WASHINGTON (Reuters) - La Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che Donald Trump non può essere perseguito per le azioni ufficiali intraprese in qualità di presidente, ma può esserlo per gli atti privati, in una sentenza storica che riconosce per la prima volta una qualche forma di immunità presidenziale nei processi.

Con una sentenza votata 6 a 3 e redatta dal presidente John Roberts, i giudici hanno annullato la decisione di un tribunale di grado inferiore che aveva respinto la richiesta di immunità di Trump relativa ad accuse penali per il suo tentativo di contestare la sconfitta elettorale del 2020 contro Joe Biden.

I sei giudici della Corte risultati in maggioranza sono conservatori mentre i tre liberali non erano d'accordo.

"Concludiamo che, in base alla nostra struttura costituzionale di poteri separati, la natura del potere presidenziale richiede che l'ex presidente goda di una certa immunità dalle accuse penali per gli atti ufficiali compiuti durante il suo mandato", ha scritto Roberts.

"Almeno per quanto riguarda l'esercizio da parte del presidente dei suoi principali poteri costituzionali, questa immunità deve essere assoluta", ha aggiunto Roberts.

Roberts ha detto che il caso di Trump sarà rinviato ai tribunali di grado inferiore per un ulteriore esame.

La Corte ha analizzato quattro categorie di condotta contenute nell'accusa di Trump: le discussioni con i funzionari del dipartimento di Giustizia dopo le elezioni del 2020, le presunte pressioni sull'allora vicepresidente Mike Pence per impedire che la vittoria elettorale di Biden fosse certificata, il suo presunto ruolo nel radunare falsi elettori pro-Trump e la sua condotta rispetto all'attacco a Capitol Hill il 6 gennaio 2021.

La Corte ha ritenuto che Trump fosse assolutamente immune per le conversazioni con i funzionari del dipartimento di Giustizia, ma ha rinviato il caso ai tribunali di grado inferiore per determinare se Trump abbia l'immunità per le altre tre categorie.

È stata la prima volta dalla fondazione degli Usa nel XVIII secolo che la Corte Suprema, attraverso questa sentenza, ha stabilito che gli ex presidenti possono essere tutelati da accuse penali in qualsiasi caso.

La lentezza con cui la Corte - che si è pronunciata l'ultimo giorno utile - ha gestito questo caso aveva già favorito Trump, rendendo improbabile che un eventuale processo sulle accuse mosse dal consigliere speciale Jack Smith potesse concludersi prima delle elezioni.

La giudice liberale Sonia Sotomayor ha espresso un secco dissenso, affermando che la sentenza della maggioranza "si fa beffe del principio, fondamentale per la nostra Costituzione e il nostro sistema di governo, che nessun uomo è al di sopra della legge".

Trump aveva sostenuto di essere immune dal processo perché era in carica come presidente quando ha intrapreso le azioni che hanno portato alle accuse. Smith si era opposto all'immunità presidenziale basandosi sul principio che nessuno è al di sopra della legge.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Sara Rossi)