MILANO (MF-DJ)--L'indice immobiliare Gini, che misura la dispersione dei prezzi nei differenti mercati, elegge Madrid come il mercato più eterogeneo.

È quanto emerge dallo studio di Idealista, realizzato osservando i dati di Spagna, Italia e il Portogallo. I cambiamenti prodotti dalla pandemia nel mercato immobiliare, spiega una nota. hanno ridotto le differenze tra le case in vendita più costose e quelle più economiche nelle principali città dell'Europa meridionale.

L'indice di Gini, utilizzato per misurare le differenze tra diversi contesti economici, è inferiore nella maggior parte dei grandi mercati dell'Europa meridionale. Le capitali tendono a rimanere stabili, poiché a Madrid e Roma l'indice è rimasto invariato da gennaio 2020, mentre a Lisbona l'indice è calato di 1,5 punti percentuali. Tra i principali mercati sudeuropei, Milano è quello che ha registrato il calo maggiore (-2,3 punti), seguito da Bilbao (-1,5 punti) e Malaga (-1,2 punti). Con variazioni inferiori a un punto nell'indice ci sono città come Porto (-0,7 punti), Barcellona (-0,6 punti), Firenze (-0,4 punti) o Napoli (-0,3 punti). A Torino l'indice non si è mosso, mentre Siviglia e Valencia sono le uniche grandi città del sud Europa in cui la "disuguaglianza" immobiliare è cresciuta nel 2020: rispettivamente 0,7 e 0,3 punti.

Madrid è il mercato dove l'indice di dispersione dei prezzi è il più alto dell'Europa meridionale, poiché il gap tra le case più costose e quelle più economiche tocca 83,3 punti. Seguono Porto (79,9), Valencia (78,4), Milano (77,8), Torino (77,8), Barcellona (77,4), Malaga (77,2), Firenze (76,9) e Napoli (76). Sul lato opposto si trova la città di Bilbao (72,4), il mercato più uniforme dell'Europa meridionale. La precedono Roma e Lisbona, rispettivamente con 73,6 e 74,6 punti.

Pressocché più della metà dei capoluoghi italiani (59 su 106) ha visto un aumento dei propri indici, rappresentato da un aumento dell'eterogeneità delle abitazioni sul mercato. Oristano (8,9 punti)ha registrato la maggiore variazione percentuale dell'indice di Gini, seguita da Nuoro (7,7), Trapani (6,8) e Bolzano (6). Con aumenti sopra i 5 punti troviamo Ravenna, Piacenza e Lodi con 5,8 punti, quindi Savona (5,7), Verbania (5,2), Livorno (5,1) e Barletta (5).

Al contrario, è Vibo Valentia la città in cui il mercato è diventato più omogeneo nel corso del 2020, riducendo il suo indice di 7,4 punti. Seguono Andria (-6,1), Verona (5,7) e Udine (-5,6). Riduzioni tra i 3 e i 5 punti per altri 10 centri da Treviso (-4,7), a Macerata (-3). Ventotto (28) città presentano variazioni inferiori ai 3 punti, racchiuse tra il -2,9 di Bologna, Taranto, Agrigento e Cosenza, e il -0,1 di Biella e Vercelli.

Como è il capoluogo italiano caratterizzato dal coefficiente Gini più elevato dal punto di vista immobiliare con 80,9 punti, davanti a Vicenza che segue con un 80,6. Alle loro spalle troviamo ben 39 centri con indice superiore a settanta punti guidati da Bergamo (79,4), Verbania (79,3), Trieste (79), Genova (78), Milano (77,8), Torino (77,8), Lucca (77,7) e Novara (77,6). Al contrario, Nuoro 44,9 presenta il parco immobiliare più omogeneo, con un indice di Gini che arriva solo a 44,9. Sotto i 50 punti si trovano anche Isernia (45,4) e Andria (45,8).

red/lde

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December 23, 2020 05:44 ET (10:44 GMT)