MILANO (MF-DJ)--I Benetton sono usciti allo scoperto sulla partita Generali Assicurazioni: Edizione, socia del Leone di Trieste con una quota di circa il 4%, voterá la lista che fa capo a Francesco Gaetano Caltagirone nell'assemblea in programma venerdì prossimo.

Secondo quanto si apprende, il consiglio della holding ha preso la decisione all'unanimitá. Edizione, viene spiegato, ha da tempo individuato tre partecipazioni strategiche (Atlantia, Autogrill e United Colors), mentre quello in Generali è un investimento di carattere finanziario.

Alla base della scelta, ha sottolineato la fonte, non c'è alcun intento divisivo, anzi, c'è un desiderio pacificatore. Di fatto, Edizione voterá Caltagirone nella convinzione che se alla fine della contesa le due parti dovessero avere quote simili, grazie anche alla scelta di Edizione, questo potrebbe facilitare l'accordo fra i due contendenti.

Intanto anche Cassa Forense ha deciso di schierarsi dalla

parte dell'imprenditore romano che propone come ceo della compagnia Luciano Ciriná. L'ente previdenziale degli avvocati detiene poco

meno dell'1% delle azioni della compagnia.

In ogni caso, se le indiscrezioni di una partecipazione all'assemblea di venerdì vicine al 70% venissero confermate, il ceo di Generali, Philippe Donnet, candidato della lista del board, godrebbe dei favori del pronostico.

La lista di Caltagirone (che del Leone ha una quota del 9,95%),

sfidante di quella del board, è accreditata di una quota vicina al 30%; finora i soci che gli hanno confermato l'appoggio sono, oltre ai Benetton e Cassa Forense, Leonardo Del Vecchio (anche con quota superiore al 9%), Fondazione Crt (con l'1,7%), ma potrebbero esserci anche le fondazioni (tre, tra cui Cuneo), passando per famiglie come i Seragnoli (0,6%) o ancora i Minozzi e i Lavazza (raccolti in Invag che pesa per lo 0,76%). Così il suo fronte potrebbe spingersi, appunto, fino quasi al 30%, si calcola, ma che non basterebbe, però, a superare i voti della lista del board pronta a ricandidare l'attuale ceo per un terzo mandato.

Dal canto suo Donnet, oltre che di Mediobanca (17%) e di De Agostini

(1,44%), avrebbe dalla sua parte anche investitori internazionali, dopo la pronuncia a suo favore dei proxy: dal fondo sovrano norvegese Norges (1,5%) ai tedeschi di Deka Investment (0,1%) passando per i grandi fondi pensione Usa e canadesi gli endorsement sono per la lista del consiglio per cui dovrebbero votare anche altri big esteri, da Blackrock a Vanguard e Artisan Partners che pure non si sono ancora pronunciati.

C'è poi chi potrebbe scegliere la strada dell'astensione, come la famiglia nordestina degli Amenduni (Ferak) che detiene l'1,38% in Generali.

Senza dimenticare che le liste in campo sono tre, con Assogestioni che potrebbe sparigliare le carte o che al contrario potrebbe risentire della battaglia e non riuscire a raggiungere la soglia del 5% necessaria per ottenere un posto in Consiglio.

Per questo, in situazioni analoghe, in passato l'associazione si era tenuta fuori dalla contesa. È stato così, per esempio, nel 2012, quando l'associazione che rappresenta i gestori decise di non presentare i suoi candidati all'assemblea di Impregilo che vedeva lo scontro tra la lista di Salini e quella di Mediobanca. La stessa cosa avvenne nel 2018, quando Assogestioni preferì fare un passo indietro nell'aspro confronto tra Vivendi e il fondo Elliott.

fch


(END) Dow Jones Newswires

April 27, 2022 12:02 ET (16:02 GMT)