prezzi praticati nei paesi vicini non sono paragonabili con quelli elvetici, per diverse ragioni, mentre Migros trova gratificante constatare di essere competitiva sui prodotti essenziali, anche rispetto alla Francia. Riguardo all'allineamento dei prezzi secondo Migros è la dimostrazione che essi sono calcolati il più vicino possibile al costo reale; i margini non sono concordati con Coop e vengono definiti ristretti. Entrambi i gruppi sottolineano inoltre di essere cooperative che non puntano a massimizzare i guadagni.