Algernon Pharmaceuticals Inc. annuncia l'intenzione di procedere con la formulazione endovenosa del suo programma di ricerca sull'ictus AP-188 (?N,N-Dimetiltriptamina? o ?DMT?) come sua attività principale, dopo aver venduto il suo programma di ricerca sull'Ifenprodil per 2 milioni di dollari in contanti e una posizione azionaria del 20% in Seyltx, una società privata di sviluppo di farmaci con sede negli Stati Uniti, il 27 marzo 2024. Seyltx prevede di avviare uno studio multicentrico di Fase 2b di Ifenprodil controllato con placebo sulla tosse cronica nel CY2024.

Algernon ha costituito Algernon NeuroScience (AGN Neuro), una società interamente controllata, per portare avanti la ricerca e lo sviluppo del programma DMT ictus nel 2023. AGN Neuro ha completato uno studio di fattibilità e ha finalizzato il progetto di sperimentazione clinica per uno studio di Fase 2a sull'ictus DMT su 40 pazienti. AGN Neuro è la prima azienda al mondo a studiare la DMT per il trattamento dell'ictus e la sua capacità di promuovere la neuroplasticità nella guarigione delle lesioni cerebrali.

Lo studio di Fase 2a sull'ictus umano studierà una dose sub-psichedelica endovenosa di DMT in pazienti ricoverati dopo aver subito un ictus ischemico acuto. Disegno dello studio di Fase 2a sull'ictus: I soggetti con una diagnosi confermata di ictus ischemico saranno randomizzati in cieco a ricevere DMT o placebo. L'esito primario dello studio sarà la sicurezza, e si otterranno informazioni sulle misure di efficacia, tra cui la conservazione del tessuto cerebrale, il recupero motorio, la depressione e numerosi biomarcatori legati alla fisiopatologia dell'ictus.

La decisione di passare a uno studio di Fase 2 si è basata sui dati positivi dello studio di Fase 1 condotto dall'Azienda presso il Centre for Human Drug Research (CHDR) di Leiden, Paesi Bassi. Questo studio ha dimostrato che i livelli plasmatici di DMT associati alla neuroplasticità negli studi preclinici potevano essere raggiunti con un'infusione prolungata di 6 ore di DMT a una dose che non provocava un'esperienza psichedelica. La quantità somministrata superava l'equivalente umano della dose utilizzata negli studi preclinici sui ratti, che hanno dimostrato effetti neuroprotettivi.