Aggiornamento al 31 Dicembre 2020

Aggiornamento al 31 Dicembre 2020

Banca Monte dei Paschi di Siena SpA

Sede Sociale in Siena, Piazza Salimbeni 3,www.mps.it

Iscritta al Registro delle Imprese di Arezzo - Siena, numero di iscrizione e codice fiscale 00884060526 Gruppo IVA MPS - Partita IVA 01483500524

Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Iscritta all'Albo delle banche al n. 5274 Gruppo bancario Monte dei Paschi di Siena, iscritto all'Albo dei Gruppi Bancari

Indice

Introduzione ....................................................................... 7

1. Obiettivi e politiche di gestione del rischio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13

ExecutiveSummary .............................................................. 13

  • 1.1 L'approccioalRiskManagement ................................................ 21

  • 1.2 Governo dei Rischi nel Gruppo Montepaschi e organizzazione della funzione Risk Management . 23

  • 1.3 I flussi informativi di Risk Reporting: principali caratteristiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26

  • 1.4 StressTest:scenariemetodologie ................................................ 28

  • 1.5 Strategie e processi di gestione, copertura e mitigazione dei rischi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29

  • 1.6 CorporateGovernance ........................................................ 30

  • 1.7 L'analisi di Capitale Interno e il Modello di Integrazione Rischi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30

  • 1.8 RischiodiCredito ........................................................... 31

1.9 RischioOperativo ........................................................... 34

1.10RischiodiMercatodelTradingBook ............................................. 36

1.11RischiodiControparte ....................................................... 37

1.12RischioTassodelPortafoglioBancario ............................................ 39

1.13RischiodiLiquidità .......................................................... 39

1.14RischiodelPortafoglioPartecipazioni ............................................ 42

1.15RischiodiBusiness/Strategico .................................................. 43

1.16RischioImmobiliare ......................................................... 43

1.17 Rischi inerenti i prodotti/servizi di investimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44

1.18RischioReputazionale ........................................................ 46

2. Ambito di applicazione .......................................................... 48

  • 3. Fondi Propri ................................................................... 51

  • 4. Requisiti di capitale, indicatori di liquidità e leva finanziaria ............................ 70

  • 5. Rischio di credito ............................................................... 95

    5.1 Rischiodicredito:informazionigenerali .......................................... 95

    5.2 Rischiodicredito:Metodostandard ............................................ 102

    5.3 Rischiodicredito:usodelmetodoAIRB ......................................... 107

    5.4 Rischiodicredito:qualitàdelcredito ............................................ 145

    5.5 Rischio di credito: uso delle tecniche di attenuazione del rischio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 159

  • 6. Rischio di controparte .......................................................... 169

    6.1 Rischio di controparte: informazioni generali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 169

  • 7. Rischio di mercato ............................................................. 184

    7.1 Rischio di mercato del Portafoglio di Negoziazione: informazioni generali . . . . . . . . . . . . . . . . 184

  • 8. Esposizione al rischio di tasso di interesse su posizioni non incluse nel Portafoglio di Negoziazione 193

  • 9. Esposizioni in strumenti di capitale non incluse nel Portafoglio di Negoziazione ........... 195

10. Attività vincolate e non vincolate ................................................. 201

11. Esposizione in posizioni verso la cartolarizzazione ................................... 207

11.1Informazionigenerali ........................................................ 207

12. Rischio operativo ............................................................... 230

12.1Informazionigenerali ........................................................ 230

Dichiarazioni dell'Amministratore Delegato ai sensi dell'Art. 435, lettere e) ed f) e dell'Art. 431,

paragrafo 3, comma 1 del Regolamento UE 575/2013 del 26-06-2013 ......................... 235

Dichiarazione del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari ............. 236

Elenco delle tabelle ................................................................ 237

Appendice 1 - Riepilogo delle Informazioni pubblicate in coerenza alle richieste del CRR ....... 241

Appendice 2 - Dettaglio delle Informazioni rese in conformità agli Orientamenti EBA GL 2016/11 . 243

Appendice 3 - Dettaglio delle Informazioni rese in conformità agli Orientamenti EBA GL 2020/12 . 245

Appendice 4 - Dettaglio delle Informazioni rese in conformità agli Orientamenti EBA GL 2018/10. 245

Appendice 5 - Dettaglio delle Informazioni rese in conformità degli Orientamenti EBA GL 2017/01 245

Appendice 6 - Orientamenti sugli obblighi di informativa EBA/GL/2020/07 ..................... 245

Glossario dei principali termini utilizzati ................................................ 246

Contatti ........................................................................ 264

Introduzione

A partire dal 1° gennaio 2014 sono operative le disposizioni di Vigilanza prudenziale applicabili alle banche e ai gruppi bancari finalizzate a adeguare la normativa nazionale alle novità intervenute nel quadro regolamentare internazionale, a seguito delle riforme negli accordi del comitato di Basilea (c.d. "Basilea 3"), con particolare riguardo al nuovo assetto normativo e istituzionale della vigilanza bancaria dell'Unione Europea.

In particolare, i contenuti del c.d. "framework Basilea 3", sono stati recepiti in ambito comunitario mediante due atti normativi: CRR - Regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 giugno 2013, relativo ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento che modifica il Regolamento (UE) n. 648/2012; CRD IV - Direttiva 2013/36/UE del

Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 giugno 2013, sull'accesso all'attività degli enti creditizi e sulla vigilanza prudenziale sugli enti creditizi e sulle imprese di investimento, che modifica la direttiva 2002/87/CE ed abroga le direttive 2006/48/CE e 2006/49/CE.

L'attuale contesto normativo si completa con le misure di esecuzione, contenute in norme tecniche di regolamentazione o di

attuazione (Regulatory Technical Standard - RTS e Implementing Technical Standard -

ITS) adottate dalla Commissione Europea su proposta delle Autorità europee di vigilanza. In ambito nazionale la nuova disciplinaarmonizzata è stata recepita da Banca d'Italia mediante la circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 e successivi aggiornamenti, che raccoglie le disposizioni di vigilanza prudenziale applicabili alle banche e ai gruppi bancari italiani, riviste e aggiornate per adeguare la normativa interna alle novità intervenute nel quadro regolamentare internazionale con particolare riguardo al nuovo assetto normativo e istituzionale della vigilanza bancaria dell'Unione europea, nonché per tener conto delle esigenze emerse nell'esercizio della vigilanza sulle banche e su altri intermediari.

L'attuale framework regolamentare è funzionale a rafforzare la capacità delle banche di assorbire shock derivanti da tensioni finanziarie ed economiche, indipendentemente dalla loro origine, a migliorare la gestione del rischio e la governance, nonché a rafforzare la trasparenza e l'informativa delle banche stesse, tenendo conto degli insegnamenti della crisi finanziaria.

L'impianto complessivo del Comitato di Basilea ha mantenuto l'approccio basato su tre Pilastri che era alla base del precedente accordo sul capitale noto come "Basilea 2", integrandolo e rafforzandolo con misure che accrescono quantità e qualità della dotazione di capitale degli intermediari ed introducono strumenti di vigilanza anticiclici, norme sulla gestione del rischio di liquidità e sul contenimento della leva finanziaria.

In particolare, il Terzo Pilastro (in seguito

anche "Pillar 3"), si basa sul presupposto che la disciplina del mercato (market discipline) possa contribuire a rafforzare la regolamentazione del capitale e quindi promuovere la stabilità e la solidità delle banche e del settore finanziario.

Lo scopo del Terzo Pilastro è pertanto quello di integrare i requisiti patrimoniali minimi (Primo Pilastro) e il processo di controllo prudenziale (Secondo Pilastro), attraverso l'individuazione di un insieme di requisiti di trasparenza informativa che consentano agli operatori del mercato di disporre di informazioni rilevanti, complete e affidabili circa l'adeguatezza patrimoniale, l'esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei sistemi preposti all'identificazione, misurazione e gestione di tali rischi.

L'Informativa al Pubblico (Pillar 3) è adesso disciplinata direttamente dal Regolamento (EU) n. 575/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, Parte Otto e Parte Dieci, Titolo I, Capo 3 (in seguito anche "il Regolamento" oppure "CRR").

Sulla base dell'art. 433 del CRR, gli enti pubblicano le informazioni previste dalla normativa comunitaria almeno su base annua contestualmente ai documenti di bilancio e valutano la necessità di pubblicare alcune

  • o tutte le informazioni più frequentemente che una volta all'anno alla luce delle caratteristiche rilevanti delle loro attività. Gli enti devono valutare, in particolare, l'eventuale necessità di pubblicare con maggiore frequenza le informazioni relative ai "Fondi propri" (art. 437) e ai "Requisiti di

capitale" (art. 438), nonché le informazioni sull'esposizione al rischio o su altri elementi suscettibili di rapidi cambiamenti. L'European Banking Authority (EBA) ha successivamente emanato (ai sensi dell'art. 16 del regolamento UE n. 1093/2010) specifici orientamenti (EBA/GL/2014/14 del 23 dicembre 2014), sulla necessità di pubblicare informazioni con frequenza maggiore rispetto a quella annuale.

Alla luce delle suddette normative il Gruppo, in ottica di trasparenza e di continuità, pubblica in occasione dei rendiconti trimestrali le informazioni di sintesi sui Fondi Propri, Requisiti di Capitale e sulla Leva Finanziaria, integrate in occasione del rendiconto semestrale con le ulteriori informazioni sulle esposizioni soggette ai modelli interni.

Il presente documento fornisce l'aggiornamento completo al 31 dicembre 2020 e presenta gli schemi informativi previsti dall'attuale framework normativo. A dicembre 2016, l'EBA ha pubblicato una prima versione, successivamente aggiornata nel mese di giugno 2017, degli "Orientamenti sugli obblighi di informativa ai sensi della Parte Otto del Regolamento (EU) n. 575/2013" (EBA/GL/2016/11) fornendo alle istituzioni finanziarie specifiche sulle informazioni richieste in determinati articoli della Parte Otto del CRR. Il presente documento è stato integrato con gli schemi informativi di tali Orientamenti, la cui collocazione all'interno del documento è riepilogata nell'Appendice II. Le informazioni, integrate anche sulla base degli

"Guidelines on disclosures of non-performing and forborne exposures" (EBA/GL/2018/10), applicabile dal 31 dicembre 2019, in linea con le "Linee Guida per le banche sui crediti deteriorati (NPL)", pubblicate dalla BCE nel marzo 2017 e volto a promuovere uniformità negli obblighi in tema di disclosure degli NPL.

orientamenti EBA, sono di natura qualitativa e quantitativa, strutturate in modo da fornire una panoramica più completa possibile in merito ai rischi assunti, alle caratteristiche dei relativi sistemi di gestione e controllo e all'adeguatezza patrimoniale del Gruppo Montepaschi.

L'EBA ha, inoltre, integrato quanto previsto dai suddetti orientamenti, emanando nel giugno 2017 gli orientamenti sull'informativa dell'LCR ai sensi dell'art. 435 del CRR (EBA/GL/2017/01) e nel gennaio 2018 gli orientamenti sulle informative ai sensi dell'art. 437bis del CRR (EBA/GL/2018/01) sulle disposizioni transitorie volta ad attenuare l'impatto dell'introduzione dell'IFRS9 sui fondi propri, introducendo ulteriori requisiti informativi.

Nel mese di dicembre 2018 l'EBA - a conclusione del processo di consultazione pubblica avviato ad aprile - ha pubblicato la versione definitiva del documento

In data 2 giugno 2020 l'EBA ha emanato gli Orientamenti relativi agli obblighi di segnalazione e di informativa al pubblico sulle esposizioni oggetto di misure applicate alla luce della crisi COVID-19 (EBA/ GL/2020/07), la cui prima applicazione, ai fini della disclosure, decorre dal 30 giugno

2020. Nell'ambito del contesto legato alla suddetta crisi, è stato pubblicato, con iter approvativo accelerato (c.d. "quick fix"), il Regolamento (UE) 2020/873 del 24 giugno 2020, che modifica i regolamenti (UE) n. 575/2013 e (UE) 2019/876 contenente disposizioni temporanee di sostegno in termini di capitale e liquidità. Il regolamento stesso stabilisce che gli enti che decidono di applicare le disposizioni relative al nuovo regime transitorio IFRS 9 relativo alle rettifiche di valore dei crediti successive al 31 dicembre 2019, modificativo di quello introdotto dal Regolamento (UE) 2017/2395, e/o al trattamento temporaneo di profitti e perdite non realizzati misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo alla luce della pandemia di COVID-19 (c.d. filtro prudenziale per le esposizioni verso le amministrazioni centrali classificate nella categoria FVTOCI), oltre a pubblicare le informazioni richieste nella Parte Otto della CRR, sono tenuti a pubblicare gli importi dei fondi propri, il capitale primario di classe 1 e il capitale di classe 1, il coefficiente di capitale totale, il coefficiente di capitale primario di classe 1, il coefficiente di capitale di classe 1 e il coefficiente di leva finanziaria di cui disporrebbero se non dovessero applicare tali trattamenti.

Infine, il presente documento tiene conto delle integrazioni alle disposizioni che disciplinano i bilanci delle banche (Circolare n. 262 del 2005) per fornire al mercato informazioni sugli effetti che il COVID-19 e le misure di sostegno all'economia hanno

prodotto sulle strategie, gli obiettivi e le politiche di gestione dei rischi, nonché sulla situazione economico patrimoniale degli intermediari, come da Comunicazione di Banca d'Italia del 15 dicembre 2020 - Integrazioni alle disposizioni della Circolare n. 262 "Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione" aventi ad oggetto gli impatti del COVID-19 e delle misure a sostegno dell'economia ed emendamenti agli IAS/IFRS. L'Informativa al Pubblico Pillar 3 viene redatta a livello consolidato a cura della Capogruppo Bancaria.

Laddove non diversamente specificato, tutti gli importi sono da intendersi espressi in migliaia di Euro.

Come ausilio alla lettura e per chiarire meglio alcuni termini ed abbreviazioni utilizzati nel testo, si può fare riferimento al Glossario, riportato in calce al presente documento.

In termini di governance, il CdA, in qualità di Organo di Supervisione Strategica di Gruppo:

  • definisce il processo di Informativa al Pubblico;

  • approva le politiche, le procedure e i presidi organizzativi individuati e le linee guida del Gruppo in merito alla definizione del contenuto dell'informativa;

  • approva gli aggiornamenti periodici dell'Informativa al Pubblico Pillar 3.

L'Organo con Funzione di Gestione, rappresentato dall'AD/DG della Capogruppo, con riferimento al processo di produzione dell'Informativa al Pubblico Pillar3:

  • definisce gli indirizzi, i ruoli e le responsabilità delle strutture di Gruppo coinvolte nel processo;

  • valuta se l'Informativa al Pubblico Pillar3 trasmette esaurientemente ai partecipanti al mercato il profilo di rischio del Gruppo;

  • rilascia le dichiarazioni previste dall'art. 435 del CRR;

  • presenta al CdA gli aggiornamenti periodici dell'Informativa.

Il documento di Informativa al Pubblico Pillar3 del Gruppo Montepaschi prevede la Dichiarazione del Dirigente Preposto ai sensi del comma 2 dell'art. 154 bis del Testo Unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria. Dopo l'approvazione da parte del CdA, il Report viene pubblicato sul sito Internet del Gruppo, come previsto dalla normativa di Vigilanza.

Il Gruppo Montepaschi pubblica regolarmente l'Informativa al Pubblico Pillar 3 sul proprio sito Internet al seguente indirizzo:www.gruppomps.it/investor-relations. Ulteriori informazioni richieste dal CRR sono pubblicate anche nel Bilancio Annuale al 31 dicembre 2020, nella Relazione sulla Corporate Governance e nella Relazione sulla Remunerazione. Sulla base dell'art. 434 del CRR, che prevede la possibilità di effettuare un rimando ad altra informativa pubblica, il Gruppo si avvale di tale possibilità per completare le informazioni, indicando opportunamente il rimando a documenti diversi dal presente. In particolare, il Gruppo

riporta le diverse tipologie di rischio del Gruppo bancario anche nella Parte E della Nota Integrativa del bilancio consolidato sulla base del disposto dell'IFRS 7 e delle relative istruzioni espositive emanate dalla Banca d'Italia (Circolare 262 e relativi aggiornamenti). In tale sede, sono riportati:

  • - il rischio di credito (Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura: Sezione 2 - Rischi del consolidato prudenziale, 1.1 Rischio di credito);

  • - il rischio di mercato (Parte E - Informazioni sui rischi le relative politiche di copertura: Sezione 2 - Rischi del consolidato prudenziale, 1.2 - Rischio di mercato);

  • - il rischio di liquidità del gruppo bancario (Parte E - Informazioni sui rischi e le relative politiche di copertura: Sezione 2 - Rischi del consolidato prudenziale :1.4 Rischio di liquidità).

Il Gruppo Montepaschi non pubblica le informazioni richieste dall'art. 455 del CRR in merito all'uso dei modelli interni per il rischio di mercato poiché applica la metodologia standardizzata ai fini della determinazione dei requisiti patrimoniali per il rischio di mercato.

Nella Relazione sul Governo Societario, consultabile alla sezione Corporate Governance del sito internet del Gruppo, Relazioni di Corporate Governance, vengono riportate le informazioni richieste dal paragrafo 2° dell'art. 435 della CRR:

  • il numero di incarichi di amministratore affidati ai membri dell'organo di gestione;

  • la politica di ingaggio per la selezione dei membri dell'organo di gestione e le loro effettive conoscenze, competenze ed esperienza;

  • la politica di diversità adottata nella selezione dei membri dell'organo di gestione, i relativi obiettivi ed eventuali target stabiliti nel quadro di detta politica nonché la misura in cui tali obiettivi e target siano stati raggiunti;

  • se l'ente ha istituito un comitato di rischio distinto e il numero di volte in cui quest'ultimo si è riunito;

  • la descrizione del flusso di informazioni sui rischi indirizzato all'organo di gestione.

In tema di impatto COVID-19, l'emergenza sanitaria indotta dalla pandemia ancora in corso ha condizionato, a partire dall'ultima settimana di febbraio 2020, sia l'andamento dei mercati sia l'operatività commerciale, quest'ultima penalizzata dalle sempre più severe misure di contenimento imposte, che hanno portato alla sospensione di molte attività produttive in Italia e nel mondo. Il sentiero del recupero dipenderà inevitabilmente dal corretto sfruttamento delle risorse messe a disposizione dai Paesi europei. Permane il rischio che, terminata la fase dell'eccezionale supporto delle politiche economiche, la crescita non sia sufficientemente sostenuta da consentire la gestione di debiti pubblici (e privati) nel frattempo notevolmente aumentati. La grave situazione causata dalla pandemia trova, comunque, un forte contrasto nelle misure della politica di bilancio a sostegno

diretto alla domanda, incluse per l'Italia in particolare nei decreti legge "Cura Italia" e "Rilancio". Misure come la moratoria sul credito e le garanzie pubbliche sui nuovi prestiti sono state infatti essenziali nello scongiurare il materializzarsi di possibili ulteriori effetti negativi, evitando crisi di liquidità delle imprese. Con riferimento ai rischi operativi, la revisione e/o l'estensione di alcuni processi esistenti, quali ad esempio quelli relativi ai servizi digitali, agli strumenti di web collaboration e allo smart working e l'impossibilità di attuare processi aziendali standard, ma di prevedere modalità "in deroga", ad esempio per il processo di formalizzazione contrattuale, espone inevitabilmente il Gruppo a maggiori rischi operativi a seguito di possibili contestazioni legali, di potenziali frodi e di attacchi cyber. Si ritiene tuttavia che tali rischi potenziali possano essere mitigati alla luce delle numerose iniziative adottate, come l'irrobustimento del sistema di controlli e di monitoraggio, anche in considerazione delle motivazioni che hanno spinto il Gruppo ad assolvere tempestivamente alle prescrizioni emanate al fine di supportare il Paese in un momento di emergenza sanitaria e tutelarne il tessuto produttivo. Le tematiche relative agli impatti della pandemia COVID-19 sono approfondite nella Relazione finanziaria consolidata al 31 dicembre 2020.

In data 1° dicembre 2020 è divenuta efficace l'operazione di scissione parziale non proporzionale con opzione asimmetrica da parte della Capogruppo in favore di AMCO, società controllata dal MEF. L'operazione hacomportato il trasferimento - alla predetta data - di attività e passività patrimoniali incluse nel compendio di scissione per complessivi 4,1 mld di euro, di cui 0,6 mld di euro riferibili alla controllata MPSCS e ricompresi nel compendio scisso per effetto della scissione di quest'ultima a favore di MPS, divenuta efficace in data 26 novembre 2020. L'operazione ha comportato in capo al MEF l'annullamento di complessive n. 134.344.895 azioni di MPS (di cui n. 10.219.550 azioni per effetto dell'Opzione Asimmetrica) e una riduzione netta complessiva del patrimonio netto di Gruppo per 943,8 mln di euro. Per maggiori dettagli si rinvia al bilancio consoldiato.

Nella Relazione sulla Remunerazione consultabile alla sezione Corporate Governance/ Remunerazione/Politiche di Remunerazione sul sito internet del Gruppo, sono incluse tutte le informazioni in merito alla politica e prassi di remunerazione del Gruppo relative alle categorie di personale le cui attività hanno un impatto rilevante sul profilo di rischio dell'ente richieste dall'art. 450 del CRR. L'Appendice I riepiloga schematicamente la collocazione delle informazioni pubblicate in riferimento alla Parte Otto del CRR all'interno del presente documento e il rimando ad altri documenti.

1. Obiettivi e politiche di gestione del rischio

ExecutiveSummary

Principali metriche

CET 1 Ratio 12,13% down -259 bp

Dic-19: 14,72%

Tier 1 Ratio

12,13% down -259 bp Dic-19: 14,72%

Requisiti prudenziali (Overall Capital Requirement)

CET 1 Ratio: 8,82%

Tier 1 Ratio: 10,88%

Totale RWA e 49,9 mld down -14,8%

Dic-19: e 58,6 mld

LCR

196,7% up 29,1% Dic-19: 152,4%

NPL Ratio

3,4%

Dic-19: 11,27%

EAD Rischio di Credito e 142,8 mld up 8,8%

Dic-19: e 131,2 mld

NSFR 123,8% up 9,9%

Dic-19: 112,6%

Coverage Ratio

46,2%

Dic-19: 48,7%

L'obiettivo principale dell'informativa al Pubblico Pillar 3 è quello di descrivere in modo esaustivo il profilo di rischio del Gruppo Montepaschi divulgando ulteriori informazioni sulla gestione del capitale e sui drivers sottostanti alle attività di rischio, rispetto a quelle già riportate nel Bilancio Annuale.

L'informativa annuale trasmette infatti informazioni dettagliate sulla adeguatezza patrimoniale regolamentare (in ottica Pillar I) del Gruppo Montepaschi e sulla valutazione dei rischi realizzata con i modelli di Risk Management. Il Gruppo gestisce il capitale assicurandosi che la dotazione di capitale e i correlati ratios siano coerenti con il profilo di rischio assunto e rispettino i requisiti regolamentari. La valutazione dell'adeguatezza patrimoniale

Total Capital Ratio

15,75% down -94 bp Dic-19: 16,69%

Total Capital Ratio: 13,63%

Leverage Ratio

4,39% down -172 bps Dic-19: 6,11%

in ottica regolamentare si basa sul costante monitoraggio dei fondi propri, dei Risk Weighted Assets (RWA) e sul confronto con i requisiti regolamentari minimi inclusi gli ulteriori requisiti in eccesso da mantenersi nel tempo comunicati al Gruppo a seguito dello SREP e le ulteriori riserve di tempo per tempo vigenti. L'ottimizzazione degli RWA e dell'attivo viene perseguita mediante il monitoraggio contestuale della dinamica dei volumi e dell'evoluzione delle relative metriche di rischio.

A partire dal 31 dicembre 2014 l'informativa al Pubblico Pillar 3 è redatta sulla base della disciplina armonizzata per le banche e le imprese di investimento contenuta nel CRR e nella CRD IV. Queste ultime (di seguito framework normativo), come detto in precedenza, recepiscono in ambito

comunitario il cosiddetto "framework Basilea 3" che definisce regole più stringenti per i livelli di adeguatezza patrimoniale delle banche.

Requisiti regolamentari - 2020

In esito alla conclusione dello SREP condotto con riferimento ai dati al 31 dicembre 2018 e tenuto conto anche di informazioni pervenute successivamente a tale data, con l'invio in data 10 dicembre 2019 della SREP Decision 2019 la BCE ha richiesto alla Capogruppo di mantenere, a partire dal 1° gennaio 2020, su base consolidata, un livello di TSCR pari all'11% che include l'8% come requisito minimo di Fondi Propri ai sensi dell'art. 92 del CRR e il 3% quale requisito di capitale di Pillar II costituito interamente da CET1.

Per quanto riguarda la Pillar II Capital Guidance, la BCE ha indicato una aspettativa su base consolidata pari ad un requisito dell'1,3%, da soddisfare interamente con Capitale Primario di Classe 1 in aggiunta al requisito complessivo di capitale (OCR). La non osservanza di tale linea guida di capitale non equivale comunque al mancato rispetto dei requisiti di capitale.

Successivamente, in considerazione dei potenziali impatti sull'attività delle banche significative connessi alla diffusione del COVID-19, in data 8 aprile 2020 la BCE ha notificato alla Capogruppo la revisione, con efficacia dal 12 marzo 2020, della SREP Decision 2019, in riferimento alla composizione del requisito aggiuntivo di capitale di Pillar 2. In particolare, il requisitoaggiuntivo di capitale di Pillar 2 da detenere sotto forma di CET1 dovrà essere rispettato almeno per il 56,25% con Capitale primario di classe 1 (CET1) e per almeno il 75% con Capitale di classe 1 (Tier 1).

Si conferma anche per il 2020 il Capital Conservation Buffer pari al 2,5% e, a partire dal 1° gennaio 2020, il rispetto da parte del Gruppo dell'O-SII Buffer pari allo 0,13% (0,19% dal 1° gennaio 2021 e 0,25% dal 1° gennaio 2022) essendo stato identificato per il 2020 dalla Banca d'Italia come istituzione a rilevanza sistemica nazionale autorizzata in Italia ed infine lo 0,001% in termini di Countercyclical Capital Buffer. Di seguito si riepilogano i requisiti patrimoniali che il Gruppo deve rispettare a livello consolidato al 31 dicembre 2020.

Indicatori di adeguatezza patrimoniale

Dal 31 marzo 2020

Pillar I minimum Requirements (art. 92 CRR)

TSCR (P1R+P2R)

Combined Buffer Requirement (CBR)

OCR (TSCR+CBR)

CET 1 RatioTier 1 RatioTotal Capital Ratio

4,50% 6,19%

  • 6,00% 8,00%

  • 8,25% 11,00%

    2,63%

  • 2,63% 2,63%

  • 8,82% 10,88% 13,63%

Si evidenzia che in data 28 dicembre 2020 la BCE ha inviato alla Capogruppo la SREP Decision 2020, nella quale sono indicati i requisiti patrimoniali da soddisfare a partire dal 1° gennaio 2021. Nello specifico il Gruppo MPS - a livello consolidato - deve rispettare un requisito patrimoniale SREP complessivo (Total SREP Capital Requirement - TSCR) del 10,75%, che include - un requisito minimo di Pillar 1 ("P1R") dell'8% (di cui 4,50% in termini di CET1) e - un requisito aggiuntivo di Pillar 2 ("P2R") del

2,75% (rispetto al 3% della SREP Decision 2019), che dovrà essere rispettato almeno per il 56,25% con CET1 e per almeno il 75% con Tier 1.

Per ulteriori dettagli sull'esito del processo SREP si rimanda al capitolo 4 del presente documento.

Al 31 dicembre 2020, il Gruppo evidenzia un CET 1 ratio del 12,13%, superiore al coefficiente minimo previsto dall'art. 92 CRR, nonché al Total SREP Capital Requirement fissato da BCE e all'Overall Capital Requirement per il 2020. Si evidenzia inoltre che il Gruppo al 31 dicembre 2020 rispetta le P2G. Analogamente risultano superiori ai requisiti regolamentari il Tier 1 ratio ed il Total Capital ratio, come riportato nella tabella di seguito.

Indicatori di adeguatezza patrimoniale

Al 31 dicembre 2020

Pillar I minimum Requirements (art. 92 CRR)

TSCR (P1R+P2R)

Combined Buffer Requirement (CBR)

OCR (TSCR+CBR)

Coefficienti di capitale

CET 1 Ratio

4,50% 6,19%

2,63%

  • 8,82% 10,88% 13,63%

12,13% 12,13% 15,75%

TSCR - Total SREP Capital requirement P2R - Pillar 2 Requirement

CBR - Combined Buffer Requirement OCR - Overall Capital Requirement

Tier 1 RatioTotal Capital Ratio

  • 6,00% 8,00%

  • 8,25% 11,00%

  • 2,63% 2,63%

A fine del 2020, il Total Capital ratio pari al 15,75%, ha registrato un decremento di 94 bp rispetto a fine 2019 (pari a 16,69%).

Attesa una Pillar 2 Guidance confermata all'1,3%, il Gruppo al 31 dicembre 2020 mostra un marginale gap (5 b.p.) in termini di Tier 1 ratio rispetto alla soglia comprensiva del P2G.

Si ricorda, a tale riguardo, che la Banca Centrale Europea (BCE), in data 12 marzo 2020, ha diffuso un comunicato stampa

"ECB Banking Supervision provides temporary capital and operational relief in reaction to coronavirus" in cui, fra l'altro, come precisato anche in successive FAQ pubblicate dalla stessa BCE, si prevede la possibilità di operare temporaneamente al di sotto del livello di capitale definito dalla Pillar II Capital Guidance (P2G), del buffer di conservazione del capitale (CCB).

Sulla base della SREP Decision 2020 (requisiti patrimoniali da soddisfare a partire dal 1° gennaio 2021), ricevuta dalla Capogruppo in data 28 dicembre 2020, che prevede un requisito aggiuntivo di Pillar 2 ("P2R") del 2,75% in riduzione rispetto al 3% della SREP Decision 2019, i requisiti minimi complessivi in termini di Total Capital ratio, CET1 ratio e Tier1 risultano pari, rispettivamente, a 13,44%, 8,74%, e 10,75%. Il Gruppo Montepaschi, al 31 dicembre 2020 evidenzia un buffer positivo rispetto a tali soglie nonché delle stesse inclusive della P2G confermata all'1,3%.

In data 28 gennaio 2021 la Capogruppo ha approvato il Capital Plan come richiesto nella decisione finale della BCE del 28 dicembre 2020 riguardo ai requisiti patrimoniali SREP. In data 29 gennaio 2021 la Capogruppo ha inviato il Capital Plan alla

BCE, per la sua approvazione per quanto di sua competenza. Le interlocuzioni con entrambe le Autorità sono in corso. Come da comunicato stampa del 17 dicembre 2020, BMPS si potrebbe trovare al di sotto del combined buffer requirement, intaccando il Capital Conservation Buffer ("CCB"), apartire dal 31 marzo 2021 e fino alla data di perfezionamento dell'operazione di rafforzamento patrimoniale ipotizzabile per il 3Q21. In ogni caso, lo shortfall rientra, come dimensione, all'interno delle flessibilità di utilizzo del CCB rese pubbliche da BCE nell'ambito del temporary capital relief.

1 Obiettivi e politiche di gestione del rischio

17

Nella tabella di seguito si riepilogano i

(requisiti regolamentari - Pillar 1) del

requisiti in materia di Fondi Propri per

Gruppo MPS per l'anno 2020 e per l'anno

gli enti in coerenza con l'art. 92 del CRR

2019 e le relative variazioni.

Sintesi Fondi propri e Requisiti di Capitale

Dati in migliaia di Euro

Variazioni vs. 31-12-2019

Rischio di Concentrazione

-

-

-

-

Rischio di Regolamento

-

-

-

-

Requisito patrimoniale complessivo

3.992.250

4.684.728

-692.478

-14,8%

Fondi Propri

Capitale Primario di classe 1 (CET1)

Capitale Aggiuntivo di classe 1 (AT1)

Capitale di classe 2 (T2)

Fondi propri

Requisiti di Capitale

Rischio di Credito e Controparte

dic-20

dic-19

Assolute

%

6.053.319

8.620.324

-2.567.005

-29,8%

-

-

-

-

1.806.619

1.154.336

652.283

56,5%

7.859.937

9.774.660

-1.914.723

-19,6%

122.511

169.999

-47.488

-27,9%

2.832.771

3.618.890

-786.119

-21,7%

1.156.123

1.340.481

-184.358

-13,8%

1.676.648

2.278.409

-601.761

-26,4%

198.994

211.703

-12.709

-6,0%

198.994

211.703

-12.709

-6,0%

-

-

-

-

925.251

825.620

99.631

12,1%

6.738

7.743

-1.005

-13,0%

-

-

-

-

918.513

817.877

100.637

12,3%

Rischio CVA

35.235

28.515

6.720

23,6%

Attività di rischio ponderate

49.903.123

58.559.094

-8.655.971

-14,8%

di cui Rischio di Credito e Controparte

35.409.632

45.236.121

-9.826.489

-21,7%

di cui Rischi di Mercato

2.487.420

2.646.285

-158.865

-6,0%

di cui Rischio Operativo

11.565.638

10.320.251

1.245.388

12,1%

di cui Rischio di CVA

440.432

356.437

83.995

23,6%

Coefficienti di capitale

CET1 Capital Ratio

12,13%

14,72%

Tier 1 Capital Ratio

12,13%

14,72%

Total Capital Ratio

15,75%

16,69%

9 di cui Delta PA*

  • 9 di cui Standard

  • 9 di cui AIRB

Rischio di Mercato

9 di cui Standard

9

di cui Modelli Interni

Rischio Operativo

  • 9 di cui Metodo Base

  • 9 di cui Metodo Standardizzato

  • 9 di cui Metodi Avanzati

Variazioni vs. 31-12-2019

in bp

in %

-259

-2,59%

-259

-2,59%

-94

-0,94%

* Il valore rappresenta il contributo complessivo del Delta PA, inteso come somma degli elementi positivi ed elementi da dedurre, alla determinazione dei Fondi Propri secondo il framework Basilea 3. L'importo complessivo del delta PA, prima dell'applicazione del massimale, è pari a 373.101/migliaia (490.751/migliaia a dicembre 2019).

Rispetto al 31 dicembre 2019, il CET1 registra un decremento complessivo pari a -2.567 mln di euro, essenzialmente riconducibile ai seguenti fenomeni:

  • - perdita di periodo pari a -1.689 mln di euro;

  • - diminuzione del capitale sociale per -1.134 mln di euro (per annullamento azioni) e incremento della voce riserva per complessivi +184 mln di euro (di cui +187 mln di euro relativi al conguaglio delle differenze del compendio patrimoniale e ai costi sostenuti per l'operazione, a seguito dell'efficacia in data 1° dicembre 2020 della scissione parziale non proporzionale con opzione asimmetrica di un compendio di crediti deteriorati da parte della Capogruppo in favore di AMCO);

  • - miglioramento del saldo della Riserva Other Comprehensive Income, per complessivi +141 mln di euro;

  • - decremento delle deduzioni connesse alle DTA (+198 mln di euro), delle deduzioni connesse ai filtri prudenziali (+22 mln di euro, principalmente ascrivibili alla prudent valuation) e delle deduzioni connesse alle attività immateriali (+104 di euro, principalmente ascrivibili all'applicazione dell'esenzione dalla deduzione dal CET1 delle attività in software secondo quanto previsto dal Regolamento UE 2020/2176 in vigore dal 23 dicembre 2020), oltre all'incremento delle deduzioni sulle cartolarizzazioni (-7 mln di euro) ed all'incremento delle deduzioni extra-franchigia relative agli investimenti finanziari significativi (-440 mln di euro);

  • - diminuzione della sterilizzazione dell'impatto IFRS 9 connesso alla prima applicazione del principio contabile come previsto dal Regolamento UE 2017/2935 (comprensivo dell'effetto positivo delle relative DTA), pari a complessivi -95 mln di euro, ascrivibile al passaggio del filtro dall'85% al 70%;

  • - sterilizzazione dell'impatto patrimoniale connesso all'incremento delle rettifiche di valore su crediti rilevato nel periodo 31 dicembre 2020 rispetto al 1° gennaio 2020 per i portafogli stage 1 e 2, come previsto dal Regolamento UE 2020/873. Tale Regolamento prevede la reintroduzione nel CET1 di una quota progressiva decrescente dell'effetto delle maggiori rettifiche, prevista per il 2020 pari al 100%: al 31 dicembre 2020 tale effetto positivo è pari a +192 mln di euro;

  • - effetto negativo pari a -44 mln di euro derivante all'introduzione del filtro prudenziale relativo alla Riserva Other Comprehensive Income sui titoli di Stato. Tale trattamento temporaneo applicabile dal 1 gennaio 2020 al 31 dicembre 2022, consente di escludere dagli elementi del CET1 l'importo progressivamente decrescente (100% nel 2020, 70% nel 2021 e 40% nel 2022) dei profitti e delle perdite non realizzati cumulati a partire dal 31 dicembre 2019, contabilizzato alla voce di bilancio "Variazioni di fair value di strumenti di debito valutati al fair value rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo", con riferimento

alle esposizioni verso amministrazioni centrali, sempreché tali esposizioni siano classificate tra le attività finanziarie non deteriorate.

Il Tier 2 registra un aumento di 652 mln di euro rispetto a fine dicembre 2019, ascrivibile al controvalore delle emissioni di obbligazioni subordinate T2 (nominali 400 mln di euro perfezionatasi nel mese di gennaio 2020 e nominali 300 mln di euro perfezionatasi nel mese di settembre 2020) ed alla riduzione del contributo al Tier 2 dell'eccedenza delle rettifiche di valore rispetto alle perdite attese (-48 mln di euro). Il Total Capital ratio riflette pertanto un decremento complessivo dei fondi propri pari a -1.915 mln di euro.

Gli RWA registrano un decremento complessivo pari a 8.656 mln di euro. In particolare, si rileva una riduzione degli RWA relativi al rischio di credito e controparte (-9.826 mln di euro), determinata : i) dal deconsolidamento del portafoglio "Hydra M" in data 1° dicembre 2020, ii) dall'applicazione delle modifiche introdotte dal Regolamento (UE) 2020/873 del 24 giugno 2020, con particolare riferimento al calcolo del supporting factor relativo ai prestiti alle piccole e medie imprese, nonché iii) dall'effetto delle garanzie pubbliche sulle nuove erogazioni e delle due operazioni di cartolarizzazione sintetica. Si rileva inoltre una riduzione degli RWA relativi ai rischi di mercato (-159 mln di euro), che al 31 dicembre 2020 rappresentano meno del 5% (4,99%), ed un incremento degli RWA relativi al rischio CVA (+84 mln di euro) ed

al rischio operativo (+1.245 mln di euro).

RWA per tipologia di rischio

Gli RWA a fronte del Rischio di Credito, che rappresentano circa il 71% degli RWA complessivi, sono concentrati in larga misura nelle esposizioni verso imprese ed esposizioni al dettaglio soggette al metodo AIRB (rispettivamente 39,6% e 19,6%).

Il Liquidity Coverage Ratio (LCR) al 31 dicembre 2020 è pari al 196,7% risultando al di sopra del requisito regolamentare minimo applicabile per il 2020 (pari al 100%) in aumento rispetto a dicembre 2019 (pari a 152,4%) Il Net Stable Funding Ratio (NSFR) al 31 dicembre 2020 è pari a 123,8% risultando in incremento rispetto a dicembre 2019.

Il Gruppo Montepaschi ha declinato anche per il 2020 il quadro complessivo interno di riferimento per la determinazione della sua propensione al rischio (Risk Appetite Framework - RAF).

Il RAF ha l'obiettivo di assicurare coerenza nel continuo tra il profilo di rischio effettivo del Gruppo (risk profile) e la propensione al rischio deliberata ex-ante dal CdA (risk appetite), tenuto conto di eventuali soglie di tolleranza (risk tolerance) e comunque entro i limiti massimi ammissibili (risk capacity) che, ove esistenti, tengono conto di requisiti regolamentari o altri vincoli imposti dalle Autorità di Vigilanza (es. SREP Decision della BCE).

Il RAF annuale viene formalizzato nel c.d. "Risk Appetite Statement" (RAS) approvato dal CdA e declinato su un insieme di Key Risk Indicators (KRI) definiti a livello di Gruppo, Legal Entity e Business Units, in accordo con i processi approvati internamente dallo stesso Consiglio. Per quanto riguarda gli indicatori di Gruppo, nel 2020, sono statiidentificati indicatori di Capital Adequacy, Liquidity Adequacy, Leverage, Asset Quality, Performance, Controlli Interni e Parti Correlate. Per ciascuna categoria sono stati incrementati gli indicatori a presidio, in particolare per la liquidità, la qualità degli attivi e la performance.

Con specifico riferimento al RAF 2020, il Gruppo MPS ha prontamente riadattato le proprie analisi per addivenire a una revisione del RAS nella seconda parte dell'anno in ragione dell'emergere della pandemia COVID-19, che ha impattato radicalmente lo scenario su cui erano basate le iniziali proiezioni economico/patrimoniali. Nell'ambito del RAS, i sistemi di gestione e misurazione dei rischi adottati consentono un monitoraggio nel continuo del risk profile ed una rendicontazione periodica agli Organi Aziendali, con attivazione di opportuni meccanismi di escalation in caso di sconfinamenti delle soglie di Tolerance o di Capacity.

1.1 L'approccio al Risk Management

Gli obiettivi e le politiche di gestione dei rischi sono definiti in coerenza con il modello di business del Gruppo, con gli obiettivi a medio termine del Piano di Ristrutturazione e con i vincoli esterni di natura normativa e regolamentare.

Le politiche relative all'assunzione, gestione, copertura, monitoraggio e controllo dei rischi sono definite dal CdA della Capogruppo. In particolare, il CdA definisce e approva periodicamente gli indirizzi strategici in materia di governo dei rischi ed esprime quantitativamente il livello complessivo di propensione al rischio di tutto il Gruppo, in coerenza con il Budget annuo e le proiezioni pluriennali.

Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo definisce il Risk Appetite Framework (RAF) complessivo per tutto il Gruppo e approva almeno annualmente il "Group Risk Appetite Statement" (RAS).

Il RAS rappresenta un momento fondamentale in termini di definizione della strategia di rischio del Gruppo. Vengono individuati gli obiettivi/vincoli di rischio (c.d. «cascading down» del Risk Appetite) in coerenza con le mission assegnate alle diverse Business Lines ei Business Model delle Legal Entities Controllate.

Il complessivo impianto, approvata dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, è espresso attraverso un articolato sistema di Key Risk Indicators (KRI) che riflette la tolleranza al rischio (Risk Tolerance) rispetto al profilo di rischio (RiskProfile), nel rispetto dei vincoli regolamentari (Risk Capacity) imposti dall' Autorità di Vigilanza. Successivamente, la propensione al rischio definita (Risk Appetite) viene ulteriormente assegnata, attraverso deleghe specifiche, all'Amministratore Delegato/ Direttore Generale, in termini di limiti operativi (Risk Limits) sui vari comparti di business e formalizzate in politiche di governo e processi di gestione sui vari rischi aziendali.

Il RAS esprime inoltre le interazioni che la Capogruppo ha con le Controllate, in termini di strategie ed indirizzi.

Eguale attenzione è risposta nel monitoraggio e controllo delle operazioni con le Parti Correlate che possono avere un impatto rilevante sul profilo di rischio del Gruppo.

Il Processo di Risk Appetite è strutturato in modo da essere coerente con i processi ICAAP e ILAAP e con i processi di Pianificazione e Budget e di Recovery, sia in termini di governo, ruoli, responsabilità, metriche, metodologie di stress test e monitoraggio dei key risk indicators.

La valutazione interna complessiva dell'adeguatezza di capitale e liquidità avviene periodicamente nell'ambito del processo strategico ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process) e ILAAP (Internal Liquidity Adequacy Assessment Process) costituito principalmente da:

  • ICAAP/ILAAP Outcomes, ovvero valutazioni di tipo quantitativo (inherent risk) e qualitativo (risk management

and controls) sul posizionamento di rischio predisposte dalla funzione di Controllo del Rischio per il Consiglio di Amministrazione;

  • Capital/Liquidity Adequacy Statement

    (CAS/LAS), ovvero la dichiarazione sintetica del Consiglio di Amministra-zione che esprime la propria visione di gestione dell'adeguatezza della liquidità;

  • ICAAP/ILAAP ongoing, che si sostanzia nelle periodiche analisi di adeguatezza di liquidità, che trovano rappresentazione nel reporting agli Organi aziendali.

Il Gruppo, inoltre, conduce regolarmente analisi di stress test gestionali su tutti i fattori di rischio. Le prove di stress permettono di valutare la capacità del Gruppo di assorbire ingenti perdite potenziali o deflussi di liquidità al verificarsi di eventi di mercato estremi o ideosincratici severi ma plausibili,in modo da poter individuare le misure da intraprendere per ridurre il profilo di rischio e preservare il patrimonio e la posizione di liquidità.

In tema di stress test, per il 2021 - a seguito del rinvio del 2020 per la pandemia COVID-19 - l'EBA ha avviato l'EU-wide stress testing, finalizzato alla verifica dell'impatto di scenari avversi sulla solidità del settore bancario europeo. Il Gruppo MPS partecipa all'esercizio, la pubblicazione dei cui risultati è attesa per la fine di luglio 2021.

Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, annualmente entro il 30 aprile, approva la Relazione annuale sulle attività svolte in materia di Risk Management, che illustra le verifiche effettuate, i risultati emersi, i punti di debolezza rilevati proponendo gli interventi da adottare per la loro rimozione.

1.2 Governo dei Rischi nel Gruppo Montepaschi e organizzazione della funzione Risk Management

La Direzione CRO, assolve ai compiti di Funzione di Controllo dei Rischi, di funzione Antiriciclaggio e contrasto del finanziamento al terrorismo (AML) e di Convalida Interna. Il Responsabile della Direzione, oltre ad essere responsabile della Funzione di Controllo dei Rischi è anche responsabile della Funzione AML. Al CRO riporta, inoltre, il responsabile della Funzione di Convalida Interna, così come definite dalla normativa di Vigilanza e recepite internamente nella Policy di Gruppo in materia di Sistema dei Controlli Interni. Alla Direzione CRO riportano anche, gerarchicamente, il Risk Manager della filiale estera di Shanghai e, funzionalmente, il Risk Manager della controllata estera Monte Paschi Banque. Come previsto dalle normative internazionali e dalle migliori best practices, l'autonomia e indipendenza del CRO sono assicurate dal riporto diretto verso l'Organo Collegiale

avente funzioni di supervisione strategica (CdA), e solo funzionalmente con l'Organo di gestione (AD/DG). Il Chief Risk Officer (CRO) ha accesso diretto all'Organo con funzione di controllo (Collegio Sindacale) comunicando nel continuo senza restrizioni e intermediazioni. Il CRO ha inoltre facoltà, a sua discrezione, di partecipare alle riunioni del Comitato Rischi e Sostenibilità per intervenire o proporre discussioni su temi specifici. La nomina/revoca del Chief Risk Officer della Capogruppo da parte del CdA, è prevista su proposta del Comitato Rischi e Sostenibilità, avvalendosi del contributo del Comitato Nomine, sentito il Collegio Sindacale.

La determinazione dell'assetto retributivo del Chief Risk Officer della Capogruppo è deliberata da parte del CdA, su proposta del Comitato Remunerazione, acquisendo il parere del Comitato Rischi e Sostenibilità.

CRO StaffInternal Validation

FunctionForeign Risk

ManagersAnti-Money Laundering

Liquidity Risk & ALMRisk Integration & Reporting

Financial & Counterparty RiskCredit Portfolio Models & Controls

Credit Risk

ModelsOperational, IT & Reputational RiskWealth Risk Management

Le strutture organizzative relative alla funzione controllo del rischio sono:

l'Area Financial Risk Officer, definisce le metodologie integrate di misurazione e analisi dei rischi e ne assicura un costante monitoraggio, verificandone la coerenza con il Risk Appetite Framework ed il rispetto delle soglie definite in termini di adeguatezza rispetto al capitale (ICAAP - Internal Capital Adequacy Assessment Process) e alle riserve di liquidità (ILAAP - Internal Liquidity Adequacy Assessment Process), e partecipando alla definizione delle eventuali azioni di mitigazione richieste. Collabora alla predisposizione, stesura e monitoraggio del Piano di Recovery. Governa l'evoluzione del sistema di misurazione e controllo dei rischi finanziari proprietari, in coerenza con i principi interni e regolamentari. Garantisce il Risk Reporting direzionale per gli Organi Aziendali e l'Alta Direzione. Definisce, coordina e predispone l'Informativa Rischi di Gruppo per finalità esterne e istituzionali (Informativa al Pubblico Pillar 3) e fornisce supporto alla predisposizione delle altre informative a carattere esterno/istituzionale (Informativa Finanziaria, Prospetti Consob, AuCap, Società di rating, Regulators).

L'Area Lending Risk Officer, governa l'evoluzione del sistema di misurazione dei rischi di credito, in coerenza con i principi interni e regolamentari, sia in termini di modelli statistici che di valutazioni analitiche e di processo, presidiando la valutazione del rischio di credito dalla qualità del portafoglio fino al livello di singolo nome. Svolge icontrolli di secondo livello sulle esposizioni creditizie del Gruppo. Sviluppa e manutiene i modelli interni di competenza sul rischio di credito. Definisce le regole e le metodologie di determinazione delle singole misure di rischio (stima dei parametri AIRB, PD LGD, EAD, e dei modelli macroeconomici ad essi applicati per fini Contabili, RAF, ICAAP e Recovery Plan).

L'Area Operating Risk Officer governa l'evoluzione del sistema di misurazione e controllo dei rischi correlati all'esercizio operativo del modello di business della Banca (tra cui rischi operativi, reputazionali, e rischi associati ai portafogli della clientela). Alla Direzione CRO riportano anche:

  • il Servizio Validazione Sistemi di Rischio, incaricato della verifica nel continuo dell'affidabilità dei risultati dei sistemi avanzati di misurazione del rischio e il mantenimento della loro coerenza con le prescrizioni normative e di convalida dei modelli, inclusi quelli non utilizzati ai fini regolamentari.

  • il Servizio AML - CFT, incaricato del presidio della conformità in materia di antiriciclaggio e contrasto al finanziamento del terrorismo, svolgendo le connesse attività gestionali e operative in materia di rafforzata verifica e valutazione delle operazioni sospette e coordinando i ruoli di responsabilità istituiti nelle Società del Gruppo e nelle Filiali.

La funzione Risk Management, come funzione di controllo di secondo livello,

rientra nell'assetto generale dei controlli di Gruppo, disciplinato internamente dalla Policy sul Sistema dei Controlli Interni, che definisce l'insieme delle regole, delle funzioni, delle strutture, delle risorse, dei processi e delle procedure volte ad assicurare la sana e prudente gestione dell'impresa.

Per una trattazione più esaustiva del più generale assetto del Framework dei Controlli Interni e di Corporate Governance del Gruppo, si rinvia alla Relazione sulla Corporate Governance disponibile sul sito Internet: (https://www.gruppomps.it/corporate-governance/relazioni-corporate-governance.html)

A tale documento, può farsi riferimento anche in tema di Risk Culture a cui la funzione risk management contribuisce non solo attraverso la declinazione del RAS e del suo "cascadingdown" alle Unità Organizzative rilevanti al perseguimento degli obiettivi di propensione al rischio ma anche attraverso iniziative di formazione rivolte sia agli Organi Aziendali (cicli di board induction su temi specifici) sia alla intera popolazione dei dipendenti con iniziative di formazione generale (anche per mezzo di corsi on-line).

1.3 I flussi informativi di Risk Reporting: principali caratteristiche

Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, nell'ambito del proprio ruolo

  • approva le linee guida ed il quadro organizzativo in materia di Integrated Risk Reporting (Risk Reporting Framework);

  • assicura che venga approntato un sistema di Risk Reporting accurato, completo, efficace e tempestivo;

  • esamina il Risk Reporting Direzionale periodico di pertinenza;

  • valuta ed approva periodicamente, almeno con cadenza annuale, le eventuali modifiche o integrazioni al Risk Reporting Direzionale (contenuto, formato e frequenza delle informazioni di rischio riportate), che gli consentano di adempiere il proprio ruolo, rispetto ai rischi cui il Gruppo è o può essere esposto;

  • assicura che il Risk Reporting Direzionale costituisca elemento effettivo di supporto dei suoi processi decisionali, e che le informazioni siano poi diffuse al resto del contesto aziendale in modo da supportare anche le decisioni del management e dei dipendenti nelle attività quotidiane e nei loro impatti sui rischi che il Gruppo si assume (Risk Culture promotion).

Il processo di Integrated Risk Reporting è definito in coerenza con i processi strategici/ direzionali (Risk Appetite, Gestione Operazioni Maggior Rilievo, ICAAP-ILAAP, Recovery Plan, definizione delle Politiche eprassi di Remunerazione ed incentivazione). L'Integrated Risk Reporting regola pertanto le modalità con le quali le informazioni di rischio sono rappresentate agli Organi e alle Funzioni Aziendali aventi responsabilità strategiche, decisionali e di controllo promuovendo la piena valorizzazione dei diversi livelli di responsabilità favorendo l'efficacia dei processi decisionali e di governo.

Il Risk Reporting si distingue, rispetto ai destinatari, in Reporting Esterno e Reporting Interno.

Il Risk Reporting Esterno è predisposto ed indirizzato a soggetti esterni alla Banca, tipicamente i Supervisors, gli Investitori, gli Analisti, le Agenzie di Rating e il Mercato in generale.

Nell'ambito del Risk Reporting Esterno, il Gruppo Montepaschi disciplina internamente il Terzo Pilastro di Basilea ("Informativa al Pubblico Pillar3") nel Regolamento n.1 della Capogruppo Bancaria e con una apposita Direttiva di Gruppo.

Il Risk Reporting Interno è invece predisposto e indirizzato per supportare la gestione aziendale da parte degli Organi Aziendali e del Management (anche qualora sia previsto un eventuale inoltro ai Supervisors), e si suddivide a sua volta in tre macro-famiglie:

  • 1° livello - Reporting verso gli organi con funzione di supervisione strategica e controllo della Capogruppo; il reporting prodotto ha carattere di massimo

livello di sinteticità, utile comunque a verificare, fra l'altro, il rispetto delle soglie RAS - Risk Appetite Statement e Recovery, in coerenza anche con i processi ICAAP e ILAAP;

  • 2° livello - Reporting verso gli organi con funzione di gestione ed il senior management (C-Level) della Capogruppo (ivi ricompreso anche il reporting verso i Comitati di Gestione), nonché il reporting per gli organi delle Controllate del Gruppo. Il livello di dettaglio, maggiore rispetto al reporting di 1° livello, è coerente con la finalità di supporto alle attività di indirizzo, coordinamento e controllo delle strategie operative e di gestione dei rischi di Gruppo, anche in situazioni di crisi,nell'ambito degli indirizzi strategici di propensione al rischio esplicitati dal RAS;

  • 3° livello - Reporting operativo verso le Business Unit e assuntori di rischio (strutture della Capogruppo e/o delle Controllate) per finalità di gestione operativa dei rischi.

I primi due livelli, congiuntamente, definiscono il perimetro del Risk Reporting Direzionale, mentre il terzo livello delimita il perimetro del Risk Reporting Operativo. Struttura e contenuti del Risk Reporting vengono aggiornati periodicamente per garantire rispondenza alle esigenze di controllo, indirizzo gestionale e governo aziendale.

1.4 Stress Test: scenari e metodologie

Il Gruppo Montepaschi effettua periodicamente analisi di stress a valere sia sui Risks-to-Capital sia sui Risks-to-Liquidity, in modalità stand alone, sia in modalità integrata.

Per quanto riguarda, gli stress Risk-to-Capital, la componente di Capital Stress Test Framework (CSTF) è pertanto considerata all'interno del più generale Capital Adequacy Framework e mira ad identificare le possibili vulnerabilità a fronte di eventi esterni severi ma plausibili.

Il Capital Stress Test Framework è costituito, dunque, dall'insieme di approcci metodologici e di processi che consentono di valutare l'esposizione ai vari rischi in condizioni di turbolenza dei mercati o di tensioni specifiche ed è effettuato sia per finalità regolamentari che per finalità gestionali interne.

Nello specifico, con riferimento all'ICAAP-ILAAP 2020, l'esercizio è avvenuto successivamente all'emergere della pandemiada COVID-19; il relativo scenario corrente e prospettico è risultato di tale impatto da essere sonsiderato assimilabile ad uno stress sistemico (come confermato dal fatto che le stesse Autorità hanno avviato procedure eccezionali di revisione degli strumenti di regolamentazione o di applicazione degli stessi) adeguato quale scenario di stress in ambito ICAAP.

Per quanto attiene agli stress Risks-to-Liquidity, il Liquidity Stress Test Framework (LSTF) è quella componente del Liquidity Risk Framework dedicata alla valutazione di adeguatezza in condizioni di stress ed ha l'obiettivo di analizzare le vulnerabilità nel posizionamento di liquidità in relazione ai diversi comparti di rischio. Il LSTF è costituito, dunque, dall'insieme di approcci metodologici e di processi che consentono di valutare l'esposizione al rischio di liquidità in condizioni di turbolenza dei mercati o di tensioni specifiche.

1.5 Strategie e processi di gestione, copertura e mitigazione dei rischi

Il Gruppo Montepaschi, a fronte dei fattori di rischio a cui è sottoposto, si avvale di modelli sviluppati ed utilizzati ai fini gestionali e regolamentari. Per una trattazione delle strategie, politiche di copertura e/o mitigazione, processi e modelli di gestione dei vari rischi, si rinvia ai singoli paragrafi successivi.

Da un punto di vista regolamentare, in linea con i principi previsti dal Nuovo Accordo sull'Adeguatezza Patrimoniale in tema di rischi di Primo Pilastro, il Gruppo Montepaschi, già dal primo semestre del 2008, ha ricevuto la validazione sui modelli interni per i rischi di credito ed operativi. Ai sensi della Circolare Banca d'Italia 263/2006, in data 12 giugno 2008 con provvedimento n. 647555, il Gruppo Montepaschi è stato formalmente autorizzato dall'Organo di Vigilanza all'utilizzo dei modelli avanzati per la misurazione e la gestione dei rischi di credito (Advanced Internal Rating Based - AIRB) e operativi (Advanced Measurement Approach - AMA), a valere dalla prima segnalazione consolidata "Basilea 2" relativa al 30-06-2008.

Nel tempo tali modelli sono stati ulteriormente sviluppati e ne è stato esteso il perimetro di applicazione a entità del Gruppo non ricomprese nel perimetro iniziale di validazione. Al 31 dicembre 2020 il Gruppo Montepaschi risulta validato a fini regolamentari sui seguenti portafogli/entità/ parametri:

Rischi di Credito: trattamento regolamentare

Legal EntityCorporate AIRBRetail AIRB

Per la determinazione dei requisiti patrimoniali delle operazioni di Specialized Lending superiori a 5 milioni di Euro, il Gruppo è stato autorizzato all'utilizzo della metodologia AIRB degli "Slotting Criteria". Per le restanti entità/esposizioni su rischi di credito, a fini regolamentari, il Gruppo adotta la metodologia standardizzata.

Rischi Operativi: trattamento regolamentare

Legal

Metodo

Metodo

Entity

AMA

BIA

Banca MPS

P

-

MPS CS

P

-

MPS L&F

P

-

COGMPS

P

-

Altre Entity

-

P

Per i rischi di mercato, a fini regolamentari, il Gruppo adotta la metodologia standardizzata. Sui rischi di controparte, a fini regolamentari, il Gruppo utilizza il metodo del valore di mercato per i derivati OTC e le operazioni LST e il metodo integrale per le operazioni SFT.

1.6 Corporate Governance

Per una trattazione del più generale assetto di Corporate Governance del Gruppo, si rinvia alla Relazione sulla Corporate Governance disponibile sul sito Internet (https://www. gruppomps.it/corporate-governance/ relazioni-corporate-governance.html )

Per quanto attiene ai flussi informativi dirischio (Risk Reporting) al Consiglio di Amministrazione e a come lo stesso sia coinvolto nella definizione del contenuto dello stesso, si rinvia alla sezione precedente in cui è descritto il sistema di Integrated Risk Reporting.

1.7 L'analisi di Capitale Interno e il Modello di Integrazione Rischi

l Capitale Interno Complessivo è inteso come l'ammontare gestionale di risorse patrimoniali minime necessarie alla copertura delle perdite economiche dovute al verificarsi di eventi inattesi generati dall'esposizione simultanea alle diverse tipologie di rischio. Concorrono alla quantificazione del Capitale Interno Complessivo tutte le suddette tipologie di rischio con eccezione del rischio di liquidità e del rischio reputazionale, che sono invece mitigati tramite policy e processi di natura organizzativa.

La Direzione CRO quantifica con regolarità il Capitale Interno relativo a ciascuna tipologia di rischio e ne dà conto periodicamente al Comitato Gestione Rischi e agli Organi di Vertice nell'ambito dei flussi informativi. L'approccio utilizzato per la quantificazione dei risks-to-capital, verso cui il Gruppo risulta essere esposto, è quello che in letteratura è denominato come Pillar 1 Plus. Tale

approccio prevede che, ai requisiti di Pillar 1 per il Rischio di Credito e Controparte, che già includono i requisiti relativi a Rischio Emittente sul Portafoglio Bancario (PB), Rischio Partecipazione, Rischio Immobiliare e per il Rischio Operativo, vengano aggiunti i requisiti calcolati attraverso modelli interni relativi a Rischi di Mercato sia Portafoglio di Negoziazione, sia Portafoglio Bancario e Rischio di Tasso di Interesse del Portafoglio Bancario (Rischi Finanziari), Rischio Concentrazione, Rischio di Business/ Strategico e Rischio Modello. Il Capitale Interno Complessivo è calcolato senza considerare la diversificazione inter-rischio sommando direttamente i contributi dei singoli rischi. Tale approccio tende ad incorporare le indicazioni presenti nelle Guidelines sullo SREP (Supervisory Review and Evaluation Process) pubblicato dall'EBA.

1.8 Rischio di Credito

II processi di Budgeting, Pianificazione, Capital Management e Risk Management del Gruppo Montepaschi sono basati sulla logica delle misurazioni "corrette per il rischio" (Risk Adjusted Performance Management - RAPM). Nello sviluppo di questi processi gestionali la definizione di adeguate politiche del credito, sotto la responsabilità della Direzione Chief Risk Officer, assume un ruolo rilevante che trova applicazione operativa nella realizzazione delle strategie, in termini di obiettivi di qualità del portafoglio crediti, da applicare ai processi del credito. Le strategie del Gruppo Montepaschi in ambito di gestione del Rischio di Credito hanno l'obiettivo principale di limitare gli impatti economici sul portafoglio crediti dei fenomeni di insolvenza, attraverso, in particolare, tutte le potenzialità offerte dai modelli di Rating interni e dalle stime di perdita in caso di insolvenza. La definizione delle strategie è annuale, in concomitanza con la definizione del Risk Appetite, salvo variazioni straordinarie rese necessarie da condizioni esogene.

È possibile individuare due ambiti di definizione:

  • strategie di Erogazione del Credito (definizione di target di qualità per l'accesso al credito);

  • strategie di Monitoraggio del Credito (definizione di target di qualità minima per il mantenimento del credito erogato).

Nelle strategie di erogazione assumeparticolare importanza la definizione delle regole (policy) di accettazione della clientela, incentrate sulle caratteristiche di analisi della solvibilità prospettica del cliente. Solo dopo aver individuato il cliente con i requisiti di merito di credito stabiliti, sono presi in considerazione altri fattori di attenuazione del rischio di credito (garanzie). Le informazioni sulle qualità del cliente e sulle caratteristiche di rischio dell'operazione determinano l'individuazione dell'organo deliberante competente per la concessione creditizia.

Le strategie di seguimento sono invece composte da tutti i sistemi di rilevazione, con cadenza giornaliera/mensile, delle mutate caratteristiche del cliente. La rilevazione di eventi in grado di modificare il rischio di credito innesca una serie di adempimenti da parte della rete commerciale, a cui viene assegnato l'importante compito di mantenere aperto il canale di comunicazione con il cliente e di reperire tutte le informazioni utili alla verifica della variazione del rischio di credito. In caso di conferma, è previsto l'affiancamento al gestore della relazione di figure specializzate nella gestione della qualità del credito ed in ambito legale per la definizione delle modalità di gestione del rischio di credito.

La rilevazione quantitativa del rischio di credito trova la principale applicazione operativa nella misurazione della redditività aggiustata per il rischio della singola unità operativa. Tale processo è realizzato attraverso

gli strumenti di controllo di gestione. Gli strumenti di rilevazione e quantificazione del rischio di credito consentono al Gruppo Montepaschi la definizione di politiche di copertura che avvengono principalmente nella definizione del "pricing risk adjusted", attività che incorpora copertura di rischio e programmazione della redditività del capitale.

Le politiche in ambito di attenuazione del rischio sono definite nel processo della Credit Risk Mitigation (CRM), nel quale sono indicate e soddisfatte le caratteristiche (legali, operative e organizzative) necessarie per l'utilizzo delle garanzie accessorie ai fini dell'attenuazione del rischio di credito. Nel processo sono identificati quattro insiemi di garanzie che rispettano i requisiti di mitigazione: Personali, Reali Finanziarie, Reali Ipotecarie e Reali Altre (Depositi in contante presso terzi e Polizze vita a garanzia della banca). Altri tipi di garanzia a protezione del credito non producono alcun effetto di attenuazione del rischio di credito. In particolare, per le garanzie reali è stato realizzato un sistema di monitoraggio del valore del bene in garanzia, basato sulla rilevazione del valore di mercato (giornaliero per i titoli e annuale per gli immobili). All'interno dei processi di erogazione del credito il Gruppo Montepaschi adotta un sistema di individuazione dei prenditori "risk adjusted", che è sensibile al Rating del cliente e alla presenza di garanzie reali. Nei casi in cui il valore del bene in garanzia sia soggetto a rischi di mercato o di cambio si utilizza il concetto dello "scarto di garanzia", misura

espressa in percentuale sul valore puntuale della garanzia offerta, che è funzione della volatilità del valore del titolo. In fase di delibera viene considerata come garantita la sola parte del finanziamento coperta dal valore del bene al netto dello scarto. Nelle fasi di monitoraggio viene richiesto l'adeguamento delle garanzie per le quali il valore di mercato risulta inferiore al valore di delibera al netto dello scarto; la notifica di tale adempimento viene canalizzata nei processi realizzativi delle strategie di monitoraggio del credito. Per ulteriori approfondimenti sulle Tecniche di Attenuazione del Rischio, si veda anche il successivo Paragrafo 5.5.

I processi di erogazione e le policy di gestione dei Rischi di Credito sono disciplinate da apposite Direttive di Gruppo.

L'analisi del rischio di credito viene realizzata internamente per finalità gestionali mediante l'utilizzo del Modello di Portafoglio Creditizio, sviluppato internamente alla Capogruppo, che produce come output di dettaglio le misure di rischio classiche di Perdita Attesa e Inattesa sia gestionali (diversificate intra-risk con orizzonte temporale annuo ed intervallo di confidenza calibrato al rating target del Gruppo stesso) sia regolamentari. Gli input sono numerosi: probabilità di default (PD), ottenute tramite modelli validati e non, tassi di LGD (gestionali e regolamentari), numero e tipologie di garanzie che assistono i singoli rapporti creditizi, CCF regolamentari e gestionali sulla base dei quali viene stimata rispettivamente l'EAD regolamentare e gestionale. Il Gruppo Montepaschi, anche in relazione

a quanto previsto dal Secondo Pilastro di Basilea, è impegnato nella continua evoluzione delle metodologie e dei modelli, al fine di valutare gli impatti sul portafoglio creditizio di condizioni di stress, ottenute attraverso analisi sia di sensitivity a singoli fattori di rischio sia di scenario.

Le risultanze delle analisi di questo comparto di rischio vengono regolarmente inserite nel più generale flusso di reporting in materia di

rischio prodotto dalla Direzione Chief Risk Officer, e portate all'attenzione del Comitato Gestione Rischi della Capogruppo Bancaria, dell'Alta Direzione e degli Organi aziendali. Per ulteriori informazioni in merito soprattutto alle caratteristiche del Modello Interno AIRB, si rimanda al successivo Paragrafo 5.3.

1.9 Rischio Operativo

Il Gruppo Montepaschi ha adottato un sistema avanzato di gestione dei rischi operativi al fine di garantire un'efficace azione di prevenzione ed attenuazione dei rischi stessi. Il sistema di gestione si sostanzia in un processo strutturato per l'identificazione, la valutazione ed il controllo dei rischi operativi, ed è definito nella Direttiva di Gruppo in materia di Governo e Gestione dei Rischi Operativi.

Il sistema di gestione adottato dal Gruppo si articola nei seguenti macro processi:

  • identificazione,

  • misurazione,

  • monitoraggio,

  • gestione e controllo,

  • manutenzione,

  • convalida interna,

  • revisione.

Ciascun processo è chiaramente documentato ed attribuito alla responsabilità di una funzione aziendale.

Nei processi sono inoltre coinvolte le figure organizzative individuate nelle diverse Società controllate del Gruppo.

La normativa aziendale attribuisce la funzione di controllo dei rischi operativi all'Area Operating Risk Officer. Come già riportato in precedenza, all'interno di questa è istituito il Servizio Rischi Operativi, IT e Reputazionali cui competono:

  • la definizione, lo sviluppo e l'aggiornamento dei sistemi di gestione e misurazione dei rischi operativi;

  • il coordinamento dei sistemi di raccoltae conservazione dei dati;

  • il sistema di reporting sui rischi operativi;

  • la valutazione del profilo di rischio operativo e la misurazione del corrispondente requisito patrimoniale a livello individuale e consolidato;

  • il presidio gestionale sul rischio informatico.

Il modello di gestione e misurazione disegnato ed implementato dal Gruppo Montepaschi incorpora le quattro componenti elencate di seguito:

  • dati interni di perdita operativa;

  • dati esterni di perdita operativa;

  • fattori del contesto operativo e del sistema dei controlli interni;

  • analisi di scenario.

La classificazione dei dati di perdita recepisce il modello degli eventi e quello delle business lines stabilito nella normativa di Basilea e aggiunge ulteriori classificazioni quali ad esempio l'unità organizzativa, l'area geografica, etc. La banca ha definito un processo di Loss Data Collection (LDC) finalizzato alla raccolta e alla conservazione dei dati sui rischi operativi utilizzati per il calcolo del requisito patrimoniale e a fini gestionali.

Il processo di Loss Data Collection è concepito in modo da assicurare i requisiti di completezza, affidabilità e aggiornamento dei dati, e, quindi, l'efficacia dei sistemi di gestione e misurazione che tali dati utilizzano. Per quanto attiene i dati esterni di perdita operativa, il Gruppo Montepaschi ha optato

per un approccio fortemente prudenziale. I dati esterni derivano dal Consorzio DIPO (Database Italiano Perdite Operative) cui il Gruppo Montepaschi aderisce fin dalla sua costituzione nel 2003. L'analisi dei fattori di contesto e di controllo permette l'individuazione delle criticità operative a cui la banca è potenzialmente esposta. Per la granularità dell'analisi, condotta con i singoli process owners tramite indagini annuali di self assessment sul presidio dei rischi operativi, essa rappresenta una componente prospettica che tende ad evidenziare le criticità legate all'operatività day-by-day.

Il Gruppo Montepaschi, infine, conduce annualmente analisi di scenario rivolte al proprio top management: le analisi hanno lo scopo di individuare le maggiori vulnerabilità a cui è esposto il Gruppo in ottica forward-looking e di integrare le informazioni quantitative fornite dai dati di perdita, allo scopo di cogliere le eventuali evoluzioni del contesto organizzativo e di business.

Al fine di assicurare la corretta applicazione di tale metodologia e la sua compliance rispetto alla normativa in vigore, al Servizio Validazione Sistemi di Rischio, è attribuita la responsabilità del processo di convalida interna sui rischi operativi. La qualità dei sistemi di gestione e di misurazione dei rischi operativi viene valutata su base continuativa, così come la loro rispondenza nel tempo alle prescrizioni normative, alle esigenze aziendali ed all'evoluzione del mercato di riferimento. In questo contesto, è inoltre particolarmente qualificante non solo verificare l'affidabilità della metodologia per il calcolo del requisitopatrimoniale, ma anche accertare l'effettivo utilizzo di tale sistema di misurazione nell'ambito dei processi decisionali e dei sistemi di gestione quotidiana dei rischi operativi.

L'Area Operating Risk Officer provvede, inoltre, alla produzione della reportistica sul sistema di gestione e misurazione dei rischi operativi, destinata sia alle funzioni interne che all'Organo di Vigilanza.

Ciascuno dei macro processi in cui è articolato il sistema prevede una propria reportistica all'interno di un più ampio contesto di reporting. Obiettivo di tale attività, mediante la definizione di una griglia di contenuti, destinatari e frequenza di aggiornamento, è assicurare una tempestiva comunicazione orizzontale e verticale delle informazioni in materia di rischi operativi tra le diverse funzioni aziendali interessate. Le risultanze delle analisi di questo comparto di rischio vengono regolarmente inserite nel più generale flusso di reporting in materia di rischio prodotto dalla Direzione Chief Risk Officer e portate all'attenzione del Comitato Gestione Rischi della Capogruppo Bancaria, dell'Alta Direzione e degli Organi aziendali. La normativa aziendale individua poi la funzione di revisione interna nella Direzione Chief Audit Executive, cui competono verifiche periodiche sulla funzionalità complessiva del sistema di governo e gestione dei rischi operativi del Gruppo Montepaschi, al fine di una valutazione indipendente ed organica di adeguatezza, in termini di efficacia e di efficienza. Con cadenza annuale, la Direzione Chief Audit Executive predispone

una relazione destinata a tenere informati gli organi aziendali, nella quale illustra le attività svolte in materia di revisione, dando specifica evidenza alle criticità rilevate, agli interventi correttivi proposti ed ai relativi esiti.

Per ulteriori approfondimenti sui Rischi Operativi, si veda anche il successivo Capitolo 12.

1.10 Rischio di Mercato del Trading Book

Il Portafoglio di Negoziazione di Vigilanza (PNV) del Gruppo Montepaschi - o Trading Book - risulta costituito dall'insieme dei Portafogli di Negoziazione di Vigilanza gestiti dalla Capogruppo Bancaria (BMPS) e da MPS Capital Services (MPSCS). I portafogli delle altre controllate a vocazione commerciale sono chiusi ai rischi di mercato. L'operatività in derivati, intermediati a favore della clientela, prevede l'accentramento ed il presidio dei rischi da parte di MPSCS.

I rischi di mercato del trading book vengono monitorati per finalità gestionali principalmente in termini di Value-at-Risk (VaR). L'assunzione, la gestione ed il monitoraggio dei rischi di mercato sono disciplinati a livello di Gruppo da una specifica Direttiva approvata dal CdA.

Il Comitato Finanza e Liquidità di Gruppo ha il compito di indirizzare e coordinare il complessivo processo di gestione della finanza proprietaria di Gruppo, assicurando la coerenza tra gli interventi gestionali delle diverse Business Unit.

I limiti operativi all'attività di negoziazione sono definiti e deliberati dalla Capogruppo in coerenza con il Risk Appetite e sono espressi per ciascun livello di delega intermini di VaR diversificato tra fattori di rischio e portafogli, di Stop Loss mensile ed annua e di stress. I limiti sono monitorati su base giornaliera.

Inoltre il rischio di credito del Trading Book, oltre ad essere ricompreso nelle elaborazioni VaR e nei rispettivi limiti per la parte di rischio inerente la volatilità del merito creditizio degli emittenti (credit spread risk), viene assoggettato anche a specifici limiti operativi di rischio emittente e concentrazione obbligazionaria, che prevedono massimali nozionali per tipologie di guarantor e classi di rating su tutti gli investimenti in titoli di debito (obbligazioni e credit derivatives). Con riferimento nello specifico alla Capogruppo, l'area di business a cui è demandata l'attività di negoziazione è Area Finanza, Tesoreria e Capital Management (AFTCM). Per la MPSCS le attività di negoziazione sono svolte dalla Direzione Global Markets.

Le Business Unit gestiscono un portafoglio di proprietà che assume posizioni di trading su tassi, su credito, su azioni, indici, merci e cambi. In generale le posizioni vengono assunte sia mediante acquisto o vendita di titoli azionari/obbligazionari o fondi,

sia attraverso la costruzione di posizioni in strumenti derivati quotati (es. Futures) e OTC (es. IRS, Options). L'attività viene svolta esclusivamente in conto proprio, con obiettivi di ritorno assoluto, nel rispetto dei limiti delegati in termini di VaR e di Stop Loss mensile ed annua.

Per quanto riguarda in particolare il rischio di credito presente nel portafoglio di negoziazione, in generale le posizioni sui titoli vengono gestite mediante acquisto o vendita di titoli obbligazionari emessi da società o attraverso la costruzione di posizioni sintetiche in strumenti derivati. L'attività è volta ad ottenere un posizionamento lungo o corto sui singoli emittenti oppure un'esposizione lunga o corta su particolari settori merceologici. L'attività viene svolta esclusivamente in conto proprio, con obiettivi di ritorno assoluto.

Il Portafoglio di Negoziazione del Gruppo Montepaschi è oggetto di monitoraggio

1.11 Rischio di Controparte

Il rischio di controparte si configura come una fattispecie del rischio di credito ed è legato alle potenziali perdite dovute alla inadempienza delle controparti di transazioni finanziarie prima del regolamento della transazione stessa ed è correlato a quegli strumenti finanziari che presentano un valore positivo al momento dell'insolvenza della controparte. Gli strumenti finanziari che determinano tale rischio presentano le seguenti caratteristiche:

e reporting giornaliero da parte dell'Area Financial Risk Officer della Capogruppo, sulla base di sistemi proprietari. Il VaR gestionale viene calcolato in maniera autonoma rispetto alle funzioni operative, servendosi del modello interno gestionale di misurazione dei rischi implementato dalla funzione di Risk Management stessa, in linea con la best practice internazionale. Per sole finalità segnaletiche, in tema di Rischi di Mercato, il Gruppo si avvale della metodologia standardizzata.

Le risultanze delle analisi di questo comparto di rischio vengono regolarmente inserite nel più generale flusso di reporting in materia di rischio prodotto dalla Direzione Chief Risk Officer e portate all'attenzione del Comitato Gestione Rischi della Capogruppo Bancaria, dell'Alta Direzione e degli Organi aziendali.

Per ulteriori approfondimenti sui Rischi di Mercato, si veda anche il successivo Capitolo 7.

  • generano una esposizione pari al loro fair value positivo;

  • hanno un valore di mercato che evolve nel tempo in funzione delle variabili di mercato sottostanti;

  • generano uno scambio di pagamenti oppure lo scambio di strumenti finanziari o merci contro pagamenti.

Il trattamento prudenziale del Rischio di Controparte si applica alle seguenti tipologie di strumenti finanziari:

  • operazioni SFT (Securities Financing Transactions) quali: pronti contro termine attivi e passivi su titoli o merci, operazioni di concessione o assunzione di titoli o merci in prestito e finanziamenti con margine;

  • strumenti derivati finanziari e creditizi negoziati;

  • operazioni con regolamento a lungo termine (LST - Long Settlement Transactions) quali: transazioni a termine nelle quali una controparte si impegna a consegnare (ricevere) un titolo, una merce o una valuta estera contro il ricevimento (consegna) di contante, altri strumenti finanziari o merci con regolamento a una data contrattuale definita, successiva rispetto a quella prevista dalla prassi di mercato per transazioni della medesima tipologia.

Il perimetro di misurazione del Rischio di Controparte è costituito da tutte le banche e controllate del Gruppo, con riferimento alle posizioni detenute indipendentemente dal portafoglio di allocazione delle stesse (sia il banking book sia il portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza sono soggetti ai requisiti patrimoniali per il rischio di controparte).

Il Gruppo Montepaschi, come previsto dalla normativa di vigilanza, ai fini della misurazione dell'esposizione al rischio di controparte utilizza l'approccio regolamentare del valore di mercato per la determinazione dell'Exposure at Default (EAD) per operazioni in derivati Over the Counter (OTC), Exchange Traded Derivatives

(ETD) e LST, ed il metodo integrale per la determinazione dell'EAD per le operazioni SFT.

Sono definiti annualmente e deliberati dalla Capogruppo, in coerenza con il Risk Appetite, specifici limiti operativi di rischio controparte in termini di EAD per posizioni in derivati (OTC e ETD) e SFT. Tali limiti sono espressi per ciascun livello di delega e monitorati su base giornaliera.

Le risultanze delle analisi di questo comparto di rischio vengono regolarmente inserite nel più generale flusso di reporting in materia di rischio prodotto dalla Direzione Chief Risk Officer e portate all'attenzione del Comitato Gestione Rischi della Capogruppo Bancaria, dell'Alta Direzione e degli Organi aziendali. Per ulteriori dettagli quantitativi sul rischio Controparte e sui relativi processi di gestione, si veda il successivo Capitolo 6.

1.12 Rischio Tasso del Portafoglio Bancario

Il Banking Book, o Portafoglio Bancario, è costituito da tutte le esposizioni che non rientrano nel Portafoglio di Negoziazione e, in accordo con le best practice internazionali, identifica l'insieme dell'operatività commerciale della Banca connessa alla trasformazione delle scadenze dell'attivo e del passivo e dell'attività finanziaria dell'ALM (Tesoreria e derivati di copertura del rischio). Le scelte strategiche del rischio di tasso del Banking Book sono definite periodicamente nel documento di IRRBB Strategy, approvate

1.13 Rischio di Liquidità

Il Gruppo ha adottato da diversi anni il Liquidity Risk Framework inteso come l'insieme di strumenti, metodologie, assetti organizzativi e di governance che assicura sia la compliance rispetto alle normative nazionali e internazionali sia un adeguato governo del rischio di liquidità nel breve (Liquidità Operativa) e nel medio/lungo periodo (Liquidità Strutturale), in condizioni di normale corso degli affari e di turbolenza. Il modello di riferimento per la gestione della Liquidità per il Gruppo Montepaschi è di tipo "accentrato" e prevede la gestione delle riserve di liquidità di breve e dell'equilibrio finanziario di medio/lungo periodo a livello di Capogruppo garantendo la solvibilità su base consolidata e individuale delle Controllate. Analogamente, risulta accentrato anche il modello di riferimento per la gestione deldal Consiglio di Amministrazione e rese operative nell'ambito del Comitato Finanza e Liquidità di Gruppo; tali scelte si basano sulle misure di rischio di tasso d'interesse espresse in termini di variazione sia del valore economico sia del margine di interesse.

Per approfondimenti in merito alle metodologie sviluppate per il rischio di tasso di interesse del Portafoglio Bancario (ALM Banking Book) e alle relative risultanze quantitative, si rimanda al successivo Capitolo 8.

Rischio di Liquidità, in capo alla funzione Risk Management di Capogruppo.

La valutazione interna di adeguatezza di liquidità (Internal Liquidity Adequacy Statement - ILAAP) è un processo collocato nell'ambito del più generale macro-processo di Risk Management (Governo dei Rischi) e posto in diretta connessione con il Risk Appetite Framework (RAF) tramite la declinazione annua del Risk Appetite Statement (RAS).

Liquidity Risk Management

La gestione della Liquidità Operativa di Gruppo ha l'obiettivo di assicurare la capacità del Gruppo di far fronte agli impegni di pagamento per cassa nell'orizzonte temporale di breve termine. La condizione essenziale per la normale continuità operativa dell'attività

bancaria è il mantenimento di uno sbilancio sostenibile tra flussi di liquidità in entrata e in uscita nel breve termine. Dal punto di vista gestionale la metrica di riferimento in tale ambito è la differenza tra il flusso netto cumulato di cassa e la Counterbalacing Capacity, ovvero la riserva di liquidità che permette di fronteggiare condizioni di stress di breve termine oltre alla misura regolamentare del Liquidity Coverage Ratio (LCR) - Atto Delegato. Dal punto di vista del brevissimo termine, il Gruppo adotta un sistema di analisi e di monitoraggio della liquidità Intraday con l'obiettivo di garantire il normale sviluppo della giornata di tesoreria della banca e la sua capacità di far fronte ai propri impegni di pagamento infra-giornalieri.

La gestione della Liquidità Strutturale di Gruppo mira invece ad assicurare l'equilibrio finanziario della struttura per scadenze sull'orizzonte temporale superiore all'anno, a livello sia di Gruppo sia di singola Società. Il mantenimento di un adeguato rapporto dinamico tra passività e attività a medio/lungo termine è finalizzato ad evitare pressioni sulle fonti di raccolta a breve termine sia attuali sia prospettiche. Le metriche di riferimento sono gap ratios che misurano sia il rapporto tra il totale della raccolta e degli impieghi con scadenza oltre 1 anno e oltre 5 anni, sia il rapporto tra raccolta e impieghi commerciali, oltre alla misura regolamentare del Net Stable Funding Ratio (NSFR) secondo la definizione BCBS. Al 31 dicembre 2020 il NSFR risulta superiore al limite regolamentare del 100%. Il Gruppo ha inoltre definito e formalizzatoun framework di gestione e monitoraggio dell'Asset Encumbrance con l'obiettivo di analizzare:

  • il grado complessivo di impegno del totale degli attivi;

  • la sussistenza di una quantità sufficiente di attivi impegnabili ma liberi;

  • la capacità del Gruppo di trasformare attivi bancari in attivi eligible (o equivalentemente di impegnare attivi non eligible in operazioni bilaterali);

e un framework di monitoraggio del Rischio di Concentrazione, con l'obiettivo di analizzare:

  • la concentrazione delle fonti di raccolta, sia per controparte, sia per tipologia di canale;

  • la concentrazione degli attivi che compongono le riserve di liquidità del Gruppo.

La posizione di liquidità viene monitorata in condizioni di normale corso degli affari e sotto Scenari di Stress di natura specifica, sistemica e/o combinata (con intensità adverse ed extreme) secondo l'impianto di Liquidity Stress Test Framework. Gli esercizi hanno l'obiettivo di:

  • evidenziare tempestivamente le principali vulnerabilità della Banca al rischio di liquidità;

  • calcolare il Tempo di sopravvivenza del Gruppo in condizioni di stress;

  • consentire una prudenziale determinazione dei livelli di sorveglianza, da applicare alle metriche di misurazione del Rischio di Liquidità nell'ambito dell'annuale Risk Appetite Statement.

Nell'ambito del Risk Appetite Framework, il Liquidity Risk Framework prevede

l'individuazione delle soglie di tolleranza al rischio di liquidità, intese come massima esposizione al rischio ritenuta sostenibile in un contesto di normale corso degli affari. Dalla definizione di tali soglie di propensione al rischio discendono i limiti di breve termine e di medio/lungo termine per il rischio di liquidità.

Il sistema dei limiti operativi, noto come

Liquidity Risk Limits, è definito in modo da

consentire di evidenziare tempestivamente l'avvicinamento alla soglia di Risk Tolerance, definita nel processo annuale di Risk Appetite

Statement.

Per un'individuazione tempestiva dell'insorgenza di vulnerabilità nella posizione della liquidità, il Gruppo inoltre ha predisposto un set di Early Warnings, distinguendoli in generici e specifici a seconda che la finalità del singolo indicatore sia quella di rilevare possibili criticità che riguardino l'intero contesto economico di riferimento oppure la realtà del Gruppo.

Gestione della liquidità di Gruppo

La gestione della Liquidità operativa e strutturale è governata dalla Funzione Gestione Liquidità della Capogruppo, alla quale sono demandate la definizione e l'attuazione delle strategie di funding nel breve e nel medio lungo periodo.

Con riferimento alla gestione della liquidità operativa, la Funzione Gestione Liquidità gestisce le «riserve di liquidità» del Gruppo, al fine di garantire la capacità della Bancadi far fronte ai deflussi previsti e imprevisti, ricorrendo a tal fine ai vari strumenti propri del mercato interbancario (depositi unsecured, depositi collateralizzati, repo), nonché alle operazioni con la Banca Centrale.

Con riferimento alla gestione della liquidità strutturale la Funzione Gestione Liquidità, persegue gli obiettivi dettagliati nel Funding Plan annuale, che declina operativamente le strategie di medio lungo termine definite nella "Liquidity and Funding Strategy". La "Liquidity and Funding Strategy" di Gruppo definisce le linee guida dell'attività di funding del Gruppo MPS in termini di Risk Appetite, con un orizzonte temporale triennale, nel rispetto delle soglie di Risk Tolerance pluriennali sugli indicatori di liquidità operativa e strutturale, interni e normativi, definite nell'ambito del Risk Appetite Statement (RAS) di Gruppo.

Inoltre, la Funzione Gestione Liquidità, a complemento del Funding Plan, redige il Contingency Funding Plan, che rappresenta lo strumento operativo per la gestione del rischio di liquidità finalizzato a definire le strategie di intervento in ipotesi di tensione estrema di liquidità, prevedendo procedure e azioni prontamente attivabili per il reperimento di fonti di finanziamento in caso di emergenza. Le strategie da applicare sono definite volta per volta dal Comitato Direttivo nella sessione di Stress/Crisi Liquidità in considerazione della tipologia, durata ed intensità della crisi e dal contesto di riferimento al momento in cui si verifica la crisi stessa.

1.14 Rischio del Portafoglio Partecipazioni

Il Rischio di Partecipazione è definito come il rischio di incorrere in potenziali perdite derivanti dalle fluttuazioni del valore delle Partecipazioni a seguito dei mutati scenari macroeconomici e di mercato e/o del persistere di situazioni di squilibrio patrimoniale, reddituale e/o finanziario.

Per la determinazione del Capitale Interno a fronte di tale rischio, il Gruppo Montepaschi ha deciso di adottare, coerentemente al framework metodologico di stima del Capitale Interno, il metodo standardizzato. Tale metodo prevede che alle esposizioni in strumenti di capitale venga assegnato un fattore di ponderazione del rischio del 100%

  • o del 150% per quelle posizioni associate ad un rischio particolarmente elevato, a meno che esse non debbano essere detratte dai Fondi Propri.

Tali meccanismi secondo le attuali regole di vigilanza (CRD5/CRR2) includono nel perimetro delle deduzioni anche gli investimenti in soggetti del settore finanziario non significativi (<10%) ed affiancano agli investimenti diretti anche quelli indiretti e sintetici. La normativa prevede inoltre delle franchigie alla detrazione. Per l'aggregato degli investimenti non significativi in strumenti di CET1, in strumenti di AT1 e in strumenti di T2 in altri soggetti del settore finanziario, l'importo in detrazione si determina confrontando il totale dell'aggregato con la franchigia e si ripartisce poi in proporzione del peso % di ciascuna tipologia di investimento sultotale della classe e l'importo in franchigia viene ponderato al 100% o 150% se ad alto rischio. Per l'aggregato degli investimenti significativi (>10%) in altri soggetti del settore finanziario la normativa prevede un meccanismo di doppia franchigia (insieme con le DTA non trasformabili temporanee) per la determinazione dell'importo in detrazione e una ponderazione al 250% dell'importo non in detrazione.

La quantificazione del Capitale Interno avviene a cura dell'Area Financial Risk Officer della Capogruppo.

Le risultanze delle analisi di questo comparto di rischio vengono regolarmente inserite nel più generale flusso di reporting in materia di rischio prodotto dalla Direzione Chief Risk Officer e portate all'attenzione del Comitato Gestione Rischi della Capogruppo Bancaria, dell'Alta Direzione e degli Organi aziendali. Per ulteriori informazioni di natura contabile in merito al portafoglio Partecipazioni si rimanda al successivo Capitolo 9.

1.15 Rischio di Business/Strategico

Il Rischio di Business/Strategico è definito come rischio attuale e/o prospettico di incorrere in perdite inattese generate da elevata volatilità del business (rischio di business), decisioni strategiche errate e/o scarsa reattività a cambiamenti del contesto competitivo (rischio strategico).

La metodologia di riferimento per determinare il requisito di capitale interno a fronte del Rischio di Business/Strategico è di tipo Value Earnings-at-Risk basata un

1.16 Rischio Immobiliare

Il Rischio Immobiliare è il rischio di subire delle perdite a fronte di oscillazioni inattese del valore degli immobili presenti in portafoglio, dovute al generale andamento del mercato immobiliare e ad una non adeguata gestione e/o manutenzione degli immobili. Il Gruppo è esposto al rischio del settore immobiliare, sia per effetto degli investimenti direttamente detenuti in immobili di proprietà, sia, nel contesto dell'attività di erogazione creditizia, per effetto dei finanziamenti concessi a società

approccio "earnings volatility".

La metodologia adottata stima la volatilità storica del business margin, "earnings volatility", calcolato per il Gruppo e per le principali Legal Entity, considerando le seguenti voci del conto economico: margine di interesse, commissioni nette, altre spese amministrative, spese per il personale.

La quantificazione del Capitale Interno avviene a cura dell'Area Financial Risk Officer della Capogruppo.

operanti nel settore immobiliare, i cui cash-flow sono generati prevalentemente dalla locazione o dalla vendita di immobili (c.d. commercial real estate), nonché per effetto dell'attività di concessione a privati di mutui assistiti da garanzie reali rappresentate da immobili.

Il Capitale Interno per il rischio immobiliare è rappresentato dal capitale regolamentare. La quantificazione del Capitale Interno avviene a cura dell'Area Financial Risk Officer della Capogruppo.

1.17 Rischi inerenti i prodotti/servizi di investimento

Il Gruppo pone particolare attenzione al presidio dei rischi inerenti i servizi di investimento che si originano come riflesso diretto ed indiretto dei rischi incorsi dalla Clientela nell'ambito della prestazione dei servizi di investimento.

Il presidio di tali rischi è finalizzato sia alla tutela della Clientela, sia a prevenire potenziali impatti negativi per il Gruppo in termini di rischi operativi e reputazionali. La responsabilità organizzativa a livello di Gruppo di presidio delle attività di misurazione, monitoraggio e controllo relative ai rischi finanziari, e della mappatura dei prodotti/servizi di investimento ai fini delle verifiche di adeguatezza MiFID, è parte integrante delle responsabilità di risk management integrato di Gruppo ed è assegnata a livello accentrato al Servizio Wealth Risk Management, nell'ambito dell'Area Operating Risk Officer della Direzione Chief Risk Officer della Capogruppo. Ciò al fine di garantire un unico presidio di governo dei rischi, diretti ed indiretti, che ricadono sul Gruppo nel corso della sua complessiva operatività. L'attività di wealth risk management riguarda, nello specifico, l'insieme dei processi operativi e gestionali, degli strumenti e dei metodi di misurazione e monitoraggio finalizzati a garantire la coerenza complessiva tra il profilo di rischio della Clientela e le caratteristiche di rischiosità proprie dei prodotti e portafogli di investimento offerti alla Clientela o comunque da questa detenuti. Oltre a ciò,

nel contesto più generale del processo di Product Governance per i prodotti finanziari e prodotti bancari destinati alla Clientela, l'attività di wealth risk management prevede il presidio e il controllo di alcuni aspetti specifici quali Product Testing, Riesame e Monitoraggio.

Attraverso le risposte fornite al questionario di profilazione MiFID, il Cliente fornisce alla Banca indicazioni circa le proprie caratteristiche ed esigenze (in particolare su: conoscenza, esperienza, obiettivo di investimento e orizzonte temporale), informazioni che vanno a determinare il più generale profilo di rischio della clientela.

I prodotti di investimento (di Gruppo e di terzi), facenti o meno parte dell'offerta complessiva destinata alla Clientela del Gruppo, sono oggetto di una specifica mappatura di rischio che adotta misurazioni di tipo quantitativo dei fattori di rischio di mercato e credito ed effettua valutazioni di liquidità e complessità di tali prodotti. La mappatura dei prodotti rappresenta quindi uno dei criteri guida sulla base dei quali vengono effettuate le verifiche di adeguatezza degli investimenti nell'ambito del servizio di consulenza offerto.

La mappatura di rischio dei prodotti di investimento, effettuata con riferimento ai singoli macro-fattori di rischio, viene per semplicità informativa ricondotta a specifiche classi di rischio.

Particolare attenzione viene rivolta dalla Banca al monitoraggio ed alla prevenzione

dei potenziali rischi finanziari e reputazionali che l'operatività nei servizi di investimento, soprattutto nei contesti di crisi finanziaria può generare in conseguenza dell'accresciuta volatilità dei mercati. Le veloci e non sempre prevedibili dinamiche dei mercati possono, infatti, da un lato comportare rapide variazioni della rischiosità dei prodotti e generare potenziali perdite finanziarie, dall'altro favorire mutevoli atteggiamenti da parte della Clientela stessa nei confronti dei propri investimenti finanziari.

La Clientela è oggetto di regolare informativa nel tempo circa le variazioni di rischiosità degli strumenti finanziari detenuti, a garanzia della necessaria trasparenza informativa e a supporto di eventuali decisioni volte a riequilibrare il profilo di rischio degli investimenti detenuti.

La scelta strategica della Banca MPS è quella di abbinare sistematicamente il servizio di consulenza a quello di collocamento dei prodotti finanziari, al fine di garantire il massimo livello di tutela per l'investitore e di valorizzare allo stesso tempo l'attività svolta dai gestori della relazione. Sempre in ottica di tutela della Clientela, l'obbligo della verifica di adeguatezza è esteso anche alla negoziazione sul mercato secondario delle obbligazioni e dei certificati emessi dal Gruppo.

Il servizio di consulenza viene offerto dalla Banca MPS secondo due differenti modalità:

  • la consulenza "base" ha per oggetto la verifica di adeguatezza di una singola specifica raccomandazione di investimento relativamente allarischiosità del portafoglio di investimento del Cliente nel suo complesso. In tale ambito, il modello di adeguatezza, adotta una logica di controllo multivariata sui singoli fattori di rischio ed ha come riferimento il rischio del portafoglio del Cliente comprensivo del prodotto/ dei prodotti di investimento oggetto di raccomandazione;

  • la consulenza "avanzata" ha per oggetto la verifica di adeguatezza dell'insieme delle operazioni consigliate in relazione ad un insieme di operazioni di investimento/ disinvestimento finalizzate costruzione di uno o più portafogli di Consulenza Avanzata, in coerenza alle rispettive finalità d'investimento con riferimento ad un'asset allocation ottimale che mira a massimizzare il rendimento prospettico, relativamente alla rischiosità del portafoglio di investimento del Cliente nel suo complesso. In tale ambito, il modello di adeguatezza, adotta una logica di controllo multivariata sui singoli fattori di rischio ed ha come riferimento il rischio del portafoglio del Cliente comprensivo del prodotto/ dei prodotti di investimento oggetto di raccomandazione.

Le attività di wealth risk management coprono l'intero perimetro distributivo della rete filiali del Gruppo, l'operatività in servizi di investimento di Banca Widiba e di MPS Capital Services.

1.18 Rischio Reputazionale

Il rischio reputazionale viene definito come il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell'immagine della banca da parte di clienti, controparti, azionisti della banca, investitori o Autorità di Vigilanza. Si tratta di un rischio di "secondo livello", si innesca cioè su altre tipologie di rischio tipiche dell'attività bancaria, principalmente rischi operativi, strategici, legali e di compliance, oppure viene generato da eventi esterni, notizie negative sulla banca o sul settore bancario o da una non appropriata gestione delle comunicazioni rivolte all'esterno.

Il Gruppo è dotato di un Codice Etico con il quale vengono indicati i principi guida che devono orientare la condotta di ogni dipendente in continuità e coerenza con i valori aziendali ispiratori: identità e storia, etica e trasparenza, valorizzazione delle diversità, ascolto, tradizione e innovazione, benessere.

Il modello di governo dei Rischi Reputazionali del Gruppo, in coerenza con il processo complessivo di Governo dei rischi, assegna al CdA la funzione strategica di supervisione e alla Direzione CRO la responsabilità di governo dei processi di Rischio Reputazionale.

Il rischio reputazionale viene gestito tramite un framework specifico che mira a monitorare, presidiare e consolidare la relazione con ciascun stakeholder. Il framework si fonda sull'attenzione alla sostenibilità, sulla cultura del rischio diffuso, sul presidio dellareputazione e dei rischi primari (rischio di credito, operativo, inerenti i prodotti di investimento, mercato, legale, strategico e compliance) e sullo sviluppo di presidi organizzativi e di comunicazione.

Prevede una gestione ordinaria del rischio volta a presidiare e accrescere la reputazione durante lo svolgimento delle attività ordinarie e una gestione straordinaria, in caso di crisi reputazionale, volta a identificare gli interventi straordinari e tempestivi necessari a minimizzare i danni reputazionali.

Nella gestione ordinaria ogni Funzione aziendale, con riferimento alle attività di propria competenza, data la natura pervasiva e trasversale di tale rischio, è coinvolta nel processo di tutela dell'immagine e di presidio della reputazione aziendale, ai fini dell'identificazione dei rischi reputazionali e dei relativi presidi organizzativi.

È prevista la valutazione preliminare di rischio reputazionale in caso di lancio di nuovi prodotti, iniziative commerciali ed eventuali manovre unilaterali e la verifica di non finanziabilità di attività di impresa che non siano coerenti con gli obiettivi socio-etico-ambientale del Codice Etico.

Sono previsti inoltre appositi processi per gestire la comunicazione interna ed esterna e processi autorizzativi strutturati che certificano la qualità e la correttezza delle informazioni verso l'esterno in funzione della loro natura e rilevanza.

In caso si dovesse innescare una crisi reputazionale (gestione straordinaria) è

All'interno del framework sono previsti appositi indicatori reputazionali che "misurano" la forza della relazione con i principali stakeholder (Clienti, Dipendenti, Istituzioni/Comunità, Regolatori, Azionisti/ Investitori), monitorati periodicamente. Tali indicatori vengono alimentati da dati interni ed esterni, derivanti anche da survey di clima interno tra i dipendenti, survey esterne tra clienti e non clienti, per monitorare ilprevisto un processo di escalation per il contenimento degli impatti e per gestire rapidamente i messaggi da veicolare all'esterno e all'interno nei confronti di tutti gli stakeholder.

livello di soddisfazione dei servizi erogati alla clientela, la percezione dell'immagine del brand, e dal monitoraggio del sentiment manifestato sui media online. Alcuni di questi indicatori sono stati inseriti nel RAS 2020 e monitorati trimestralmente.

Dal momento che i rischi, così come gli strumenti per identificarli e monitorarli, sono in continua evoluzione, il Gruppo è inoltre sempre attivo nello sviluppare una cultura del rischio diffusa all'interno dell'organizzazione attraverso percorsi formativi specifici per i dipendenti progettati sui principali rischi bancari.

2. Ambito di applicazione

L'Informativa riportata nel presente documento si riferisce al Gruppo Bancario Monte dei Paschi di Siena inteso secondo la definizione di Vigilanza. L'area di consolidamento "prudenziale" è costruita secondo la normativa prudenziale e differisce dall'area di consolidamento rilevante ai fini del Bilancio consolidato, che è redatta secondo i principi contabili IAS/IFRS. Ai fini del calcolo del capitale regolamentare e dei requisiti prudenziali rileva l'area di consolidamento prudenziale e questo può generare disallineamenti tra i dati presenti in questo documento e quelli inseriti nel Bilancio consolidato.

Le differenze sono riconducibili essenzialmente al:

  • consolidamento con il metodo integrale nel bilancio IAS/IFRS delle società non iscritte all'Albo dei Gruppi Bancari e consolidamento con il metodo del patrimonio netto in vigilanza prudenziale;

  • consolidamento con il metodo del patrimonio netto nel bilancio IAS/IFRS della società Integra S.p.A. esercente attività finanziaria e controllata congiuntamente. Tale società è consolidata proporzionalmente in vigilanza prudenziale.

Si precisa inoltre, che all'interno del Gruppo Montepaschi, non sono presenti società controllate (filiazioni) non consolidate. All'interno del Gruppo non vi sono impedimenti che ostacolino il rapido trasferimento di risorse patrimoniali o di fondi.

Di seguito si riportano le aziende delle aree di consolidamento rilevanti ai fini di bilancio e a fini prudenziali al 31 dicembre 2020.

Tab. 2.1 - Area di consolidamento al 31.12.2020 (EU LI3 - Differenze nei perimetri di consolidamento)

Trattamento ai Fini della Vigilanza

% di Partecipaz.

Tipo di Disponib. TrattamentoSede legale

Settore

BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA S.p.a.

MPS LEASING E FACTORING S.p.a.

MONTE PASCHI BANQUE S.A.

MPS CAPITAL SERVICES - BANCA PER LE IMPRESE S.p.a WISE DIALOG BANK S.p.a. - WIDIBA

MONTE PASCHI FIDUCIARIA S.p.a INTEGRA S.p.a

MPS TENIMENTI POGGIO BONELLI e CHIGI SARACINI SOCIETA' AGRICOLA S.p.a

MONTE PASCHI CONSEIL FRANCE SOCIETE PAR ACTIONS SEMPLIFIEE CIRENE FINANCE S.r.l

MAGAZZINI GENERALI FIDUCIARI MANTOVA S.p.a

CONSORZIO OPERATIVO GRUPPO MPS S.c.p.a.

MPS COVERED BOND S.r.l

MPS COVERED BOND 2 S.r.l G.IMM.ASTOR S.r.l

IMMOBILIARE VICTOR HUGO S.C.I.

AIACE REOCO S.r.l.

ENEA REOCO S.r.l.

SIENA MORTGAGES 07-5 S.p.a.

SIENA MORTGAGES 09-6 S.r.l.

SIENA MORTGAGES 10-7 S.r.l.

Siena Siena Parigi Firenze Milano Siena Firenze

Rapporto Voti %

(a) (b)

Banking Leasing and factoring

Banking Banking Banking Trust company Consumer credit

Siena

ai Fini del Bilancio

100.00 100.00 100.00 100.00 100.00 50.00 100.00 100.00 60.00 100.00 99.91 90.00 90.00 52.00 100.00 100.00 100.00 7.00 7.00 7.00 10.00 10.00

1 1 1 1 1 7 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 4 4 4 4 4

100.00 100.00 100.00 100.00 100.00

Full Full Full Full Full Full

  • 50.00 Consolidate at Equity

IntegraleProporzionaleNé consolidate né dedotte

Dedotte

x x x x x x

x

Wine industry

Parigi Conegliano

100.00 100.00 60.00 100.00 99.91 90.00 90.00 52.00 100.00 100.00 100.00 7.00 7.00 7.00 10.00 10.00

Full

x

SIENA PMI 2016 S.r.l.

Financial intermediary Special purpose vehicle

Mantova

Deposit and custody warehouses (for third parties)

SIENA LEASE 2016 2 S.r.l.

Conegliano Conegliano Conegliano Conegliano Conegliano

Siena Conegliano Conegliano

Lecce Parigi Siena Siena

IT and Information services

Special purpose vehicle Special purpose vehicle Special purpose vehicle Special purpose vehicle Special purpose vehicle

Special purpose vehicle Special purpose vehicle Real estate renting

Real estate Real estate Real estate

Full Full Full Full Full Full Full Full Full Full Full Full

Full

Full Fullx x x x x x x x x x x x x x x

  • (a) Tipo di rapporto.

    • 1 maggioranza dei diritti di voto nell'assemblea ordinaria

    • 2 influenza dominante nell'assemblea ordinaria

    • 3 accordi con altri soci

    • 4 altre forme di controllo

    • 5 direzione unitaria ex art. 26, comma 1, del DLgs 87/92

    • 6 direzione unitaria ex art. 26, comma 2, del DLgs 87/92

    • 7 controllo congiunto

  • (b) Disponibilità di voti effettivi nell'Assemblea Ordinaria.

Tab. 2.2 - (EU LI1) - Differenze tra il perimetro di consolidamento contabile e quello regolamentare e riconciliazione delle poste di bilancio con le categorie di rischio regolamentari

Valori contabili delle poste di bilancio

Attività

  • 10. Cassa e disponibilità liquide

  • 20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico

    • a) Attività finanziarie detenute per negoziazione

      • di cui Derivati

      • di cui Strumenti rappresentativi di capitale

      • di cui Titoli di debito

      • di cui Prestiti e anticipazioni

    • b) Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value

      • di cui Strumenti rappresentativi di capitale

      • di cui Titoli di debito

      • di cui Prestiti e anticipazioni

  • 30. Attività finanziarie al fair value con impatto sulla redditività complessiva

    • di cui Strumenti rappresentativi di capitale

    • di cui Titoli di debito

    • di cui Prestiti e anticipazioni

  • 40. Attività finanziarie al costo ammortizzato di cui Crediti verso banche di cui Crediti verso clientela

  • 50. Derivati di copertura

  • 60. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto copertura generica (+/-)

  • 70. Partecipazioni

  • 90. Attività materiali

  • 100. Attività immateriali

  • 110. Attività Fiscali

  • 120. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione

    Valori contabili riportati nei documenti di bilancio pubblicatiVoci contabili in base al perimetro di consolidamento regolamentareSoggetti al rischio di credito

    763.777 30.825.690 30.825.690

    8.675.949 8.214.902 2.967.757 90.923 5.156.221 -

    8.675.949 143.164 2.967.757 - 8.211.410 321.375

    8.214.902 2.967.757 90.923 5.156.221 -

    461.047 461.047 143.164 165.498 165.498 152.385 152.385 143.164 143.164 143.164

    5.777.926 242.560 5.535.365 - 126.739.731 34.737.909 92.001.823

    5.777.926 5.535.365 242.560 5.535.365 5.535.365 -

    • 96.688.324 96.625.923

    • 4.675.995 4.675.995

      50.818

    • 92.012.329 91.949.928 50.818

      1.032.483

      • 1.032.483 1.032.483

    1.107.463

    1.161.769

    613.635 548.134

    2.338.834

    • 2.270.081 2.270.081

    183.945

    183.928 183.928

    1.986.164

    1.985.119 1.806.694 178.425

    102.893

    102.893

    102.893

  • 130. Altre attività 1.596.118 1.624.257 1.624.257

Soggetti al CCR

2.967.757 8.211.410 3.491 2.967.757 2.967.757

- - - 317.883

9.512.674 - - 62.401 895.557

8.617.117 62.401 50.818

Totale attività 150.356.103 150.379.238 140.580.186 12.531.249

Passività

10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 131.943.995 131.969.113

Soggetti a schema cartolarizzazioni

Soggetti a rischio mercatoNon soggetti a requisiti in materia di fondi propri

  • o soggetti a deduzione dal capitale

-8.211.410 1.294.262

- 12.761.085

-

- 119.208.029

debiti verso banche 28.418.072 29.209.420 3.252.718 25.956.701

debiti verso clientela 90.683.669 89.917.440 9.508.366 80.409.073

Titoli in circolazione 12.842.254 12.842.254 12.842.254

20.

Passività finanziarie di negoziazione di cui derivati

  • 30. Passività finanziarie designate al fair value

  • 40. Derivati di copertura

  • 50. Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-)

  • 60. Passività fiscali

  • 70. Passivita associate ad attivita in via di dismissione

  • 80/90. Altre passività e TFR

  • 100. Fondi per rischi e oneri

  • 120. Riserve da valutazione

  • 150. Riserve

  • 170. Capitale

  • 180. Azioni proprie (-)

  • 190. Patrimonio di pertinenza di terzi (+/-)

    6.002.020 6.002.020 1.456.522 6.002.020 1.456.522 1.456.522 1.456.522

    193.332

    193.332 193.332

    1.797.049 1.797.049 1.797.049

    45.428 45.428 45.428 4.091 2.543 2.543

    -

    -

    -2.693.599 2.526.743 2.526.743

    1.892.607 2.059.027 2.059.027

    260.853 -1.670.500

    260.853 -1.670.500

    260.853 -1.670.500

    9.195.012 9.195.012 9.195.012

    -313.710 -313.710 -313.710

    1.310 1.310 1.310

  • 200. Utile

Totale passività

-1.688.984 150.356.103

-1.688.984 150.379.238 2.543 16.014.656

- 6.002.020

-1.688.984 129.816.539

3. Fondi Propri

I fondi propri, elemento del Pillar 1, sono calcolati secondo le regole di Basilea 3 recepite in Europa attraverso un'articolata normativa rappresentata dalla Capital Requirements Regulation (CRR, Regolamento (EU) n. 575/2013), così come modificata dal Regolamento (UE) 2019/876, noto anche come CRR II, dai relativi supplementi, dalla Capital Requirements Directive (CRD IV), dai Regulatory Technical Standards e dagli Implementing Technical Standards e dalle istruzioni di vigilanza emanate dalla Banca d'Italia (in particolare le Circolari 285 e 286). La disciplina dei fondi propri, oltre ad essere soggetta al regime transitorio introdotto dal framework regolamentare di "Basilea 3", per lo più esauritosi al 31 dicembre 2017, è soggetta alle disposizioni transitorie introdotte dal Regolamento (UE) 2017/2395, volte ad attenuare l'impatto derivante dall'introduzione del principio contabile IFRS 9 sui fondi propri, nonché al c.d. regime di grandfathering previsto dal CRR II ed applicabile agli strumenti di capitale di AT1 e T2 emessi prima del 27 giugno 2019 che non rispettano i nuovi requisiti di computabilità.

I fondi propri differiscono dal patrimonio netto contabile determinato in base all'applicazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS poiché la normativa prudenziale persegue l'obiettivo di salvaguardare la qualità del patrimonio e di ridurne la potenziale volatilità,indotta dall'applicazione degli IAS/IFRS. Gli elementi che costituiscono i fondi propri devono essere, quindi, nella piena disponibilità del Gruppo, in modo da poter essere utilizzati senza limitazioni per la copertura dei rischi e delle perdite aziendali. Le istituzioni devono infatti dimostrare di possedere fondi propri di qualità e quantità conformi ai requisiti richiesti dalla legislazione europea vigente. I fondi propri sono costituiti dai seguenti aggregati:

  • Capitale di classe 1 (Tier 1 - T1), costituito da:

  • - Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1);

  • - Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1-AT1);

  • Capitale di classe 2 (Tier 2 - T2).

Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1)

Requisiti a regime

Il capitale primario di classe 1 è costituito principalmente da:

  • azioni ordinarie;

  • riserva sovrapprezzo azioni derivante dal capitale sociale computato;

  • riserve di utili;

  • riserve di valutazione.

I requisiti per la computabilità nel CET1 degli strumenti patrimoniali sono molto stringenti. Tra questi si segnala che: devono essere classificati come equity ai fini contabili;

  • l'importo nominale non può essere ridotto eccetto in caso di liquidazione o riacquisti discrezionali dell'emittente previa apposita autorizzazione dell'Autorità di Vigilanza;

  • devono avere durata perpetua;

  • l'emittente non è obbligato a distribuzioni;

  • l'emittente può effettuare distribuzioni solo a valere su utili distribuibili;

  • non può esservi trattamento preferenziale nelle distribuzioni, a meno che ciò rifletta differenti diritti di voto;

  • assenza di cap nelle distribuzioni;

  • la cancellabilità delle distribuzioni non comporta restrizioni all'emittente;

  • rispetto agli altri strumenti di capitale emessi, assorbono prioritariamente e in misura proporzionalmente maggiore le perdite nel momento in cui si verificano;

  • rappresentano gli strumenti più subordinati in caso di fallimento o liquidazione della Capogruppo;

  • danno diritto ai detentori al residuo attivo dell'emittente in caso di liquidazione dell'emittente;

  • non sono soggetti a garanzie o previsioni contrattuali che ne aumentino la seniority.

L'utile del periodo può essere computato nel CET1 prima dell'approvazione finale del bilancio, solo su autorizzazione dell'Autorità di Vigilanza e a condizione che siano soddisfatte le seguenti condizioni: verifica da parte dei revisori esterni e deduzione dall'utile di eventuali dividendi che si prevede di distribuire.

Sono escluse dalla determinazione del CET1 la riserva di valutazione generatadalle coperture dei flussi di cassa (c.d. cash flow hedge) e le plusvalenze/minusvalenze derivanti dalle variazioni del proprio merito creditizio (passività in fair value option e derivati passivi).

Il CET1 inoltre tiene conto delle rettifiche di valore supplementari (c.d. prudent valuation). Tali rettifiche sono apportate alle esposizioni rappresentate in bilancio al fair value e devono tener conto dell'incertezza dei parametri (rischio modello, costi di chiusura, ecc.) e dei potenziali costi futuri (rischi operativi, rischio di concentrazione, rischio di liquidità, ecc.). Le rettifiche variano a seconda che si tratti di strumenti finanziari di livello 1 ovvero di livello 2 e 3.

Oltre tali componenti, che compongono i c.d. filtri prudenziali, il CET1 è soggetto alle seguenti principali deduzioni:

  • perdita del periodo;

  • attività immateriali, ad eccezione delle attività sotto forma di software valutate prudentemente sul cui valore la risoluzione, l'insolvenza o la liquidazione della banca non ha effetti negativi; sono inclusi gli avviamenti impliciti delle partecipazioni di influenza notevole e a controllo congiunto valutate con il metodo del patrimonio netto;

  • attività fiscali che si basano sulla redditività futura e non derivano da differenze temporanee (perdite fiscali e ACE);

  • attività per imposte differite che dipendono dalla redditività futura e derivano da differenze temporanee (al netto delle corrispondenti passività

  • l'eccedenza della perdita attesa sulle rettifiche di valore per i portafogli validati ai fini dell'adozione dei rating interni - AIRB (c.d. delta perdita attesa);

    fiscali differite); di contro non sono dedotte le attività per imposte differite attive che non dipendono dalla redditività futura e sono trasformabili in crediti ex L. 214/2011; tali ultime attività sono invece inserite nei RWA e ponderate al 100%;

  • gli investimenti diretti, indiretti e sintetici in propri strumenti di CET1;

  • gli investimenti non significativi (<10%) diretti, indiretti e sintetici in strumenti di CET1 in istituzioni finanziarie;

  • gli investimenti significativi (>10%) diretti, indiretti e sintetici in strumenti di CET1 in istituzioni finanziarie;

  • le deduzioni eventualmente eccedenti gli strumenti di capitale di AT1.

Nel 2019, a seguito del 29° aggiornamento della circolare 285 di Banca d'Italia, è stata eliminata la deduzione relativa ad "attività per imposte differite connesse ad affrancamenti multipli di un medesimo avviamento per la parte che non si è ancora tramutata in fiscalità corrente".

L'esenzione dalla deduzione delle "attività sotto forma di software valutate prudentemente" dal CET1 è stata introdotta dal CRR II e si applica a decorrere dalla data di entrata in vigore del Regolamento Delegato (UE) 2020/876 che specifica le modalità di attuazione di tale esenzione definendo un approccio basato su un ammortamento prudenziale dei softwarecalibrato su un periodo massimo di tre anni. L'importo da dedurre dal CET1 è determinato come differenza positiva tra il valore dell'ammortamento cumulato prudenziale e la somma dell'ammortamento cumulato civilistico e di qualsiasi perdita di valore cumulata. Le deduzioni relative agli investimenti partecipativi in istituzioni finanziarie ed alle attività fiscali differite si applicano solo per le quote eccedenti determinate soglie di CET1, denominate franchigie, secondo un particolare meccanismo che di seguito viene descritto:

  • gli investimenti non significativi in strumenti di CET1 in istituzioni finanziarie sono dedotti, per la parte dell'aggregato degli investimenti non significativi in strumenti di CET1, AT1 e T2 in istituzioni finanziarie eccedente il 10% del CET1, in proporzione agli strumenti di CET1 medesimi. Le quote riferite a strumenti di AT1 e T2 vanno invece dedotte rispettivamente dagli aggregati di AT1 e T2. Il CET1 su cui calcolare il 10% si ottiene dopo l'applicazione dei filtri prudenziali e di tutte le deduzioni diverse da quelle relative alle imposte differite attive che dipendono dalla redditività futura e derivano da differenze temporanee, agli investimenti diretti, indiretti e sintetici in strumenti di CET1 in istituzioni finanziarie, alle deduzioni eventualmente eccedenti gli strumenti di capitale di AT1 e alle deduzioni delle partecipazioni qualificate in istituzioni finanziarie;

  • le imposte differite attive nette che dipendono dalla redditività futura e derivano da differenze temporanee sono dedotte per la parte eccedente il 10% del CET1 che si ottiene dopo l'applicazione dei filtri prudenziali e di tutte le deduzioni diverse da quelle relative alle imposte differite attive che dipendono dalla redditività futura e derivano da differenze temporanee, alle deduzioni eventualmente eccedenti gli strumenti di capitale di AT1 e alle deduzioni delle partecipazioni qualificate in istituzioni finanziarie;

  • gli investimenti significativi in strumenti di CET1 in istituzioni finanziarie sono dedotti per la parte eccedente il 10% del CET1 che si ottiene dopo l'applicazione dei filtri prudenziali e di tutte le deduzioni diverse da quelle relative alle imposte differite attive che dipendono dalla redditività futura e derivano da differenze temporanee, alle deduzioni eventualmente eccedenti gli strumenti di capitale di AT1 e alle deduzioni delle partecipazioni qualificate in istituzioni finanziarie;

  • gli importi non dedotti per effetto della franchigia del 10% di investimenti significativi in strumenti di CET1 in istituzioni finanziarie e di imposte differite attive nette che dipendono dalla redditività futura e derivano da differenze temporanee, sommati insieme, sono dedotti solo per la quota eccedente il 17,65% del CET1 che si ottiene dopo l'applicazione dei filtri prudenziali edi tutte le deduzioni, ivi comprese gli investimenti in istituzioni finanziarie ed attività fiscali differite computati nella loro interezza senza tener conto delle soglie sopra citate, ad eccezione delle deduzioni eventualmente eccedenti gli strumenti di capitale di AT1.

Gli importi non dedotti per effetto delle franchigie sono inclusi nei RWA e soggetti a ponderazione nella misura del 250%.

Gli interessi di minoranza sono computati in CET1 nella misura in cui coprono i corrispondenti requisiti patrimoniali minimi della controllata. L'eventuale eccedenza pertanto non può essere computata nel CET1.

Regime transitorio

Con riferimento al regime transitorio introdotto dal framework regolamentare "Basilea 3", le disposizioni applicate dal Gruppo Montepaschi, in virtù della deroga prevista dal Regolamento (EU) n. 2016/445 della Banca Centrale Europea per le banche soggette a piani di ristrutturazione approvati dalla Commissione, riguardo le deduzioni delle attività fiscali differite che dipendono dalla redditività futura e derivano da differenze temporanee esistenti al 1° gennaio 2014, per le quali è ancora previsto un trattamento transitorio specifico, che si esaurirà nel 2023 (50% nel 2019, 60% nel 2020, 70% nel 2021, 80% nel 2022, 90% nel 2023 e 100% a partire dal 1° gennaio 2024). Di seguito si riportano le principali caratteristiche degli strumenti che entrano nel calcolo del Capitale primario di classe 1.

Caratteristiche degli strumenti CET 1

31 12 2020

Caratteristiche degli strumenti

Tasso di interesse

Step up

Data di emissioneData di scadenzaRimborso anticipato a partire dalValutaGrandfatheringImporto originario in unità di valuta

Apporto ai fondi propri (/000)

Capitale versato

N.A.

NON.A.

N.A.

N.A.

EURNO

9.195.012.197 8.881.302

Strumenti di capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1) 8.881.302

Il valore esposto nella colonna "Apporto ai fondi propri" è al netto delle azioni proprie.

A partire dal 1° gennaio 2018 è entrato in vigore il principio contabile IFRS 9 (International Financial Reporting Standard), in sostituzione del principio contabile internazionale IAS 39 sulla classificazione e valutazione di attività e passività finanziarie. A gennaio 2018, il Gruppo Montepaschi avvalendosi della facoltà prevista dal Regolamento UE 2935/2017, ha comunicato alle autorità di vigilanza competenti l'intenzione di applicare le disposizioni transitorie dell'IFRS 9 volte a mitigare l'impatto sui fondi propri legato all'introduzione del nuovo principio contabile. Tale regime transitorio, applicabile nel periodo dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2022, come disciplinato dall'art. 473bis, del Regolamento (UE) n. 575/2013, consente di sterilizzare il proprio CET1, mediante un meccanismo di introduzione graduale dell'impatto IFRS 9 relativo alle rettifiche effettuate in sede di FTA. In particolare, in coerenza alla diminuzione del patrimonio netto contabile legato alle maggiori rettifiche per effetto dell'applicazione del modello di impairment introdotto dall'IFRS 9, viene consentito di includere, come elemento positivo, nelcapitale primario di classe 1 una quota progressiva decrescente degli accantonamenti accresciuti per perdite attese su crediti, secondo le seguenti percentuali:

  • 95% dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2018;

  • 85% dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2019;

  • 70% dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020;

  • 50% dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021;

  • 25% dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022.

Le suddette disposizioni transitorie sono state recentemente modificate dal Regolamento (UE) 2020/873, in vigore dal 27 giugno 2020, al fine di limitare la possibile volatilità del capitale regolamentare, che potrebbe verificarsi qualora la pandemia di COVID-19 dovesse comportare un aumento significativo degli accantonamenti per perdite attese su crediti dovuto al deterioramento della qualità creditizia delle esposizioni. In particolare, le nuove disposizioni consentono alle banche di sterilizzare gli impatti patrimoniali connessi all'incremento delle rettifiche di valore su crediti rilevato nel periodo

2020 - 2024 rispetto al 1° gennaio 2020 per le esposizioni classificate negli stage 1 e 2, mediante la re-inclusione nel capitale primario di classe 1 di una quota progressiva decrescente delle maggiori rettifiche rilevate pari al 100% nel 2020 e nel 2021, al 75% nel 2022, al 50% nel 2023 ed al 25% nel 2024. Viene inoltre consentito alle banche di re-introdurre nel CET 1 anche l'eventuale incremento di rettifiche di valore rilevato al 1° gennaio 2020 rispetto al 1° gennaio 2018 per le esposizioni classificate negli stage 1 e 2 (progressivamente decrescente fino al 2022, ovvero 95% nel 2018, 85% nel 2019, 70% nel 2020, 50% nel 2021 e 25% nel 2022). Ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito, a partire dal 30 giungo 2020, il Gruppo Montepaschi si è avvalso della facoltà prevista dall'art. 473bis, paragrafo 7 bis, che consente alle banche di assegnare un fattore di ponderazione del rischio del 100 % all'importo re-incluso nel CET1 per le esposizioni assoggettate alla metodologia standardizzata, in deroga all'applicazione dello "scaling factor", previsto dal paragrafo 7(b), avente la finalità di ridurre l'ammontare delle rettifiche di valore su crediti che abbattono il valore dell'esposizione utilizzata per il calcolo delle attività di rischio ponderate.

In data 26 giugno 2020 la Capogruppo (BMPS), avvalendosi della facoltà prevista dall'art. 468 CRR, come modificato dal Regolamento (UE) 2020/873, ha comunicato all'autorità di vigilanza competente l'intenzione di applicare, sia a livello consolidato che a livello individuale,il filtro prudenziale relativo alla riserva OCI sui titoli di Stato, introdotto dal legislatore europeo per attenuare l'impatto negativo sul capitale regolamentare dei livelli di volatilità dei mercati finanziari e del debito delle amministrazioni centrali registrati in occasione della pandemia di COVID-19. Il trattamento temporaneo, applicabile nel periodo dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2022, come disciplinato dall'art. 468, consente alle banche di escludere dagli elementi del CET 1 l'importo progressivamente decrescente dei profitti e delle perdite non realizzati accumulati a partire dal 31 dicembre 2019, contabilizzato alla voce di bilancio «Variazioni del valore equo di strumenti di debito misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo», con riferimento alle esposizioni verso amministrazioni centrali, amministrazioni regionali o autorità locali di cui all'articolo 115, paragrafo 2, del CRR e verso organismi del settore pubblico di cui all'articolo 116, paragrafo 4 e sempreché tali esposizioni non siano classificate tra le attività finanziarie deteriorate; ai fini dell'esclusione dal calcolo del CET 1, le banche applicano le seguenti percentuali:

  • 100% dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020;

  • 70% dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021;

  • 40% dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022.

Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 - AT1)

Requisiti a regime

I principali requisiti per la computabilità nell'AT1 degli strumenti sono:

  • gli strumenti sono emessi direttamente dalla banca e interamente versati;

  • la sottoscrizione e l'acquisto non devono essere finanziati dalla Capogruppo o dalle sue controllate;

  • sono subordinati rispetto agli strumenti di T2 in caso di fallimento;

  • non sono soggetti a garanzie che ne aumentano la seniority rilasciate dalla Capogruppo, dalle sue controllate o da altre aziende che hanno stretti legami con esse;

  • sono perpetui e non hanno caratteristiche che ne incentivano il rimborso;

  • in presenza di opzioni call queste possono essere esercitate con la sola discrezionalità dell'emittente e comunque non prima di 5 anni, salvo autorizzazione dell'autorità di vigilanza ammessa in particolari circostanze;

  • gli interessi sono pagati a valere sugli utili distribuibili;

  • la Capogruppo ha piena discrezionalità nel pagamento degli interessi e può in ogni momento decidere di non pagarli per un periodo illimitato; la cancellazione opera su base non cumulativa;

  • la cancellazione degli interessi non costituisce default dell'emittente;

  • in caso di trigger event il valore nominale può essere decurtato in modo permanente

  • o temporaneo o gli strumenti sono convertiti in strumenti di CET 1; in caso di risoluzione, previa decisione dell'Autorità di Risoluzione di esercitare i poteri di svalutazione e di conversione, il valore nominale può essere svalutato in via permanente o gli strumenti sono convertiti in strumenti di CET1; gli strumenti non sono soggetti ad accordi di compensazione o di netting che possano comprometterne la capacità di assorbire le perdite.

L'AT 1 è soggetto alle seguenti principali deduzioni:

  • - gli investimenti diretti, indiretti e sintetici in propri strumenti di AT1;

  • - gli investimenti diretti, indiretti e sintetici in strumenti di AT 1 di aziende del settore finanziario di cui si possiede una partecipazione significativa;

  • - gli investimenti diretti, indiretti e sintetici in strumenti di AT 1 di aziende del settore finanziario, di cui non si possiede una partecipazione significativa, per la parte che eccede la franchigia del 10%, proporzionalmente attribuibile agli strumenti di AT1;

  • - le rettifiche eventualmente eccedenti il T2.

Capitale aggiuntivo di classe 2 (Tier 2 - T2)

Requisiti a regime

I principali requisiti per la computabilità nel T2 degli strumenti patrimoniali sono: gli strumenti sono emessi direttamente dalla banca e interamente versati; la sottoscrizione e l'acquisto non devono

essere finanziati dalla Capogruppo o dalle sue controllate;

  • non sono soggetti a garanzie rilasciate dalla Capogruppo, dalle sue controllate o da altre aziende che hanno stretti legami con esse, che ne aumentano la seniority;

  • la durata originaria non è inferiore a 5 anni e non sono previsti incentivi per il rimborso anticipato;

  • in presenza di opzioni call queste possono essere esercitate con la sola discrezionalità dell'emittente e comunque non prima di 5 anni, salvo autorizzazione dell'autorità di vigilanza ammessa in particolari circostanze;

  • gli interessi non si modificano sulla base dello standing creditizio della Capogruppo;

  • l'ammortamento di tali strumenti ai fini della computabilità nel T2 avviene pro rata temporis negli ultimi 5 anni;

  • in caso di risoluzione, previa decisione dell'Autorità di Risoluzione di esercitare i poteri di svalutazione e di conversione, il valore nominale può essere svalutato in via permanente o gli strumenti sono convertiti in strumenti di CET1;

  • gli strumenti non sono soggetti ad accordi di compensazione o di netting che possano comprometterne la capacità di assorbire le perdite.

Il T2 è soggetto alle seguenti principali deduzioni:

  • - gli investimenti diretti, indiretti e sintetici in propri strumenti di T2;

  • - gli investimenti diretti, indiretti e sintetici in strumenti di T2 di aziende delsettore finanziario di cui si possiede una partecipazione significativa;

- gli investimenti diretti, indiretti e sintetici in strumenti di T2 di aziende del settore finanziario, di cui non si possiede una partecipazione significativa, per la parte che eccede la franchigia del 10%, proporzionalmente attribuibile agli strumenti di T2.

Si evidenzia che nel corso del 2020 la Capogruppo ha portato a termine con successo due emissioni obbligazionaria subordinata di tipo "Tier 2", la prima in data 22 gennaio 2020 a tasso fisso, con scadenza a 10 anni, per un ammontare di 400 mln di euro, mentre la seconda è stata effettuata in data 10 settembre 2020 a tasso fisso, con scadenza a 10 anni, per un ammontare di 300 mln di euro.

Di seguito si riportano le principali caratteristiche degli strumenti che entrano nel calcolo del Tier 2.

Capitale di classe 2 (Tier 2 - T2)

Prestito obblig.rio subordinato

Prestito obblig.rio subordinato

Prestito obblig.rio subordinato

Prestito obblig.rio subordinato

Strumenti di capitale primario di classe 2 (Tier 2 - T2)

*5,375% fino al 18/01/2023, successivamente 5y eur mid swap rate +5,005%

Importo

Apporto ai

Valuta

Grandfathering

originario in

fondi propri

unità di valuta

(/000)

EUR

NO

750.000.000

750.000

EUR

NO

300.000.000

300.000

22/01/30 22/01/25

EUR

NO

400.000.000

400.000

10/09/30 10/09/25

EUR

NO

300.000.000

300.000

1.750.000.000

1.750.000

Rimborso anticipato a partire dal

Caratteristiche degli strumentiTasso di interesse

Step up

Data di emissione

5,375% fisso* 10,5% fisso

NO

18/01/18 18/01/28 18/01/23

NO

23/07/19 23/07/29

8,0% fisso NO 22/01/20

8,5% fisso NO 10/09/20

Data di scadenza

NO

Le tabelle a seguire forniscono la descrizione degli strumenti emessi dall'ente e computabili all'interno del capitale di classe 2, esposte secondo il modello per lapubblicazione delle principali caratteristiche degli strumenti di capitale (Allegato II del Regolamento di Esecuzione (EU) n. 1423 della Commissione, del 20 dicembre 2013).

Modello sulle principali caratteristiche degli strumenti di capitale

  • 1 Emittente

  • 2 Codice identificativo

  • 3 Legislazione applicabile allo strumento

    Trattamento regolamentare

  • 4 Disposizioni transitorie del CRR

  • 5 Disposizioni del CRR post-transitorie

  • 6 Ammissibile a livello: di singolo; consolidato; di singolo ente e consolidato

  • 7 Tipologia di strumento

Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.

XS1752894292

Legge inglese, eccetto per le clausole di subordinazione e "Statutory Loss Absorption Powers" regolamentate da legge Italiana

Capitale di classe 2 Capitale di classe 2 Individuale e Consolidato

Strumento di Capitale di classe 2 Art 63 CRR

8 Importo computato nei Fondi Propri (milioni di euro) 750

9 Importo nominale dello strumento: importo originario - valuta di emissione (milioni di euro) 750

9a Prezzo di emissione 100,00

9b Prezzo di rimborso 100,00

  • 10 Classificazione contabile

  • 11 Irredimibile o a scadenza

  • 12 Data di scadenza originariaPassività - Costo ammortizzato 18/01/18

    A scadenza

  • 13 Rimborso anticipato a discrezione dell'emittente soggetto ad autorizzazione preventiva dell'Autorità di Vigilanza 18/01/28

  • 14 Data del rimborso anticipato facoltativo o eventuale e importo del rimborso

  • 15 Date successive di rimborso anticipato, se applicabile

  • 16 Cedole / Dividendi

    Dividendi/cedole fissi o variabili

  • 17 Tasso della cedola ed eventuale indice correlato

  • 18 Presenza di un meccanismo di "dividend stopper"

  • 19 Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio - in termini di tempo

  • 20a Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio - in riferimento all'importo

  • 20b Presenza di "step up" o di altro incentivo al rimborso

21

22

Cumulativi o non cumulativi Convertibili o non convertibili

23

  • Se convertibili, evento(i) che determina(no) la conversione

    24

  • Se convertibili, in tutto o in parte

    25

  • Se convertibili, tasso di conversione

    26

  • Se convertibili, conversione obbligatoria o facoltativa

    27

  • Se convertibili, precisare il tipo di strumento nel quale la conversione è possibile

    28

  • Se convertibili, precisare l'emittente dello strumento nel quale viene convertito

29

Meccanismi di svalutazione (write down)

30

  • In caso di meccanismo di svalutazione (write down), eventi che la determinano

    31

  • In caso di svalutazione (write down), svalutazione totale o parziale

    32

  • In caso di svalutazione (write down), svalutazione permanente o temporanea

    33 34 35 36

  • In caso di svalutazione (write down) temporanea, descrizione del meccanismo di rivalutazionePosizione nella gerarchia di subordinazione in caso di liquidazione (specificare il tipo di strumento di rango imme- N/A diatamente superiore (senior))

Caratteristiche non conformi degli strumenti che beneficiano delle disposizioni transitorie In caso affermativo, precisare le caratteristiche non conformi

37 In caso affermativo, precisare le caratteristiche non conformiSi

"Il 18/01/2023 ad opzione dell'Emittente, alla pari, oltre interessi maturati.

Nel caso di ""Capital Event"" o per ""tax reasons"", alla pari, oltre interessi maturati."

N/A

Tasso fisso annuale con reset dopo 5 anni dalla data di emissione 5,375% fino al 18/01/2023, successivamente 5y eur mid swap rate + 5,005% No

Obbligatorio Obbligatorio No

Non cumulativo Non convertibile N/A

N/A N/A N/A N/A N/A No N/A N/A N/ASenior No N/A

"N/A" se la domanda non è applicabile.

Modello sulle principali caratteristiche degli strumenti di capitale

  • 1 Emittente

  • 2 Codice identificativo

  • 3 Legislazione applicabile allo strumento

    Trattamento regolamentare

  • 4 Disposizioni transitorie del CRR

  • 5 Disposizioni del CRR post-transitorie

  • 6 Ammissibile a livello: di singolo; consolidato; di singolo ente e consolidato

  • 7 Tipologia di strumento

Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.

XS2031926731

Legge inglese, eccetto per le clausole di subordinazione e "Statutory Loss Absorption Powers" regolamentate da legge Italiana

Capitale di classe 2 Capitale di classe 2 Individuale e Consolidato

Strumento di Capitale di classe 2 Art 63 CRR

8 Importo computato nei Fondi Propri (milioni di euro) 300

9 Importo nominale dello strumento: importo originario - valuta di emissione (milioni di euro) 300

9a Prezzo di emissione 100,00

9b Prezzo di rimborso 100,00

  • 10 Classificazione contabile

  • 11 Irredimibile o a scadenza

  • 12 Data di scadenza originariaPassività - Costo ammortizzato 23/07/19

    A scadenza

  • 13 Rimborso anticipato a discrezione dell'emittente soggetto ad autorizzazione preventiva dell'Autorità di Vigilanza 23/07/29

  • 14 Data del rimborso anticipato facoltativo o eventuale e importo del rimborso

  • 15 Date successive di rimborso anticipato, se applicabile

  • 16 Cedole / Dividendi

    Dividendi/cedole fissi o variabili

  • 17 Tasso della cedola ed eventuale indice correlato

  • 18 Presenza di un meccanismo di "dividend stopper"

  • 19 Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio - in termini di tempo

  • 20a Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio - in riferimento all'importo

  • 20b Presenza di "step up" o di altro incentivo al rimborso

21

22

Cumulativi o non cumulativi Convertibili o non convertibili

23

  • Se convertibili, evento(i) che determina(no) la conversione

    24

  • Se convertibili, in tutto o in parte

    25

  • Se convertibili, tasso di conversione

    26

  • Se convertibili, conversione obbligatoria o facoltativa

    27

  • Se convertibili, precisare il tipo di strumento nel quale la conversione è possibile

    28

  • Se convertibili, precisare l'emittente dello strumento nel quale viene convertito

29

Meccanismi di svalutazione (write down)

30

  • In caso di meccanismo di svalutazione (write down), eventi che la determinano

    31

  • In caso di svalutazione (write down), svalutazione totale o parziale

    32

  • In caso di svalutazione (write down), svalutazione permanente o temporanea

    33 34 35 36

  • In caso di svalutazione (write down) temporanea, descrizione del meccanismo di rivalutazionePosizione nella gerarchia di subordinazione in caso di liquidazione (specificare il tipo di strumento di rango imme- N/A diatamente superiore (senior))

Caratteristiche non conformi degli strumenti che beneficiano delle disposizioni transitorie In caso affermativo, precisare le caratteristiche non conformi

37 In caso affermativo, precisare le caratteristiche non conformiSi

Nel caso di "Capital Event" o per "tax reasons", alla pari, oltre interessi maturati.

N/A

Tasso fisso annuale 10,500%

No Obbligatorio Obbligatorio No

Non cumulativo Non convertibile N/A

N/A N/A N/A N/A N/A No N/A N/A N/ASenior No N/A

"N/A" se la domanda non è applicabile.

Modello sulle principali caratteristiche degli strumenti di capitale

  • 1 Emittente

  • 2 Codice identificativo

  • 3 Legislazione applicabile allo strumento

    Trattamento regolamentare

  • 4 Disposizioni transitorie del CRR

  • 5 Disposizioni del CRR post-transitorie

  • 6 Ammissibile a livello: di singolo; consolidato; di singolo ente e consolidato

  • 7 Tipologia di strumento

Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.

XS2106849727

Legge inglese, eccetto per le clausole di subordinazione e "Statutory Loss Absorption Powers" regolamentate da legge Italiana

Capitale di classe 2 Capitale di classe 2 Individuale e Consolidato

Strumento di Capitale di classe 2 Art 63 CRR

8 Importo computato nei Fondi Propri (milioni di euro) 400

9 Importo nominale dello strumento: importo originario - valuta di emissione (milioni di euro) 400

9a Prezzo di emissione 100,00

9b Prezzo di rimborso 100,00

  • 10 Classificazione contabile

  • 11 Irredimibile o a scadenza

  • 12 Data di scadenza originariaPassività - Costo ammortizzato 22/01/20

    A scadenza

  • 13 Rimborso anticipato a discrezione dell'emittente soggetto ad autorizzazione preventiva dell'Autorità di Vigilanza 22/01/30

  • 14 Data del rimborso anticipato facoltativo o eventuale e importo del rimborso

  • 15 Date successive di rimborso anticipato, se applicabile

  • 16 Cedole / Dividendi

    Dividendi/cedole fissi o variabili

  • 17 Tasso della cedola ed eventuale indice correlato

  • 18 Presenza di un meccanismo di "dividend stopper"

  • 19 Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio - in termini di tempo

  • 20a Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio - in riferimento all'importo

  • 20b Presenza di "step up" o di altro incentivo al rimborso

21

22

Cumulativi o non cumulativi Convertibili o non convertibili

23

  • Se convertibili, evento(i) che determina(no) la conversione

    24

  • Se convertibili, in tutto o in parte

    25

  • Se convertibili, tasso di conversione

    26

  • Se convertibili, conversione obbligatoria o facoltativa

    27

  • Se convertibili, precisare il tipo di strumento nel quale la conversione è possibile

    28

  • Se convertibili, precisare l'emittente dello strumento nel quale viene convertito

29

Meccanismi di svalutazione (write down)

30

  • In caso di meccanismo di svalutazione (write down), eventi che la determinano

    31

  • In caso di svalutazione (write down), svalutazione totale o parziale

    32

  • In caso di svalutazione (write down), svalutazione permanente o temporanea

    33 34 35 36

  • In caso di svalutazione (write down) temporanea, descrizione del meccanismo di rivalutazionePosizione nella gerarchia di subordinazione in caso di liquidazione (specificare il tipo di strumento di rango imme- N/A diatamente superiore (senior))

Caratteristiche non conformi degli strumenti che beneficiano delle disposizioni transitorie In caso affermativo, precisare le caratteristiche non conformi

37 In caso affermativo, precisare le caratteristiche non conformiSi

"Il 22/01/2025 ad opzione dell'Emittente, alla pari, oltre interessi maturati.

Nel caso di ""Capital Event"" o per ""tax reasons"", alla pari, oltre interessi maturati."

N/A

Tasso fisso annuale con reset dopo 5 anni dalla data di emissione 8,000% fino al 22/01/2025, successivamente 5y eur mid swap rate + 8,149% No

Obbligatorio Obbligatorio No

Non cumulativo Non convertibile N/A

N/A N/A N/A N/A N/A No N/A N/A N/ASenior No N/A

"N/A" se la domanda non è applicabile.

Modello sulle principali caratteristiche degli strumenti di capitale

  • 1 Emittente

  • 2 Codice identificativo

  • 3 Legislazione applicabile allo strumento

    Trattamento regolamentare

  • 4 Disposizioni transitorie del CRR

  • 5 Disposizioni del CRR post-transitorie

  • 6 Ammissibile a livello: di singolo; consolidato; di singolo ente e consolidato

  • 7 Tipologia di strumento

Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.

XS2228919739

Legge italiana

Capitale di classe 2 Capitale di classe 2 Individuale e Consolidato

Strumento di Capitale di classe 2 Art 63 CRR

8 Importo computato nei Fondi Propri (milioni di euro) 300

9 Importo nominale dello strumento: importo originario - valuta di emissione (milioni di euro) 300

9a Prezzo di emissione 100,00

9b Prezzo di rimborso 100,00

  • 10 Classificazione contabile

  • 11 Irredimibile o a scadenza

  • 12 Data di scadenza originariaPassività - Costo ammortizzato 10/09/20

    A scadenza

  • 13 Rimborso anticipato a discrezione dell'emittente soggetto ad autorizzazione preventiva dell'Autorità di Vigilanza 10/09/30

  • 14 Data del rimborso anticipato facoltativo o eventuale e importo del rimborso

  • 15 Date successive di rimborso anticipato, se applicabile

  • 16 Cedole / Dividendi

    Dividendi/cedole fissi o variabili

  • 17 Tasso della cedola ed eventuale indice correlato

  • 18 Presenza di un meccanismo di "dividend stopper"

  • 19 Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio - in termini di tempo

  • 20a Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio - in riferimento all'importo

  • 20b Presenza di "step up" o di altro incentivo al rimborso

  • 21 Cumulativi o non cumulativi

  • 22 Convertibili o non convertibili

  • 23 Se convertibili, evento(i) che determina(no) la conversione

  • 24 Se convertibili, in tutto o in parte

  • 25 Se convertibili, tasso di conversione

  • 26 Se convertibili, conversione obbligatoria o facoltativa

  • 27 Se convertibili, precisare il tipo di strumento nel quale la conversione è possibile

28

29

Se convertibili, precisare l'emittente dello strumento nel quale viene convertito Meccanismi di svalutazione (write down)

30

  • In caso di meccanismo di svalutazione (write down), eventi che la determinano

    31

  • In caso di svalutazione (write down), svalutazione totale o parziale

    32

  • In caso di svalutazione (write down), svalutazione permanente o temporanea

    33 34 35 36 37

  • In caso di svalutazione (write down) temporanea, descrizione del meccanismo di rivalutazioneSi

Il 10/09/2025 ad opzione dell'Emittente, alla pari, oltre interessi maturati.Nel caso di ""Capital Event"" o per ""tax reasons"", alla pari, oltre interessi maturati."

N/A

Tasso fisso annuale con reset dopo 5 anni dalla data di emissione 8,500% fino al 10/09/2025, successivamente 5y eur mid swap rate + 8,917% No

Obbligatorio Obbligatorio No

Non cumulativo Non convertibile N/A

N/A N/A N/A N/A N/A No N/A N/A N/A

Posizione nella gerarchia di subordinazione in caso di liquidazione (specificare il tipo di strumento di rango imme- N/A diatamente superiore (senior))

Caratteristiche non conformi degli strumenti che beneficiano delle disposizioni transitorie

Senior

In caso affermativo, precisare le caratteristiche non conformi

No

In caso affermativo, precisare le caratteristiche non conformi

N/A

"N/A" se la domanda non è applicabile.

Di seguito si riportano le informazioni quantitative dei Fondi Propri, esposte secondo il modello generale per la pubblicazione delle informazioni sui Fondi Propri (Allegato IV del Regolamento di Esecuzione (UE) n. 1423/2013 della Commissione Europea),con l'applicazione del regime transitorio IFRS 9 e delle altre disposizioni transitorie vigenti. Si riporta inoltre il confronto con il 31/12/2019, determinato secondo le regole vigenti al 31/12/2019.

Tab. 3.1.1 - Modello per la pubblicazione delle informazioni sui Fondi Propri

Capitale primario di classe 1: strumenti e riserve

dic-2020

dic-2019

1

Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo azioni di cui: Capitale versato

9.195.012 10.328.618

9.195.012 10.328.618

2 3 4

Utili non distribuiti

-1.822.533

-734.190

Altre componenti di conto economico complessivo accumulate (e altre riserve, includere gli utili e le perdite non realizzati ai sensi della disciplina contabile applicabile)

412.885

31.411

Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 484 (3) e le relative riserve sovrapprezzo azioni, sog-getti a eliminazione progressiva dal capitale primario di classe 1

Conferimenti di capitale pubblico che beneficiano della clausola di grandfathering fino al 1 gennaio 2018

5 5a 6

Interessi di minoranza (importo consentito nel capitale primario di classe 1 consolidato)

Utili di periodo verificati da persone indipendenti al netto di tutti gli oneri o dividendi prevedibili

- - - -1.688.984

- - - -1.033.011

Capitale primario di classe 1 (CET1) prima delle rettifiche regolamentari

6.096.381 8.592.829

Capitale primario di classe 1 (CET1): rettifiche regolamentari

7 8 10 11 12

Rettifiche di valore supplementari

-35.014 -47.063

Attività immateriali (al netto delle relative passività fiscali)

-120.709 -225.209

Attività fiscali differite che dipendono dalla redditività futura, escluse quelle derivanti da differenze tem-poranee (al netto delle relative passività fiscali per le quali sono soddisfatte le condizioni di cui all'articolo 38, paragrafo 3)

-147.133 -344.817

Riserve di valore equo relative agli utili e alle perdite generati dalla copertura dei flussi di cassa Importi negativi risultanti dal calcolo degli importi delle perdite attese

-1.071 -1.328

-

-14 Utili o perdite su passività valutate al valore equo dovuti all'evoluzione del merito di credito

-29.828 -39.486

16

Strumenti propri di capitale primario di classe 1 detenuti dall'ente direttamente o indirettamente

-313.710 -313.710

17

Strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente, quando tali soggetti detengono con l'ente una partecipazione incrociata reciproca concepita per aumentare artificial-mente i fondi propri dell'ente

-

-

18

Strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente direttamente, indirettamente o sinteticamente, quando l'ente non ha un investimento significativo in tali soggetti (im-porto superiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili)

-

-19

Strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente direttamente, indirettamente o sinteticamente, quando l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti (importo superiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili)

Importo dell'esposizione dei seguenti elementi, che possiedono i requisiti per ricevere un fattore di ponderazione del rischio pari al 1250%, quando l'ente opta per la deduzione

  • di cui: partecipazioni qualificate al di fuori del settore finanziario

  • di cui: posizioni verso cartolarizzazioni

  • di cui: operazioni con regolamento non contestuale

21

Attività fiscali differite che dipendono da differenze temporanee (importo superiore alla soglia del 10%, al netto delle relative passività fiscali per le quali sono soddisfatte le condizioni di cui all'articolo 38, paragrafo 3)

-

-22

Importo che supera la soglia del 15%

-91.270 -149.715

23 25 25a 26b 27

di cui: strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente direttamen-te o indirettamente, quando l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti

-59.978 -90.039

di cui: attività fiscali differite che dipendono da differenze temporanee

-31.292 -59.676

Perdite relative all'esercizio in corso

Importo da dedurre dal o da aggiungere al capitale primario di classe 1 in relazione ai filtri e alle deduzioni aggiuntivi previsti per il trattamento pre-CRR

1.141.696 1.171.237

Deduzioni ammissibili dal capitale aggiuntivo di classe 1 che superano il capitale aggiuntivo di classe 1 dell'ente

-

-

28

Totale delle rettifiche regolamentari al capitale primario di classe 1 (CET1)

29 Capitale primario di classe 1 (CET1)

-43.063 6.053.319

27.495 8.620.324

1 Comprende aggiustamenti dovuti a disposizioni transitorie dell'IFRS 9 per 1.209.107/migliaia (1.169.984/mi-gliaia al 31/12/2019) e altre detrazioni con soglia 17,65% pari a 395/migliaia (1.253/migliaia al 31/12/2019). Il valore a dicembre 2020 comprende inoltre rettifiche regolamentari relative agli utili e alle perdite non realizzate ai sensi degli articoli 467 e 468 per -67.806/migliaia.

3 Fondi propri

Tab. 3.1.2 - Fondi Propri: Capitale aggiuntivo di Classe 1

Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1): strumenti

30 31 32

Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo azioni di cui: classificati come patrimonio netto ai sensi della disciplina contabile applicabile di cui: classificati come passività ai sensi della disciplina contabile applicabile

33 34

Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 484, paragrafo 4, e le relative riserve sovrapprezzo azioni, soggetti a eliminazione progressiva dal capitale aggiuntivo di classe 1

Capitale di classe 1 ammissibile incluso nel capitale aggiuntivo di classe 1 consolidato (compresi gli interessi di minoranza non inclusi nella riga 5) emesso da filiazioni e detenuto da terzi

35 36

di cui: strumenti emessi da filiazioni soggetti a eliminazione progressiva

Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1) prima delle rettifiche regolamentari Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1): rettifiche regolamentari

37

Strumenti proprio di capitale aggiuntivo di classe 1 detenuti dall'ente direttamente o indirettamente

38

Strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente, dove tali soggetti detengono con l'ente una partecipazione incrociata reciproca concepita per aumentare artificialmente i fondi propri dell'ente

39

Strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente, direttamente, indirettamente o sinteticamente, quando l'ente non ha un investimento significativo in tali soggetti (importo superiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili)

40

Strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente, direttamente, indirettamente o sinteticamente, quando l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti (importo superiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili)

42 Deduzioni ammissibili dal capitale di classe 2 che superano il capitale di classe 2 dell'ente

  • 43 Totale delle rettifiche regolamentari al capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1)

  • 44 Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1)

45 Capitale di classe 1 (T1 = CET1 + AT1)

65

dic-2020

dic-2019

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

6.053.319

8.620.324

A

S

3 Fondi propri

66

Tab. 3.1.3 - Fondi Propri: Capitale di Classe 2

Capitale di classe 2 (T2): strumenti e accantonamenti

dic-2020

dic-2019

1.750.000

1.050.000

-

-

-

-

-

-

122.511

169.999

1.872.511

1.219.999

-

-

-

-

-

-

-65.892

-65.663

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-65.892

-65.663

1.806.619

1.154.336

7.859.937

9.774.660

49.903.123

58.559.094

2

46 Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo azioni

47 48

Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 484, paragrafo 5, e le relative riserve sovrapprezzo azioni, soggetti a eliminazione progressiva dal capitale di classe 2

Strumenti di fondi propri ammissibili inclusi nel capitale di classe 2 consolidato (compresi gli interessi di minoranza e strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 non inclusi nella riga 5 o nella riga 34) emessi da filiazioni e detenuti da terzi

49 50 51

di cui: strumenti emessi da filiazioni soggetti a eliminazione progressiva

Rettifiche di valore su crediti

Capitale di classe 2 (T2) prima delle rettifiche regolamentari Capitale di classe 2 (T2): rettifiche regolamentari

52 53

Strumenti propri di capitale di classe 2 detenuti dall'ente direttamente o indirettamente e prestiti subordinati Strumenti di capitale di classe 2 e prestiti subordinati di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente, quando tali soggetti detengono con l'ente una partecipazione incrociata reciproca concepita per aumentare artificialmente i fondi propri dell'ente

Strumenti di capitale di classe 2 e prestiti subordinati di soggetti del settore finanziario detenuti direttamente

54

  • o indirettamente, quando l'ente non ha un investimento significativo in tali soggetti (importo superiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili)

55

Strumenti di capitale di classe 2 e prestiti subordinati di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente direttamente o indirettamente, dove l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti (al netto di posizioni corte ammissibili)

56a

Importi residui dedotti dal capitale di classe 2 in relazione alla deduzione del capitale primario di classe 1 durante il periodo transitorio ai sensi dell'articolo 472 del regolamento (UE) No 575/2013

  • di cui: Perdite relative all'esercizio in corso

  • di cui: Strumenti finanziari significativi

  • di cui: Strumenti finanziari non significativi

  • di cui: importo residuo relativo all'eccedenza di perdite attese rispetto alle rettifiche di valore per posizioni IRB

56c

Importo da dedurre dal o da aggiungere al capitale di classe 2 in relazione ai filtri e alle deduzioni aggiunti-vi previsti per il trattamento pre-CRR

di cui: utili non realizzati

57 58

Totale delle rettifiche regolamentari al capitale di classe 2 (T2)

Capitale di classe 2 (T2)

59

Capitale totale (TC= T1+T2)

60 Totale delle attività ponderate per il rischio

Tab. 3.1.4 - Fondi Propri: Coefficienti e riserve di capitale

Coefficienti e riserve di capitale

61 62 63

Capitale primario di classe 1 (in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio)

Capitale di classe 1 (in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio)

Capitale totale (in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio)

64

Requisito della riserva di capitale specifica dell'ente (requisito relativo al capitale primario di classe 1 a norma dell'articolo 92 (1) (a)), requisiti della riserva di conservazione del capitale, della riserva di capitale anticiclica, della riserva di capitale a fronte del rischio sistemico, della riserva di capitale degli enti a rile-vanza sistemica (riserva degli G-SII o O-SII), (in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio)

65 66 67 67a

  • di cui: requisito della riserva di conservazione del capitale

  • di cui: requisito della riserva di capitale anticiclica

  • di cui: requisito della riserva a fronte del rischio sistemico

  • di cui: Riserva di capitale dei Global Systemically Important Institution (G-SII - enti a rilevanza sistemica a livello globale) o degli Other Systemically Important Institution (O-SII - enti a rilevanza sistemica)

68 Capitale primario di classe 1 disponibile per le riserve (in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) 2

Importi inferiori alle soglie di deduzione (prima della ponderazione del rischio)

Capitale di soggetti del settore finanziario detenuto direttamente o indirettamente, dove l'ente non ha un

72

investimento significativo in tali soggetti (importo inferiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili)

Strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente direttamente

73

  • o indirettamente, quando l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti (importo inferiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili)

75

Attività fiscali differite che derivano da differenze temporanee (importo inferiore alla soglia del 10%, al netto delle relative passività fiscali per le quali sono soddisfatte le condizioni di cui all'articolo 38 (3))

Massimali applicabili per l'inclusione di accantonamenti nel capitale di classe 2

76 77 78 79

Rettifiche di valore su crediti incluse nel capitale di classe 2 in relazione alle esposizioni soggette al metodo standardizzato (prima dell'applicazione del massimale)

Massimale per l'inclusione di rettifiche di valore su crediti nel capitale di classe 2 nel quadro del metodo standardizzato

Rettifiche di valore su crediti incluse nel capitale di classe 2 in relazione alle esposizioni soggette al metodo basato sui rating interni (prima dell'applicazione del massimale)

Massimale per l'inclusione di rettifiche di valore su crediti nel capitale di classe 2 nel quadro del metodo basato sui rating interni

dic-2020

12,13% 14,72%

12,13% 14,72%

15,75% 16,69%

7,13% 7,01%

2,500% 2,500%

0,001% 0,011%

0,13%

6,13% 8,69%

148.680 162.340

544.194 762.122

283.924 505.115

373.101 490.751

122.511 169.999

Strumenti di capitale soggetti a eliminazione progressiva (applicabile soltanto tra il 1 gennaio 2014 e il 1 gennaio 2022)

80 81 82 83 84 85

Attuale massimale sugli strumenti di capitale primario di classe 1 soggetti a eliminazione progressiva

Importo escluso dal capitale primario di classe 1 in ragione al massimale

(superamento del massimale dopo i rimborsi e le scadenze)

Attuale massimale sugli strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 soggetti a eliminazione progressiva

Importo escluso dal capitale aggiuntivo di classe 1 in ragione al massimale

(superamento del massimale dopo i rimborsi e le scadenze)

Attuale massimale sugli strumenti di capitale di classe 2 soggetti a eliminazione progressiva

Importo escluso dal capitale di classe 2 in ragione al massimale

(superamento del massimale dopo i rimborsi e le scadenze)

dic-2019

-

--

- -- --

--

--

--

--

--

-

2 Il Capitale di classe 1 disponibile per le riserve è calcolato come differenza tra il Capitale primario di classe 1 di cui alla riga 61 e il Requisito della riserva di capitale di cui alla riga 64 e il requisito riferito al capitale di classe 1 per la quota coperta da elementi del Capitale primario di classe 1.

Tab. 3.2 - Riconciliazione tra il Patrimonio netto contabile e il Capitale primario di Classe 1

Voci

dic-2020

dic-2019

Patrimonio netto di Gruppo

5.782.672

8.279.119

Patrimonio netto di terzi

1.310

1.770

Patrimonio netto dello Stato Patrimoniale

5.783.981

8.280.889

Patrimonio netto post distribuzione agli azionisti

5.783.981

8.280.889

Rettifiche per strumenti computabili nell'AT1 o nel T2

- Quota Capitale computabile nell'AT1

-

-

- Interessi di minoranza computabili

-1.310

-1.770

- Azioni proprie incluse tra le rettifiche regolamentari

-313.710

-313.710

- Altre componenti non computabili a regime

-1.071

-1.328

Capitale primario di Classe 1 (CET1) prima delle rettifiche regolamentari

5.781.600

8.277.791

Rettifiche regolamentari (incluse rettifiche del periodo transitorio)

271.718

342.533

Capitale primario di Classe 1 (CET1) al netto delle rettifiche regolamentari

6.053.319

8.620.324

Tab. 3.3 - Riconciliazione completa degli elementi di capitale primario di classe 1, di capitale aggiuntivo di classe 1 e di capitale di classe 2, nonché filtri e deduzioni applicati ai fondi propri dell'ente, e lo stato patrimoniale del bilancio

Voci (milioni di euro)Bilancio CivilisticoBilancio regolamentareInformazioni sulle differenzeAmmontare rilevante ai fini dei fondi propri

Rif. Tavola "Modello per la pubblicazione delle informazioni sui Fondi Propri"

ATTIVO

70. Partecipazioni di cui avviamenti impliciti

100. Attività immateriali di cui avviamento di cui altre immateriali

1.107.463 49.112

1.161.769 49.112

54.306 --442.766 -49.112

8, 18, 19, 23 8

183.945 7.900 176.045

183.945 7.900 176.045

- - -

-183.945 -7.900 -176.045

8 8 8

110. Attività fiscali

1.986.164

2.761.951

775.787

-178.425

10, 21, 25

di cui basate sulla redditività futura ma non derivanti da differenze temporanee

169.749

169.749

-

-147.133

10

PASSIVO

10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato - c) titoli in circolazione

12.842.254

12.842.254

-

1.750.000

32, 33, 46, 52

30. Passività finanziarie designate al FV

193.332

193.332

-

-

33

120. Riserve da valutazione

260.853

260.853

-

259.781

3, 11

  • di cui FV OCI

  • di cui CFH

  • di cui leggi speciali di rivalutazione

  • di cui altre

288.448 1.071 6.582 -35.249

288.448 1.071 6.582 -35.249

- - - -

254.270

3 (FVOCI)

-1.071 3(CFH),11

6.582 3(rival)

- 3(altre)

150. Riserve

-1.670.500

-1.670.500

--1.670.500

2, 3

160. Sovrapprezzi di emissione

-

-

-

-

-

170. Capitale

9.195.012

9.195.012

-

9.195.012

1, 2, 31

180. Azioni proprie

-313.710

-313.710

-

-313.710

16

200. Utile/perdita di periodo

-1.688.984

-1.688.984

--1.688.984

5a, 25a

Utili o perdite di valore equo derivanti da rischio di credito proprio dell'ente correlato a passività derivative

-29.828

14

Rettifiche di valore di vigilanza (Prudent Valuation)

-35.014

7

Eccedenza delle perdite attese rispetto alle rettifiche di valore complessive (modelli IRB)

-

12

Eccedenza delle rettifiche di valore complessive rispetto alle perdite attese (modelli IRB)

122.511

50

Filtro su doppi affrancamenti

-

26b

Filtro IAS 19 e IFRS9

1.141.696

26b

Strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente, direttamente, indirettamente o sinteticamente, quando l'ente non ha un investimento significativo in tali soggetti

-

39

Strumenti di capitale di classe 2 e prestiti subordinati di soggetti del settore finanziario detenuti direttamente o indirettamente, quando l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti

-65.892

54, 55

-

Investimenti indiretti

Totale Fondi Propri

-

7.859.937

Le informazioni sono state riepilogate secondo la metodologia descritta nell'Allegato I del Regolamento d'Esecuzione (UE) n.

1423/2013 che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda l'informativa sui Fondi Propri.

4. Requisiti di capitale, indicatori di liquidità e leva finanziaria

Il Gruppo Montepaschi persegue obiettivi strategici focalizzati sul rafforzamento quantitativo e qualitativo del capitale, sul riequilibrio strutturale della liquidità e sul raggiungimento di livelli sostenibili di redditività. In tale ottica le attività di capital management, planning e allocation rivestono un'importanza fondamentale per garantire il rispetto nel tempo sia dei requisiti minimi di patrimonializzazione stabiliti dalla normativa e dalle autorità di vigilanza che del grado di propensione al rischio (risk appetite) approvato dall'organo di supervisione strategica del Gruppo.

A tali fini viene utilizzato il Risk Appetite Framework (RAF) attraverso il quale annualmente si stimano i livelli obiettivo di patrimonializzazione e si alloca il capitale alle unità di business in funzione delle attese di sviluppo e dei livelli di rischio stimati, verificando che la dotazione patrimoniale sia sufficiente a garantire il rispetto dei requisiti minimi sia in condizioni normali che di stress.

Nell'ambito del RAF si effettuano valutazioni di adeguatezza patrimoniale prospettiche su un arco temporale pluriennale sia in condizioni normali che di stress.

Il monitoraggio sul raggiungimento degli obiettivi e sul rispetto dei requisiti minimi regolamentari avviene nel corso dell'anno.

I processi aziendali formali in cui trova applicazione il RAF su base almenoannuale sono il budget, il risk appetite, l'ICAAP e l'ILAAP. Il Gruppo Montepaschi definisce gli obiettivi di budget sulla base di una metodologia di misurazione delle performance aziendali corrette per il rischio,

Risk Adjusted Performance Measurement

(RAPM), tramite la quale i risultati reddituali sono determinati al netto del costo del capitale da detenere ai fini regolamentari a fronte del livello di rischio assunto.

I concetti di patrimonio impiegati sono quelli regolamentari di vigilanza: Common Equity Tier 1, Tier 1 e Fondi Propri; inoltre nell'ambito delle metriche RAPM si utilizza anche il Capitale Investito che consiste nell'ammontare di capitale proprio di pertinenza degli azionisti (equity) che occorre per conseguire i valori di Common Equity Tier 1, sia stabiliti ex ante come livelli target che realizzati ex post a consuntivo. I concetti di capitale a rischio impiegati sono i requisiti regolamentari e corrispondono ai Risk Weighted Assets (RWA), determinati sulla base delle regole previste dalla normativa di vigilanza, ed il capitale economico, che corrisponde alle perdite massime stimate sui rischi misurabili ad un intervallo di confidenza prestabilito e sulla base di modelli interni e regole interne al Gruppo. Nell'ambito delle metriche RAPM sono utilizzate entrambe le misure.

A seguito del processo di implementazione dell'attuale framework regolamentare, il Primo

Pilastro, che disciplina i requisiti per riflettere la potenziale rischiosità delle attività nonché i requisiti della dotazione patrimoniale, è stato rafforzato attraverso una definizione armonizzata del capitale e più elevati requisiti di patrimonio. Pertanto, a fianco a requisiti patrimoniali minimi volti a fronteggiare i rischi di credito, controparte, mercato ed operativo, si aggiunge dal lato delle risorse proprie una definizione di patrimonio di qualità più elevata essenzialmente incentrata sul common equity, a cui si aggiungono riserve patrimoniali che ricoprono la funzione di conservazione del capitale primario, la funzione di riserva anticiclica ed infine la funzione di copertura delle maggiori perdite per le istituzioni a rilevanza sistemica. Tali riserve vengono determinate, in conformità all'attuale framework, a cura degli Stati Membri (Banca d'Italia) e sono da aggiungersi al capitale primario di classe 1. In aggiunta al sistema dei requisiti patrimoniali minimi e alle riserve, è ora previsto il monitoraggio di un limite alla leva finanziaria (incluse le esposizioni fuori bilancio) con funzione di backstop del requisito patrimoniale basato sul rischio e per contenere la crescita della leva a livello di sistema.

L'attuale framework normativo prevede, altresì, requisiti e sistemi di supervisione del rischio di liquidità, incentrati su un requisito di liquidità a breve termine (Liquidity Coverage Ratio, LCR) e su una regola di equilibrio strutturale a più lungo termine (Net Stable Funding Ratio, NSFR), oltre che su principi per la gestione e supervisione

del rischio di liquidità a livello di singola istituzione e di sistema.

Adeguatezza patrimoniale

A partire da gennaio 2014 le banche, secondo la normativa prudenziale, sono tenute a rispettare un ratio di CET1 pari almeno al 4,5%, un coefficiente di Tier 1 almeno pari al 6% e un Total capital Ratio almeno pari all'8% dell'esposizione complessiva al rischio del Gruppo. A questi minimi, da detenere a fronte dei rischi di Pillar 1, si aggiunge una ulteriore componente di capitale primario di classe 1, stabilita a seguito del processo annuale di SREP da detenere a fronte dei rischi di Pillar 2 e le seguenti riserve (buffer) anch'esse costituite da capitale primario di classe 1:

  • la riserva di conservazione del capitale (capital conservation buffer); tale riserva è volta a preservare il livello minimo di capitale regolamentare in momenti di mercato avversi attraverso l'accantonamento di risorse patrimoniali di elevata qualità in periodi non caratterizzati da tensioni di mercato. Essa è obbligatoria ed è pari al 2,5% a partire dal 1° gennaio 2019;

  • la riserva di conservazione di capitale anticiclica (countercyclical capital buffer) ha lo scopo di proteggere il settore bancario nelle fasi di eccessiva crescita del credito; la sua imposizione, infatti, consente di accumulare, durante fasi di surriscaldamento del ciclo del credito, capitale primario di classe 1 che sarà poi destinato ad assorbire le perdite nelle fasi

discendenti del ciclo. A differenza della riserva di conservazione del capitale, la riserva di capitale anticiclica è imposta soltanto nei periodi di crescita del credito ed è calcolata secondo quanto previsto dalla CRD IV dalle autorità nazionali competenti; nel quarto trimestre 2020

il coefficiente della riserva di capitale anticiclica per l'Italia è stato mantenuto pari allo 0%. Per le altre esposizioni creditizie il Gruppo utilizza i valori del coefficiente anticiclico stabilito dalle autorità competenti dello Stato della controparte, secondo la disciplina applicabile;

  • la riserva di capitale per il rischio sistemico o macroprudenziale (Systemic risk buffer) destinata a fronteggiare il rischio sistemico non ciclico di lungo periodo del settore finanziario da stabilirsi a cura degli Stati Membri e al momento non ancora determinata da Banca d'Italia;

  • le riserve di capitale per gli enti a rilevanza sistemica globale (G-SII buffer) e per gli altri enti a rilevanza sistemica (O-SII buffer); tali riserve sono volte a imporre requisiti patrimoniali più elevati a quei soggetti che proprio per la loro rilevanza sistemica, a livello globale o domestico, pongono rischi maggiori per il sistema finanziario e una loro eventuale crisi potrebbe avere impatti sui contribuenti. Si segnala che dal 1° gennaio 2020, rispetto al 2019, il Gruppo Monte dei Paschi di Siena è tornato ad essere identificato come istituzione a rilevanzasistemica nazionale (Other Systemically Important Institution, O-SII), superando le soglie minime indicate dalle linee guida dell'EBA in termini di dimensione, importanza per l'economia italiana, complessità e interconnessione con il sistema finanziario.

La combinazione dei requisiti minimi e dei buffer sopracitati determina il Combined Buffer Requirement (CBR).

Requisiti regolamentari - 2020

Nell'ambito della SREP decision 2019 ricevuta dalla Banca in data 10 dicembre 2019 sono stati indicati, con riguardo al P1R i requisiti minimi previsti dal CRR: 4,5% per il CET1 ratio, 6% per il Tier 1 ratio e 8% per il Total Capital ratio.

A ciò è aggiunta una richiesta per il P2R pari al 3% (invariato rispetto all'anno precedente), da detenere in forma di CET1 Capital.

Il TSCR 2020 è stato quindi fissato nell'11%, con minimi regolamentari pari al 7,5% e 9% per il CET1 capital e il Tier 1 capital rispettivamente.

In termini di CBR:

  • - il Capital Conservation buffer è pari, a partire dal 1° gennaio 2019, al 2,5% dell'esposizione al rischio;

  • - il Countercyclical Capital buffer applicato dal Gruppo MPS è pari allo 0,001%;

  • - l'O-SII buffer per MPS - che dal 1° gennaio 2020 è tornato ad essere identificato come istituzione a rilevanza sistemica nazionale (Other Systemically Important Institutions, O-SII) autorizzata in Italia - è stata fissata

Si configura, quindi, un CBR pari a 2,63%. Congiuntamente al TSCR, è stato previsto quindi, per il 2020, un OCR del 13,63% in termini di Total Capital ratio, con un requisito minimo complessivo in termini di CET1 ratio del 8,82%.

nello 0,13% (0,19% e 0,21% nel 2021 e 2022 rispettivamente).

Successivamente, in considerazione dei potenziali impatti sull'attività delle banche significative connessi alla diffusione del COVID-19 la BCE ha notificato, con comunicazione in data 8 aprile 2020, alla Capogruppo la modifica, con efficacia dal 12 marzo 2020, della SREP Decision 2019, in riferimento alla composizione del requisito aggiuntivo di capitale di Pillar 2 che dovrà essere rispettato almeno per il 56,25% con Capitale primario di classe 1 (CET1) e per almeno il 75% potrà essere coperto con Capitale di classe 1 (Tier 1).

Tenendo conto di quanto sopra rappresentato, sono definiti i seguenti indicatori di adeguatezza patrimoniale in vigore al 31 dicembre 2020:

Indicatori di adeguatezza patrimoniale

Al 31 dicembre 2020

CET 1 RatioTier 1 RatioTotal Capital Ratio

  • Requisiti minimi regolamentati (art. 92 CRR, Pillar I) 4,50% 6,00% 8,00%

    TSCR (Pillar I+P2R)

    Combined Buffer Requirement (CBR)

    OCR (TSCR+CBR)

    Coefficienti di capitale

    6,19%

    2,63%

    • 8,82% 10,88% 13,63%

    12,13% 12,13% 15,75%

    TSCR - Total SREP Capital Requirement CBR - Combined Buffer Requirement

  • 8,25% 11,00%

  • 2,63% 2,63%

OCR - Overall Capital Requirement. Tale requisito è compresivo, oltre del P2R, del 2,5% in termini di Capital Conservation Buffer.

Alla data del 31 dicembre 2020, il Gruppo evidenzia, quindi, un CET1 ratio del 12,13%,superiore al coefficiente regolamentare minimo previsto. Analogamente risultano superiori ai requisiti minimi regolamentari, il Tier 1 ratio ed il Total Capital ratio.

Si precisa inoltre che, con riferimento alla P2G, la BCE si aspetta che BMPS mantenga su base consolidata un requisito dell'1,3%, da soddisfare interamente con Capitale Primario di Classe 1. Tale buffer è da intendersi al di sopra dell'OCR (non solo sui requisiti di CET1 capital come da precedente decision). Pertanto, il Gruppo al 31 dicembre 2020 mostra un marginale gap (5 b.p.) rispetto Pillar 2 Guidance realtivamente al Tier 1 ratio. Si ricorda, a tale riguardo, che la Banca Centrale Europea (BCE), in data 12 marzo 2020, ha diffuso un comunicato stampa "ECB Banking Supervision provides temporary capital and operational relief in reaction to coronavirus" in cui, fra l'altro, come precisato anche in successive FAQ pubblicate dalla stessa BCE, si prevede la possibilità di operare temporaneamente al di sotto del livello di capitale definito dalla Pillar II Capital Guidance (P2G), del buffer di conservazione del capitale (CCB).

Requisiti regolamentari - 2021

In data 28 dicembre 2020 la BCE ha inviato alla Capogruppo la SREP Decision 2020, nella quale sono indicati i requisiti patrimoniali da soddisfare a partire dal 1° gennaio 2021. Nello specifico il Gruppo MPS - a livello consolidato - deve rispettare un requisito patrimoniale SREP complessivo (Total SREP Capital Requirement - TSCR) del 10,75%, che include - un requisito

minimo di Pillar 1 ("P1R") dell'8% (di cui 4,50% in termini di CET1) e - un requisito aggiuntivo di Pillar 2 ("P2R") del 2,75% (in riduzione rispetto al 3% della SREP Decision 2019), che dovrà essere rispettato almeno per il 56,25% con CET1 e per almeno il 75% con Tier 1.

Il requisito minimo complessivo in termini di Total Capital ratio, ottenuto aggiungendo

Informativa quantitativa

Con riferimento alla definizione dei requisiti regolamentari, il Gruppo Montepaschi è stato autorizzato nel giugno 2008 all'utilizzo dei sistemi interni di rating avanzati (Advanced Internal Rating Based - AIRB) per la determinazione dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito, e del modello AMA (Advanced Measurement Approach) per i rischi operativi. Il perimetro di applicazione del metodo AIRB allo stato attuale comprende la Capogruppo Banca MPS, MPS Capital Services Banca per le Imprese e MPS Leasing & Factoring, relativamente ai portafogli regolamentari "Esposizioni creditizie al Dettaglio" ed "Esposizioni creditizie verso Imprese". Per i restanti portafogli e le restanti entità del Gruppo i requisiti patrimoniali a fronte dei rischi di credito sono calcolati secondo la metodologia standardizzata. I requisiti patrimoniali a fronte del Rischio di controparte sono calcolati indipendentemente dal portafoglioal TSCR un Combined Buffer Requirement (CBR) del 2,69%, è del 13,44%. Il requisito minimo complessivo in termini di CET1 ratio è pari al 8,74%, somma tra P1R (4,50%), P2R (1,55%) e CBR (2,69%); il requisito minimo complessivo in termini di Tier 1 è pari a 10,75%, inclusivo di P1R del 6%, P2R del 2,06% e CBR del 2,69%.

di appartenenza. In particolare, si applica il metodo del Valore di mercato ai derivati OTC ed il metodo integrale per il trattamento delle garanzie reali finanziarie alle operazioni in repo, pct e security lending.

I requisiti patrimoniali a fronte del rischio di CVA sono calcolati secondo l'approccio standardizzato.

I requisiti patrimoniali a fronte del Rischio Operativo calcolati secondo il metodo AMA coprono quasi l'intero perimetro del Gruppo Bancario. Sulla restante parte del perimetro si applica il metodo base.

I requisiti patrimoniali a fronte del rischio di mercato sono invece calcolati per tutte le entità del Gruppo applicando la metodologia Standard.

Nelle tabelle che seguono sono esposti i dettagli dei requisiti patrimoniali del Gruppo al 31 dicembre 2020.

4 Requisiti di capitale, indicatori di liquidità e leva finanziaria

75

Tab. 4 - Requisiti patrimoniali e coefficienti di vigilanza

Requisiti Patrimoniali di Vigilanza

dic-20

dic-19

Rischio di Credito e Controparte

2.832.771

3.618.890

Metodologia Standard

1.156.123

1.340.481

Metodologia IRB Avanzato

1.676.648

2.278.409

Rischi di Mercato

198.994

211.703

Metodologia Standardizzata

198.994

211.703

Modelli Interni

-

-

Rischio Operativo

925.251

825.620

Metodo Base

6.738

7.743

Metodo Standardizzato

-

-

Metodo Avanzato

918.513

817.877

Rischio di CVA

35.235

28.515

Metodo dell'Esposizione Originaria

-

-

Metodo Standard

35.235

28.515

Metodo Avanzato

-

-

Rischio di Concentrazione

-

-

Rischio di Regolamento

-

-

Requisito patrimoniale complessivo

3.992.250

4.684.728

Attività di rischio ponderate

49.903.123

58.559.094

CET1 Capital Ratio

12,13%

14,72%

Tier1 Capital Ratio

12,13%

14,72%

Total Capital ratio

15,75%

16,69%

Informativa sull'IFRS 9

Il Gruppo avendo optato per l'adozione delle disposizioni transitorie, è tenuto, secondo gli Orientamenti EBA/GL/2018/01, a fornire un confronto tra fondi propri, attività ponderate per il rischio, coefficienti patrimoniali e di leva finanziaria, con e senza l'applicazione delle disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti. Di seguito si riportano le informazioni richieste, esposte secondo il modello di informativa specificato nell'Allegato I degli Orientamenti EBA/GL/2018/01 sulle Informative uniformi Gruppo, avendo optato per l'adozione delle disposizioni transitorie, è tenuto, secondo gli Orientamenti EBA/GL/2018/01, a fornire al mercato un confronto tra fondi propri, attività ponderate per il rischio, coefficienti patrimoniali e di leva finanziaria, con e senza l'applicazione delle disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti. Si segnala che gli aggregati di vigilanza prudenziale contenuti nella presente informativa includono altresì

l'ulteriore impatto derivante dalle nuove disposizioni transitorie introdotte dal Regolamento UE 2020/873 in risposta alla pandemia di COVID-19, che hanno esteso e rafforzato le disposizioni transitorie ex art.473 bis del Regolamento CRR (c.d. CRR "Quick fix").

Di seguito si riportano le informazioni richieste, esposte secondo il modello di informativa specificato nell'Allegato I degli Orientamenti EBA/GL/2020/12 (Modello per il confronto dei fondi propri e dei coefficienti patrimoniali e di leva finanziaria degli enti, con e senza l'applicazione delle disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 oanaloghe perdite attese su crediti, con e senza l'applicazione del trattamento temporaneo in conformità dell'articolo 468 del CRR) recanti modifica agli Orientamenti EBA/ GL/2018/01 sulle informative uniformi ai sensi dell'articolo 473 bis del regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR) per quanto riguarda le disposizioni transitorie volte ad attenuare l'impatto dell'introduzione dell'IFRS 9 sui fondi propri allo scopo di garantire la conformità con le «soluzioni rapide» in materia di CRR in risposta alla pandemia di COVID-19 delle disposizioni transitorie in materia di IFRS 9.

Tab. 4a - Modello IFRS 9/articolo 468-FL: Allegato I - Confronto dei fondi propri e dei coefficienti patrimoniali e di leva finanziaria degli enti, con e senza l'applicazione delle disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti, con e senza l'applicazione del trattamento temporaneo in conformità dell'articolo 468 del CRR

dic-20

set-20

giu-20

mar-20

Capitale disponibile (importi)

1 2 2a 3 4 4a 5 6 6a

Capitale primario di classe 1 (CET1)

6.053.319 7.225.949 7.723.868 8.049.172

Capitale primario di classe 1 (CET1) come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti Capitale primario di classe 1 (CET1) come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realiz-zati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo

4.835.626 6.074.513 6.594.351 7.013.684

6.121.124 7.249.708 7.715.235

-

Capitale di classe 1

6.053.319 7.225.949 7.723.868 8.049.172

Capitale di classe 1 come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti

4.835.626 6.074.513 6.594.351 7.013.684

Capitale di classe 1 come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo

6.121.124 7.249.708 7.715.235

-

Capitale Totale

7.859.937 9.066.100 9.268.738 9.604.658

Capitale totale come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti

6.642.244 7.914.663 8.139.221 8.569.170

Capitale totale come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo

7.927.743 9.089.858 9.260.104

-

Attività Ponderate per il rischio (importi)

  • 7 Totale delle attività ponderate per il rischio

    49.903.123 56.125.871 57.799.860 59.257.978

  • 8 Totale delle attività ponderate per il rischio come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti 49.798.401 56.306.612 58.063.032 59.350.924

Coefficienti Patrimoniali

9 Capitale primario di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio)

12,13% 12,87% 13,36% 13,58%

10

Capitale primario di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti

9,71% 10,79% 11,36% 11,82%

10a

Capitale primario di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'arti-colo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo

12,26%

12,92% 13,34%

11

Capitale di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio)

12,13% 12,87% 13,36% 13,58%

12

Capitale di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti

9,71% 10,79% 11,36% 11,82%

12a

Capitale di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo

12,26%

12,92% 13,34%

13 14

Capitale totale (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio)

15,75% 16,15% 16,04% 16,21%

Capitale totale (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti

13,34% 14,06% 14,02% 14,44%

14a

Capitale totale (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo

15,88%

16,20% 16,01%

Coefficiente di Leva Finanziaria

  • 15 Misurazione dell'esposizione totale del coefficiente di leva finanziaria

    137.983.522 139.521.675 156.278.504 148.953.773

  • 16 Coefficiente di leva finanziaria

    4,39% 5,18% 4,94% 5,40%

  • 17 Coefficiente di leva finanziaria come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti

3,54% 4,34% 4,25% 4,72%

17a

Coefficiente di leva finanziaria come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo

4,44%

5,14% 4,94%

L'applicazione dell'IFRS 9 - fully loaded -

12,13% - regime transitorio) e 13,34%(invece

senza tener conto dell'impatto derivante

di 15,75%) rispettivamente in termini di

dall'adesione al regime transitorio previsto

CET1 e Capitale Totale. L'applicazione

a partire dal 2018, avrebbe comportato una

fully loaded dell'IFRS 9 avrebbe comportato

riduzione stimata di 242 punti base e 241

un decremento complessivo del CET1 di

punti base rispettivamente del coefficiente di

circa 1,2 mld di euro legato ai maggiori

CET 1 e del capitale totale. Tali coefficienti

accontamenti effettuati in sede di FTA sulle

sarebbero risultati pari a 9,71% (invece di

posizioni creditizie IRB.

Di seguito viene riportata una panoramica generale degli RWA totali e dei requisitipatrimoniali.

Tab. 4b (EU OV1) - Overview delle esposizioni ponderate per il rischio (RWA)

RWA

dic-20

set-20

1

Rischio di Credito (escluso CCR)

31.620.466

38.313.311

2.529.637

3.064.282

Articolo 438, lettere c) e d)

2

Di cui con metodo standardizzato

11.477.325

12.545.537

918.186

1.002.860

Articolo 438, lettere c) e d)

3

Di cui con metodo IRB di base (IRB Foundation)

-

-

-

-

Articolo 438, lettere c) e d)

4

Di cui con metodo IRB avanzato (IRB Advanced)

20.143.141

25.767.773

1.611.451

2.061.422

Di cui strumenti di capitale con IRB in base al

Articolo 438, d)

5

metodo della ponderazione semplice o con l'Internal

-

-

-

-

Model Approach (IMA)

Articolo 107, Articolo 438 c) e d)

6

Rischio di Controparte (CCR)

1.825.798

1.815.838

146.064

145.267

Articolo 438, lettere c) e d)

7

Di cui metodo del valore di mercato

758.582

713.246

60.687

57.060

Articolo 438, lettere c) e d)

8

Di cui esposizione originaria

-

-

-

-

9

Di cui con metodo standardizzato

-

-

-

-

10

Di cui con metodo dei modelli interni (IMM)

-

-

-

-

Di cui importo dell'esposizioni al rischio per i

Articolo 438, lettere c) e d)

11

contributi al fondo di garanzia di una controparte

17.448

7.803

1.396

624

centrale (CCP)

Articolo 438, lettere c) e d)

12

Di cui rischio di CVA

440.432

403.098

35.235

32.248

Articolo 438, lettera e)

13

Rischio di Regolamento

-

-

-

-

Esposizioni verso le cartolarizzazioni incluse

Articolo 449, lettere o) i)

14

nel portafoglio bancario (tenendo conto del

568.241

165.796

45.459

13.264

massimale)

15

Di cui approccio SEC-IRBA

539.642

131.509

43.171

10.521

16

Di cui approccio SEC-ERBA

17.115

12.558

1.369

1.005

17

Di cui approccio SEC-SA

11.485

21.729

919

1.738

18

Di cui ponderazione al 1250%/deduzioni

-

-

-

-

Articolo 438, lettera e)

19

Rischi di Mercato

2.487.420

2.414.649

198.994

193.172

20

Di cui con metodo standardizzato

2.487.420

2.414.649

198.994

193.172

21

Di cui con IMA

-

-

-

Articolo 438, lettera e)

22

Grandi esposizioni

-

-

-

-

Articolo 438, lettera f)

23

Rischio Operativo

11.565.638

11.328.364

925.251

906.269

24

Di cui con metodo base

84.222

91.332

6.738

7.307

25

Di cui con metodo standardizzato

-

-

-

-

26

Di cui con metodo avanzato

11.481.417

11.237.032

918.513

898.963

Importi al di sotto delle soglie per la deduzione

Articolo 437(2), articolo 48 e 60

27

(soggetti a fattore di ponderazione del rischio del

1.835.559

2.087.914

146.845

167.033

250 %)

Articolo 500

28

Rettifiche per l'applicazione della soglia minima

-

-

-

-

29

Totale

49.903.123

56.125.871

3.992.250

4.490.070

Requisiti di capitale minimi dic-20 set-20

La somma delle righe 1,6 (esclusa la riga 12), 14 e 27 è coerente con la voce totale rischio di credito e controparte delle tabelle 4.1 e 4.2. La riga 6, in corenza con la tabella 6.2.1- EU CCR1oltre ai di cui delle righe 7, 8, 9, 10, 11 e 12 include l'importo relativo al Metodo integrale per il trattamento delle garanzie reali finanziarie per le operazioni SFT pari a 609.337/migliaia di RWA al 31 dicembre 2020.

Gli RWA al 31 dicembre 2020 rispetto al trimestre precedente registrano un decremeto essenzialmente riconducibile al decremento degli RWA relativi ai rischi di credito. Tale decremento si riscontra per 1.359 mln ambito standard, dove si registrano minori RWA da patrimonio per 360 mln, minori altre attività e rientri sull'erogato. Ulteriore decremento per 5.613 mln ambito airb in virtù della scissione Hydra (circa 2.140 mln) e del forte incremento su erogazioni controgarantite dallo Stato. Infine si registra la presenza di due nuove cartolarizzazioni sintetiche (CRC e FEI) che impattano per una diminuzione netta negli RWA per circa 1.000 mln.

Il lieve incremento degli RWA relativi ai rischi di mercato è riconducibile essenzialmente al rischio cambio ed a nuova operatività ambito OIC e titoli di capitale. Infine l'incrementosu rischi operativi si registra princialmente nelle classi di rischio "Clienti prodotti e prassi operative" e "Interruzioni operatività e sistemi".

Ulteriori dettagli, relativamente alle esposizioni (importi non ponderati) e agli RWA (importi ponderati), sono riportati:

  • per le esposizioni soggette al metodo standard - rischio di credito nella sezione specifica 5.2 (ove peraltro gli importi delle operazioni fuori bilancio sono riportati post ponderazione per i fattori di conversione creditizia - FCC);

  • per le esposizoni soggette ai modelli interni del rischio di credito nella sezione 5.3;

  • per le esposizioni in posizioni verso la cartolarizzazione soggette al metodo standard e al metodo AIRB nella sezione 11.

Tab. 4.1 - Requisito patrimoniale per il Rischio di Credito e di Controparte

Requisiti

dic-20

dic-19 Requisiti

Metodo Standard

Totale Metodo Standard di cui Rischio di Controparte

Metodo AIRB

Totale Metodo IRB di cui Rischio di Controparte

Totale di cui Rischio di Controparte

1.156.123 87.409

1.340.481 85.139

1.676.64822.025

2.278.409 19.374

2.832.771 109.433

3.618.890 104.512

Il requisito patrimoniale a fronte del Rischio di Controparte è pari a 109.433/migliaia, ed è calcolato, oltre che sul Portafoglio di Negoziazione anche sul Banking Book. Tale requisito, riepilogato per metodologia nellatabella 4.1, è riportato, in capo ai singoli portafogli regolamentari della Metodologia standard e della Metodologia IRB Avanzato riepilogati nella tabella 4.2.

Tab. 4.2 - Requisito patrimoniale per il Rischio di Credito e di Controparte

Metodo Standard

Esposizioni verso amministrazioni centrali o banche centrali Esposizioni verso amministrazioni regionali o autorità locali Esposizioni verso organismi del settore pubblico Esposizioni verso banche multilaterali di sviluppo Esposizioni verso organizzazioni internazionali Esposizioni verso enti

Esposizioni verso imprese Esposizioni al dettaglio

Esposizioni garantite da ipoteche su beni immobili Esposizioni in stato di default

Esposizioni associate a un rischio particolarmente elevato Esposizioni sotto forma di obbligazioni garantite Esposizioni verso imprese a breve termine Esposizioni verso OIC

Esposizioni in strumenti di capitale Altre esposizioni

Esposizioni verso cartolarizzazioni*

Esposizioni verso Controparti Centrali nella forma di contributi prefinanziati al fondo di garanzia

dic-2020

dic-2019

106.028 139.689

22.283 24.657

24.999 28.966

- -- -153.986 161.965

208.704 266.280

36.429 47.422

34.758 44.566

21.157 36.424

27.480 39.754

6.598 6.843

-

-18.165 18.362

131.280 179.493

360.572 344.224

2.288 1.396

712 1.123

  • Totale Metodo Standard 1.156.123 1.340.481

    Metodo AIRB

  • Esposizioni verso o garantite da imprese: 1.078.215 1.578.584

  • - PMI

  • - Altre Imprese

  • - Finanziamenti specializzati - slotting criteria

Esposizioni al dettaglio:

  • - Garantite da immobili: PMI

  • - Garantite da immobili: Persone fisiche

  • - Rotative al dettaglio qualificate

  • - Altre esposizioni: PMI

  • - Altre esposizioni: Persone fisiche

Esposizioni verso cartolarizzazioni**

425.742 717.067

559.294 740.363

93.180 121.154

555.261 688.067

116.319 148.355

275.778 292.365

469

597

142.783 223.332

19.912 23.418

43.171 11.757

  • Totale Metodo AIRB 1.676.648 2.278.409

  • Totale Rischio di Credito e Controparte 2.832.771 3.618.890

*All'interno delle cartolarizzazioni Standard sono state ricomprese le cartolarizzazioni SEC-ERBA e SEC-SA; **All'interno delle cartolarizzazioni AIRB sono state ricomprese le cartolarizzazioni SEC-IRBA;

Di seguito il dettaglio del requisito patrimoniale per Rischio di Credito e di Controparte (Metodi IRB) -Finanziamenti specializzati - slotting criteria, per il Rischio di Mercato e per il Rischio Operativo. A seguireil dettaglio relativo all'impatto sugli RWA in termini di autorizzazione concessa agli enti di non dedurre gli strumenti di fondi propri detenuti in un soggetto finanziario in cui gli enti detengono un investimento significativo.

Tab. 4.3 - Requisito patrimoniale per il Rischio di Credito e di controparte (Metodi IRB) - Finanziamenti specializzati - slotting criteria

Fattore di ponderazione

dic-2020

dic-2019

Categoria 1 - 50%

130

118

Categoria 1 - 70% con vita residua 2,5 anni

8.813

9.787

Categoria 2 - 70% con vita residua < 2,5 anni

8.871

7.502

Categoria 2 - 90%

50.782

68.762

Categoria 3 - 115%

14.064

27.213

Categoria 4 - 250%

10.520

7.771

Categoria 5 - 0%

-

-

Totale

93.180

121.154

Tab. 4.4 - Requisito patrimoniale per il Rischio di mercato

Metodologia Standardizzata

dic-2020

dic-2019

Rischio di posizione su strumenti di debito

131.457

125.313

Rischio di posizione su strumenti di capitale

32.277

45.442

Rischio di cambio

13.460

14.451

Rischio di posizione su merci

10.971

9.960

Rischio di posizione in OIC

10.829

16.536

Totale Metodologia Standardizzata

198.994

211.703

Modelli Interni

Totale Modelli Interni

-

-

Totale Rischi di Mercato

198.994

211.703

I requisiti patrimoniali inclusi nel Rischio di Mercato a fronte delle posizioni verso cartolarizzazioni ricomprese nel Porta-foglio di negoziazione di Vigilanza sono pari a 25.099 (espressi in migliaia di Euro) per l'anno 2020.

Tab. 4.5 - Requisito patrimoniale per il Rischio Operativo

Requisiti per Metodologia

dic-2020

dic-2019

Metodo Base

6.738

7.743

Metodo Standardizzato

-

-

Metodi Avanzati

918.513

817.877

Totale Rischi Operativi

925.251

825.620

A

H

La seguente tabella mostra le principali patrimoniali per il rischio di credito metodo variazioni degli RWA e dei requisiti IRB.

Tab. 4.6 (EU CR8) - Rendiconto delle variazioni delle RWA delle esposizioni soggette al rischio di credito in base al metodo IRB

Importi delle RWA

Requisiti di capitale

1

RWA al 30 settembre 2020

25.767.773

2.061.422

9

RWA al 31 dicembre 2020

20.143.141

1.611.451

Gli importi sono al netto della componente di rischio controparte. I dati riportati in tabella non comprendono l'importo relativo alle cartolarizzazioni metodo AIRB e corrispondono alla riga 4 della tabella EU OVI1.

A seguire il dettaglio relativo all'impatto sugli

propri detenuti in un soggetto finanziario

RWA in termini di autorizzazione concessa

in cui gli enti detengono un investimento

agli enti di non dedurre gli strumenti di fondi

significativo.

Tab. 4.7 - EU INS1 - partecipazioni non dedotte in imprese di assicurazione

dic-2020

Strumenti di fondi propri detenuti in un soggetto del sett finanziario in cui l'ente detiene un investimento significativo non dedotto dai fondi propri (prima della ponderazione del rischio)

527.137

Totale RWA

1.317.843

Riserva di Capitale Anticiclica

Il Gruppo Montepaschi al 31 dicembre 2020 è tenuto a detenere una riserva di capitale anticiclica di 499,0 migliaia di euro. Tale riserva, come stabilito dall'art. 130 della CRD IV, è pari all'esposizione complessiva al rischio (espressa in termini di attività a rischio ponderate) per il coefficiente anticiclico specifico dell'ente, che per il Gruppo Montepaschi è pari a 0,001%. Quest'ultimo è pari alla media ponderata dei coefficienti anticiclici applicabili nei paesi in cui l'Ente presenta delle esposizioni. Ciascuno Stato membro, ai sensi dell'articolo 130, paragrafo 1, della direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio (CRD), è tenuto a imporre agli enti di detenere una loro specifica riserva di capitale anticiclica per le esposizioni verso il proprio Paese ed a fissarne il relativo coefficiente anticiclico. In particolare, Banca d'Italia ha fissato il coefficiente relativo alle esposizioni verso le controparti italiane allo 0% per il 2019 e per il

Tab. 4.8.1 - Riserva di capitale anticiclica

quarto trimestre 2020. Per le altre esposizioni creditizie il Gruppo utilizza ai fini del calcolo del proprio indicatore i valori del coefficiente stabiliti dalle autorità competenti dello Stato. Al 31 dicembre 2020, solo le autorità competenti di Lussemburgo, Norvegia, Repubblica Ceca, Hong Kong, Bulgaria e Slovacchia tra i paesi verso i quali il Gruppo evidenzia delle esposizioni rilevanti ai fini del calcolo della riserva anticiclica, hanno fissato un coefficiente anticiclico diverso da zero. Il Gruppo Montepaschi, come rappresentato nelle tabelle seguenti, evidenzia il 95,30% delle esposizioni rilevanti ai fini del calcolo della riserva anticiclica verso l'Italia che presenta un coefficiente pari a 0%. Di seguito si riportano i principali elementi del calcolo della riserva di capitale anticiclica, nel formato standard di cui alla tabella 2 dell'allegato I del regolamento delegato (UE) 1555/2015 della Commissione.

dic-2020

10

Importo complessivo dell'esposizione al rischio (RWA)

49.903.123

20

Coefficiente anticiclico specifico dell'ente

0,001%

30

Requisito di riserva di capitale anticiclica specifica dell'ente

499,0

Nel riepilogo seguente sono sintetizzate le esposizioni che contribuiscono all'importodel requisito complessivo della riserva anticiclica del Gruppo.

Tab. 4.8.2 - Distribuzione geografica delle esposizioni creditizie rilevanti ai fini del calcolo della riserva di capitale anticiclica (Sintesi)

Ripartizione per Paese

Esposizioni nel portafoglio di negoziazioneEsposizioni verso la cartolarizzazione

Somma della posizione lunga e corta

10

Requisiti di fondi propri

Esposizione modelli interni

20

Esposizione metodo SA

30

Esposizione metodo IRB

40

Di cui: Esposizioni creditizie generiche

50

Di cui: Esposizioni nel portafoglio di negoziazione

60

Di cui: Esposizioni verso la cartolarizzazione

70

Totale

80

Fattori di ponderazione dei requisiti di fondi propri

90

Coefficiente anticiclico

100

110

120

La tabella seguente fornisce nel formato standard di cui alla tabella 1 dell'Allegato I del regolamento delegato (UE) 1555/2015 della Commissione, la distribuzione geografica dell'esposizioni con i rispettivi requisiti dicapitale, la rilevanza sulle esposizioni totali del Gruppo (Fattori di ponderazione dei requisiti di fondi propri) ed il coefficiente anticiclico.

Tab. 4.8.3.1 - Distribuzione geografica delle esposizioni creditizie rilevanti ai fini del calcolo della riserva di capitale anticiclica

Esposizioni nel portafoglio di negoziazioneEsposizioni verso la cartolarizzazione

Somma della posizione lunga e corta

Requisiti di fondi propri

Esposizione modelli interni

Esposizione metodo SAEsposizione metodo IRBDi cui: Esposizioni creditizie genericheDi cui: Esposizioni nel portafoglio di negoziazioneDi cui: Esposizioni verso la cartolarizzazione

Totale

Fattori di ponderazione dei requisiti di fondi propriCoefficiente anticiclico

Italia

11.310.885 70.343.435

Francia Irlanda Spagna Lussemburgo

666.816 16.445

239.842 3.203

1.268.704 3.808.324 747.908 324.089 59.193 51.943 15.020 20.468 45.712 - 124 - 24 - 23 - - 862 - 238 - 2.235 0 70 634 - - - - - - 179 3.574 - - 3.833 0 0 169 - - - - - - - -

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

2.881.721 - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

2.378.889

29.168

45.459 2.463.516

33.930

1.590 - 35.521

19.391

3.351 - 22.742

600.471 2.415

6.543

1.078 - 7.621

157.637 935

4.500

3.310 - 7.810

Stati Uniti d'America Regno Unito Germania Paesi Bassi

82.917 12.117

5.402

3.906 - 9.307

49.730 12.173

3.743

1.109 - 4.852

40.983 9.066

2.639

1.589 - 4.228

25.707 2.635

991

1.361 - 2.352

Emirati Arabi Uniti Belgio

55.441 1.990

2.227 - - 2.227

37.492 1.102

3.129 10 - 3.138

Algeria Federazione Russa Messico

33.904 19

2.712 - - 2.712

27.902 1.762

2.219 2 - 2.220

31.397 651

1.001 - - 1.001

Cina Suriname Tanzania Svizzera Qatar

25.577 1.251

1.890 2 - 1.892

28.534 0

-

-

-

-

24.940 59

1.562 - - 1.562

8.679 14.001 11.121 12.076

13.738 36 - 0

690 69 - 759

1.108 - - 1.108

Isole Cayman Iraq Portogallo Brasile Austria Norvegia Croazia Turchia Romania Armenia Corea del Sud Filippine Canada Giappone Cile Marocco Jersey Australia Argentina Taiwan Cuba Slovenia Tunisia Colombia Kuwait Monaco Indonesia Maldive

890 19 - 909

7 - - 7

7.532 265

551 72 - 623

9.890 479

447 0 - 447

9.087 968

448 6 - 453

7.720 414

291 51 - 342

6.901 427

296 - - 296

7.143 79

263 - - 263

6.597 341

283 - - 283

6.777 0

1 - - 1

5.723 1

371 - - 371

5.515 39

441 - - 441

4.960 636

219 14 - 234

1.757 1

121 286 - 407

5.317 0

359 - - 359

4.736 176

237 - - 237

600

-

307 - 355

4.379 202

3.586 0

3.358 972

0 - 230

0 - 8

13 - 300

48 230 8 287

3.264 1

388 - - 388

3.535 296

43 - - 43

2.996 291

220 - - 220

3.184 1

255 - - 255

3.006 7 2.951 2.742

- 3.348 136 -

241 - - 241

30 - - 30

128 - - 128

219 - - 219

95,302% 0,000%

1,374% 0,000%

0,880% 0,000%

0,295% 0,000%

0,302% 0,250%

0,360% 0,000%

0,188% 0,000%

0,164% 0,000%

0,091% 0,000%

0,086% 0,000%

0,121% 0,000%

0,105% 0,000%

0,086% 0,000%

0,039% 0,000%

0,073% 0,000%

0,000% 0,000%

0,060% 0,000%

0,029% 0,000%

0,043% 0,000%

0,035% 0,000%

0,000% 0,000%

0,024% 0,000%

0,017% 0,000%

0,018% 0,000%

0,013% 1,000%

0,011% 0,000%

0,010% 0,000%

0,011% 0,000%

0,000% 0,000%

0,014% 0,000%

0,017% 0,000%

0,009% 0,000%

0,016% 0,000%

0,014% 0,000%

0,009% 0,000%

0,014% 0,000%

0,009% 0,000%

0,000% 0,000%

0,012% 0,000%

0,015% 0,000%

0,002% 0,000%

0,008% 0,000%

0,010% 0,000%

0,009% 0,000%

0,001% 0,000%

0,005% 0,000%

0,008% 0,000%

Tab. 4.8.3.2 - Distribuzione geografica delle esposizioni creditizie rilevanti ai fini del calcolo della riserva di capitale anticiclica

Esposizioni nel portafoglio di negoziazioneEsposizioni verso la cartolarizzazione

Somma della posizione lunga e corta

Requisiti di fondi propri

Esposizione modelli interni

Di cui: Esposizioni creditizie genericheDi cui: Esposizioni nel portafoglio di negoziazioneDi cui: Esposizioni verso la cartolarizzazione

Totale

Fattori di ponderazione dei requisiti di fondi propriCoefficiente anticiclico

Ungheria

Vietnam Finlandia Giordania Kenya Polonia Israele Danimarca Egitto Peru Malesia San Marino Arabia Saudita Svezia Tailandia Repubblica Ceca Costa Rica Nuova Zelanda Bangladesh Kazakhistan Hong Kong Bulgaria Ecuador Serbia Panama Malta Paraguay Nigeria Benin India Islanda Reunion Slovacchia Sud Africa Cipro Oman

Bosnia Erzegovina Venezuela Maurizius

Repubblica Democratica del Congo Antigua e Barbuda

2.606 9

- - 1.876 - - - 210 97 - - - - - 711 - - - - - - 70 - - - 786 - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 0 - -

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

183 - - 183

2.537 1

199 - - 199

521 95

10

150 - 160

2.393 29

192 - - 192

2.498 1

-

-

--

1.701 539

115 - - 115

1.476 360

116 17 - 133

1.532 470

85 8 - 92

1.811 203

101 - - 101

1.871 1

104 - - 104

1.874 22

78 - - 78

560 1.256

34 - - 34

1.784 53

11 - - 11

720 291

18 24 - 42

1.474 93

118 - - 118

1.480 110

56 - - 56

1.564 0

40 - - 40

963 377

70 - - 70

0,007% 0,000%

0,008% 0,000%

0,006% 0,000%

0,007% 0,000%

0,000% 0,000%

0,004% 0,000%

0,005% 0,000%

0,004% 0,000%

0,004% 0,000%

0,004% 0,000%

0,003% 0,000%

0,001% 0,000%

0,000% 0,000%

0,002% 0,000%

0,005% 0,000%

0,002% 0,500%

0,002% 0,000%

0,003% 0,000%

1.286 121

8

- - 6 - - - 63 - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 0 - -

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

8

0,000% 0,000%

996 73

80

80

0,003% 0,000%

466 601

11

17

0,001% 1,000%

804 276

13

13

0,001% 0,500%

1.075

-

0

0

0,000% 0,000%

27 952

9

9

0,000% 0,000%

10 47

1

64

0,002% 0,000%

150 709

22

22

0,001% 0,000%

894

- 51 - 170 - -

0

0

0,000% 0,000%

657

53 -

53 -

0,002% 0,000%

670

0,000% 0,000%

425

17

17

0,001% 0,000%

531

42

42

0,002% 0,000%

565

20

20

0,001% 0,000%

316 208

13

13

0,000% 1,000%

410 103

3

3

0,000% 0,000%

360 100

21

21

0,001% 0,000%

249 152

17

17

0,001% 0,000%

403 0

14

14

0,001% 0,000%

29 346

4

4

0,000% 0,000%

169 138

8

8

0,000% 0,000%

2 293

5

5

0,000% 0,000%

1 295

2

2

0,000% 0,000%

Ghana

270 0

0 -

0 -

0,000% 0,000%

Ruanda Libano Bermuda Lettonia Guatemala

231 0

0,000% 0,000%

5 221

2

2

0,000% 0,000%

195 0

16

16

0,001% 0,000%

178 0

14

14

0,001% 0,000%

164

-

13

13

0,001% 0,000%

Tab. 4.8.3.3 - Distribuzione geografica delle esposizioni creditizie rilevanti ai fini del calcolo della riserva di capitale anticiclica

Esposizioni nel portafoglio di negoziazioneEsposizioni verso la cartolarizzazione

Somma della posizione lunga e corta

Requisiti di fondi propri

Esposizione modelli interni

Esposizione metodo SAEsposizione metodo IRBDi cui: Esposizioni creditizie genericheDi cui: Esposizioni nel portafoglio di negoziazioneDi cui: Esposizioni verso la cartolarizzazione

Totale

Fattori di ponderazione dei requisiti di fondi propriCoefficiente anticiclico

Uruguay

151 0

Lituania Grecia Singapore Cambogia

134 1

75 4

1 116

102

-Macao - 115

Brunei Darussalam - 92

Curaçao - 0

Myanmar 77 0

Montenegro 67 0

- - 21 0 - - - 83 - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 6.357.179

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 2.881.721

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

12 - - 12

4 - - 4

9 2 - 10

1 0 - 1

8 - - 8

1 - - 1

1 - - 1

0 1 - 1

2 - - 2

5 - - 5

Siria Albania Iran Senegal Mongolia Camerun Moldavia Ucraina

62

-

5 - - 5

0

68

0 - - 0

2

36

1 - - 1

28

1 -

2 - - 2

25 -

2 - - 2

17

1 - - 1

0

13

0 - - 0

6

3 -

0 - - 0

Citta del Vaticano Sudan

7

1 - - 1

6

1

0 - - 0

Costa d'Avorio Pakistan Estonia

6

0

0 - - 0

4

1

0 - - 0

3

1

0 - - 0

Repubblica Dominicana Capo Verde

3

1 - - -

0 - - 0

3

0 - - 0

Etiopia Bahrain Yemen Bielorussia Azerbaijan

3

0 - - 0

2 -

0 - - 0

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

0,000% 0,000%

2 --

- - - - - - - - - - - - 47.582

- - - - - - - - - - - - 45.459

-

0,000% 0,000%

2

0

0

0,000% 0,000%

0

2

0

0

0,000% 0,000%

Repubblica del Congo

0

1

0

0

0,000% 0,000%

Uganda

1

0

0

0

0,000% 0,000%

Libia Barbados Macedonia

0

1 -

0

0

0,000% 0,000%

1 - -

0

0

0,000% 0,000%

1

0 -

0 -

0,000% 0,000%

Territori Palestinesi Occupati Gibuti

1 -

0,000% 0,000%

0 - - 13.650.991

0 - - 2.481.883

0 - - 2.584.924

0,000% 0,000%

Turkmenistan Bahamas

0

0,000% 0,000%

Totale

0 70.441.349

0,000% 0,000% 99,996%

Indicatori di liquidità e Leverage Ratio

Con riferimento agli indicatori di liquidità, Liquidity Coverage Ratio (LCR) e Net Stable Funding Ratio (NSFR), da marzo 2014 è iniziato il periodo di osservazione da parte delle Autorità di Vigilanza. Da ottobre 2015 è entrato in vigore il requisito minimo di Liquidity Coverage Ratio con un livello crescente in modo graduale negli anni (100% nel 2018). Il Liquidity Coverage Ratio al 31 dicembre 2020 è pari al 196,7%, risultando al di sopra del requisito regolamentare minimo applicabile per il 2020 (pari al 100%), in aumento rispetto a dicembre 2019 (pari a 152,4%).

La tabella seguente riporta le informazioni quantitative sull'LCR, sulla base degli Orientamenti EBA sull'informativa relativa al coefficiente di copertura della liquidità, ad integrazione dell'informativa sulla gestione del rischio di liquidità ai sensi dell'articolo 435 del Regolamento (UE) n.575/2013 (EBA/GL/2017/01). I valori sono calcolati come media semplice delle osservazioni di fine mese rilevate nei dodici mesi precedenti, dove disponibili, il termine di ciascun trimestre.

Valuta e unità (EUR milioni) Trimestre chiuso al (GG mese AAAA)

Numero di punti di dati usati per il calcolo delle medie

Attività Liquide di Alta qualità

1

Totale delle attività liquide di alta qualità (HQLA)

Deflussi di cassa

2 3 4 5 6

Depositi al dettaglio e depositi della clientela di piccole imprese, di cui:

Depositi stabili

Depositi meno stabili

Tab. 4.9 - Liquidity Coverage Ratio (EU LIQ1)

Totale valore ponderato

EU-19b 20

Provvista (funding) all'ingrosso non garantita

Depositi operativi (tutte le controparti) e depositi all'interno di reti di banche cooperative

7 8 9 10

Depositi non operativi (tutte le controparti) Titoli di debito non garantiti

Provvista (funding) all'ingrosso garantita Requisiti aggiuntivi

11 12 13 14 15 16

Deflussi per operazioni in derivati e altri obblighi in materia di costituzione di garanzie reali (collateral)

Deflussi connessi alla perdita di finanziamenti su prodotti di debito Linee di credito e di liquidità

Altri obblighi contrattuali di finanziamento Altri obblighi eventuali di finanziamento

Totale dei Deflussi di cassa

Afflussi di cassa

  • 17 Prestiti garantiti (ad es. pronti contro termine attivi)

  • 18 Afflussi provenienti da esposizioni pienamente in bonis

  • 19 Altri afflussi di cassa

    (Differenza tra gli afflussi ponderati totali e i deflussi ponderati totali EU-19a derivanti da operazioni in paesi terzi in cui vigono restrizioni al trasferimento o che sono denominate in valute non convertibili)

(Afflussi in eccesso da un ente creditizio specializzato connesso)

Totale degli Afflussi di cassa

  • EU-20a Afflussi totalmente esentati

  • EU-20b Afflussi soggetti al massimale del 90%

  • EU-20c Afflussi soggetti al massimale del 75%

Valore Corretto Totale

89

mar-20

giu-20

set-20

dic-20

mar-20

giu-20

set-20

dic-20

12

12

12

12

12

12

12

12

25.383

25.556

26.047

26.844

47.543

48.092

48.729

49.713

3.074

3.102

3.130

3.186

37.721

38.205

38.805

39.628

1.886

1.910

1.940

1.981

9.822

9.887

9.924

10.085

1.188

1.191

1.190

1.205

20.732

21.439

22.588

23.589

8.385

8.959

9.836

10.507

8.003

6.554

5.096

3.530

1.866

1.512

1.175

808

12.424

14.582

17.194

19.924

6.214

7.145

8.363

9.565

305

302

298

135

305

302

298

135

403

390

328

252

3.453

3.466

3.534

3.625

962

1.080

1.202

1.229

839

849

855

856

677

772

855

856

22

24

37

42

22

24

37

42

2.592

2.593

2.642

2.727

264

284

310

331

2.715

2.921

2.990

2.992

1.624

1.643

1.474

1.180

19.254

22.718

22.844

23.128

1.298

1.499

1.618

1.690

15.746

16.673

17.589

18.045

3.230

3.712

4.226

5.352

128

134

143

67

2.516

2.483

2.409

2.303

1.360

1.340

1.303

1.249

5.018

4.791

4.464

4.114

1.064

1.019

947

886

-

-

-

-

-

-

-

-

10.764

10.985

11.099

11.769

2.551

2.493

2.394

2.202

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

10.610

10.832

10.970

11.717

2.551

2.493

2.394

2.202

25.383

26.844

13.194

15.843

197,95%

169,75%

P

O

M

T

Totale valore non ponderato

  • 25.556 26.047

  • 14.180 15.195

182,16%

172,86%

Il Liquidity Coverage Ratio (LCR) rappresenta l'indicatore regolamentare utilizzato per il monitoraggio del rischio di liquidità di breve termine. Nel corso del 2020 la liquidità del Gruppo è stata caratterizzata dall'assenza di segnali di tensione sul breve termine, con un LCR stabilmente al di sopra del 150%, ben superiore al limite regolamentare del 100%. La consistente crescita rispetto al valore di fine 2019 (+44,3%, dal 152,4% di fine 2019 al 196,7% di fine 2020), è riconducibile ai benefici generati sia dall'andamento positivo delle dinamiche commerciali che da alcuni specifici eventi come il perfezionamento dell'operazione di scissione verso AMCO e il collocamento di obbligazioni senior e subordinate nei mercati istituzionali. Sono inoltre state rinnovate le operazioni di rifinanziamento con BCE per un livello di TLTRO III pari a 24,0 €/mld. Tali dinamiche positive hanno più che compensato i deflussi di cassa prodotti dal rimborso dei Guaranteed Government Bonds e dalla riduzione dell'operatività in prestito titoli. Tali livelli sono stati stabilmente mantenuti nonostante gli interventi metodologici apportati alla metrica per la dismissione del modello di Excess Operational Deposit, che ha determinato una penalizzazione dell'indicatore nell'intorno del -10%, ed al recepimento dei nuovi dettami introdotti nell'ambito della revisione normativa perfezionata dal regolatore, che hanno prodotto un impatto negativo inferiore al -5%. L'analisi delle principali componenti del Liquidity Buffer a dicembre 2020 mostra una forte prevalenza di liquidità disponibile derivante dalla riserva detenutapresso la BCE (84% del totale del Liquidity Buffer) ed una componente significativa di titoli di stato italiani ed europei (15% dell'aggregato), tutti strumenti quotati nei principali mercati regolamentati e facilmente liquidabili nel breve termine. Si segnala che gli outflows relativi a posizioni in derivati e le potenziali richieste di collaterale come garanzia reale risultano non significativi, in considerazione dell'incidenza sull'aggregato di riferimento in un ordine di grandezza che per entrambe risulta inferiore al 5%. Con cadenza mensile, inoltre, il Gruppo effettua il monitoraggio del rischio di concentrazione delle fonti di raccolta di natura sia finanziaria, sia commerciale, con un focus particolare sul dettaglio delle principali controparti non retail. Il rischio di concentrazione delle fonti di raccolta del Gruppo MPS è presente ed è legato ad un depositante significativo la cui giacenza media risente della stagionalità del ciclo economico. A fine dicembre 2020, secondo quanto monitorato attraverso la segnalazione regolamentare Additional Liquidity Monitoring Metrics (ALMM), la raccolta tramite canali unsecured ammonta a circa il 66% del totale, di cui il 8% relativo a controparti non retail finanziarie e il 18% relativo a controparti non retail non finanziarie. In quest'ultima categoria la controparte principale risulta essere "CSEA Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali", con un'esposizione complessiva pari al 16% del totale delle controparti non retail non finanziarie (corrispondente al 4% del totale della raccolta effettuata tramite canali unsecured). Si sottolinea infine come le riserve

di liquidità in valuta diversa dall'Euro, così come gli outflows e gli inflows in valuta diversa dall'Euro, grandezze aventi singolarmente una incidenza inferiore al 1%, rivestonano per il Gruppo MPS caratteristica di marginalità e non provochino disallineamenti di valuta nel calcolo del LCR.

Leva Finanziaria

In aggiunta al sistema dei requisiti patrimoniali volti a fronteggiare i rischi di credito, controparte, mercato, operativo, CVA e regolamento, l'attuale framework regolamentare prevede il monitoraggio di un limite alla leva finanziaria con funzione da una parte di limitare l'accumulo di indebitamento nel settore bancario per evitare processi di deleveraging destabilizzanti che possono danneggiare il sistema finanziario e più in generale l'economia, dall'altra di rinforzare il sistema dei requisiti patrimoniali associati al rischio con una semplice misura di backstop, non basata sul profilo di rischio. Il Regolamento delegato (UE n. 62/2015), che modifica il CRR, definisce il Leverage Ratio come rapporto tra il Tier1 ed il totale delle attività in essere della Banca non ponderate per il loro grado di rischio (incluse le esposizioni fuori bilancio), calcolati a fine trimestre. Le esposizioni devono essere riportate al netto degli aggiustamenti regolamentari previsti nella determinazione del T1 al fine di evitare il doppio computo. Al momento per il leverage ratio non sono ancora state stabilite dalle Autorità di Vigilanza soglie minime da rispettare. Tuttavia, a decorrere dal 1° gennaio 2015, all'obbligo di segnalazione già

operante, si è aggiunto l'obbligo trimestrale di informativa al pubblico. Inoltre, le Banche pubblicano l'informativa come da Regolamento di Esecuzione (UE) 2016/200 della Commissione del 15 febbraio 2016, dal 16 febbraio 2016, data successiva alla pubblicazione di questo regolamento sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea. Al 31 dicembre 2020 il leverage ratio del gruppo è risultato pari al 4,39%. Utilizzando il patrimonio di vigilanza calcolato applicando le regole previste a regime l'indice si attesta al 3,59%. In ottemperanza agli obblighi di informativa al pubblico, vengono di seguito forniti gli elementi necessari per il suo calcolo. Gli schemi utilizzati per rendere la suddetta informativa sono quelli previsti dagli ITS sulla Disclosure (cfr "EBA FINAL draft Implementing Technical Standards on disclosure of the leverage ratio under Article 451(2) of Regulation (EU) No 575/2013 (Capital Requirements Regulation - CRR) - Second submission following the EC's Delegated Act specifying the LR" - link) pubblicati dall'EBA il 15 giugno 2015 e presenti nel Regolamento di Esecuzione (UE) 2016/200 della Commissione del 15 febbraio 2016. Le tabelle di seguito riportano l'indicatore di leva finanziaria al 31 dicembre 2020 e l'apertura dell'esposizione totale nelle principali categorie, secondo quanto disposto dagli articoli 451(1)(a), 451(1)(b) e 451(1) (c). Le grandezze esposte sono relative al calcolo dell'indice di leva finanziaria secondo le disposizioni transitorie vigenti a fini segnaletici.

Tab. 4.10.1 - Leva finanziaria: LR Sum (Sintesi della riconciliazione tra l'attivo contabile e l'esposizione ai fini dell'indicatore di Leva Finanziaria)

  • 1 Attività totali come da bilancio pubblicato

  • 2 Rettifica per i soggetti consolidati a fini contabili ma esclusi dall'ambito del consolidamento regolamentare

    (Rettifica per le attività fiduciarie contabilizzate in bilancio in base alla disciplina contabile applicabile ma

  • 3 escluse dalla misura dell'esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria a norma dell'art. 429, par. 13, del regolamento (UE) n. 575/2013)

  • 4 Rettifica per gli strumenti finanziari derivati

  • 5 Rettifica per le operazioni di finanziamento tramite titoli (SFT)

  • 6 Rettifica per gli elementi fuori bilancio (conversione delle esposizioni fuori bilancio in importi equivalenti di credito)

EU-6a

(Rettifica per le esposizioni infragruppo escluse dalla misura dell'esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria a norma dell'articolo 429, paragrafo 7, del regolamento (UE) n. 575/2013)

EU-6b

(Rettifica per le esposizioni escluse dalla misura dell'esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria a norma dell'articolo 429, paragrafo 14, del regolamento (UE) n. 575/2013)

  • 7 Altre rettifiche

  • 8 Misura dell'esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria

dic-20

dic-19

125.416.476 - -133.200.119 - -

1.451.807 1.491.015

1.061.920 1.311.026

10.939.136 7.424.739

- - -885.817 137.983.522

- - -2.329.202 141.097.698

La voce "Altre rettifiche" include 345.211/migliaia di "Deduzioni dal Capitale di Classe 1 relative ad attivi di bilan-cio", presenti alla riga 2 della Tab. 4.10.2.

Tab. 4.10.2 - Leva finanziaria: LR Com (Informativa sull'Indicatore di Leva Finanziaria)

Esposizioni in bilancio (esclusi derivati e SFT)

  • 1 Elementi in bilancio (esclusi derivati, SFT e attività fiduciarie, ma comprese le garanzie reali)

  • 2 (Importi delle attività dedotte nella determinazione del capitale di classe 1)

  • 3 Totale Esposizioni in bilancio (esclusi derivati, SFT e attività fiduciarie) (somma delle righe 1 e 2)

    Esposizioni su derivati

4 5

Costo di sostituzione associato a tutte le operazioni su derivati (al netto del margine di variazione in contante ammissibile)

Maggiorazioni per le potenziali esposizioni future associate a tutte le operazioni su derivati (metodo del valore di mercato)

EU-5a Esposizione calcolata secondo il metodo dell'esposizione originaria

6 7 8 9 10 11

Lordizzazione delle garanzie reali fornite su derivati se dedotte dalle attività in bilancio in base alla disciplina contabile applicabile

(Deduzione dei crediti per il margine di variazione in contante fornito in operazioni su derivati)

(Componente CCP esentata delle esposizioni da negoziazione compensate per conto del cliente)

Importo nozionale effettivo rettificato dei derivati su crediti venduti

(Compensazioni nozionali effettive rettificate e deduzione delle maggiorazioni per i derivati su crediti venduti)

Totale Esposizioni su derivati (somma delle righe da 4 a 10)

Esposizioni su operazioni di finanziamento tramite titoli

12 13 14

Attività SFT lorde (senza rilevamento della compensazione) previa rettifica per le operazioni contabilizzate come vendita

(Importi compensati risultanti dai debiti e crediti in contante delle attività SFT lorde)

Esposizione al rischio di controparte per le attività SFT

EU-14a

Deroga per SFT: esposizione al rischio di controparte ai sensi dell'articolo 429ter, paragrafo 4, e dell'articolo 222 del regolamento (UE) n. 575/2013

15

Esposizioni su operazioni effettuate come agente

EU-15a (Componente CCP esentata delle esposizioni su SFT compensate per conto del cliente)

  • 16 Totale Esposizioni su operazioni di finanziamento tramite titoli (somma delle righe da 12 a 15a)

    Altre esposizioni fuori bilancio

  • 17 Importo nozionale lordo delle esposizioni fuori bilancio

  • 18 (Rettifica per conversione in importi equivalenti di credito)

  • 19 Totale Altre esposizioni fuori bilancio (somma delle righe 17 e 18)

dic-20

116.496.537 345.211

116.841.748 124.099.239

1.303.307 1.257.221

1.451.807 1.491.015

- - -523.259 - 3.576.674 -144.994

5.663.536 5.263.487

3.477.183 2.999.206

- 1.061.920

4.539.103 4.310.233

39.449.702 34.744.247

-28.510.566 10.939.136

(Esposizioni esentate a norma dell'articolo 429, paragrafi 7 e 14, del regolamento (UE) n. 575/2013 (in e fuori bilancio))

EU-19a

(Esposizioni infragruppo (su base individuale) esentate a norma dell'articolo 429, paragrafo 7, del regolamento (UE) n. 575/2013 (in e fuori bilancio))

EU-19b (Esposizioni esentate a norma dell'articolo 429, paragrafo 14, del regolamento (UE) n. 575/2013 (in e fuori bilancio))

Capitale e misura dell'esposizione complessiva

20

Capitale di classe 1

21

Misura dell'esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria (somma delle righe 3, 11, 16, 19, UE-19a e UE-19b)

Coefficiente di leva finanziaria

22

Coefficiente di leva finanziaria

Scelta delle disposizioni transitorie e importo degli elementi fiduciari eliminati

EU-23 Scelta delle disposizioni transitorie per la definizione della misura del capitale

EU-24

Importo degli elementi fiduciari eliminati ai sensi dell'articolo 429, paragrafo 11, del regolamento (UE) n. 575/2013

- - -

dic-19

124.556.209 -456.970

- - -935.966 - 3.827.338 -376.120

- 1.311.026

- - -

-27.319.508 7.424.739

- -- -6.053.319 8.620.324

137.983.522 141.097.698

4,39%

Disposizione Transitoria -

6,11%

Disposizione Transitoria -

Tab. 4.10.3 - Leva finanziaria: LR Spl (Suddivisione dell'esposizione on balance, esclusi Derivati, SFT ed attività esenti)

dic-20

dic-19

EU-1

Totale Esposizione per cassa (esclusi derivati, SFT ed attività esenti), di cui:

115.902.111

123.508.840

EU-2

Esposizione totale del portafoglio di negoziazione

5.510.284

7.261.267

EU-3

Esposizione totale del portafoglio bancario, di cui:

110.391.827

116.247.573

EU-4

Obbligazioni bancarie garantite

691.403

829.546

EU-5

Esposizioni trattate come stati

21.496.638

24.717.070

Esposizione verso Amministrazione regionali e autorità locali, Banche multilaterali di sviluppo

EU-6

e organizzazioni internazionali, Organizzazioni Internazionali e Organismi del settore

1.514.034

1.751.847

pubblico non trattati come stati

EU-7

Esposizioni verso intermediari vigilati

5.891.897

5.523.456

EU-8

Esposizioni garantite da immobili

37.480.285

37.701.216

EU-9

Esposizioni al dettaglio

9.019.835

8.782.580

EU-10

Esposizioni verso imprese

19.319.549

19.880.411

EU-11

Esposizioni in stato di default

2.143.901

6.246.493

EU-12

Altre Esposizioni

12.834.286

10.814.954

Processi per la gestione del rischio di eccessiva leva finanziaria (secondo quanto disposto dall'articolo 451(1) lettere d) del CRR)

Il Framework di Risk Appetite di Gruppo (RAF) rappresenta il quadro di riferimento fondamentale per la gestione dei rischi nel Gruppo Montepaschi. Il RAF è disciplinato a livello di Gruppo da un quadro normativo che prevede meccanismi di governance, processi, strumenti e procedure per la gestione complessiva dei rischi del Gruppo. Il rischio di Leverage è incluso nel RAF e pertanto è assoggettato alla procedura e ai

meccanismi di controllo in esso previste. Il Leverage Ratio è uno dei Key Risk Indicator monitorati in ambito RAF per l'anno 2020. Al 31 dicembre 2020 il Gruppo ha registrato un decremento dell'indicatore di leva finanziaria legato sia al decremento del Tier 1 sia al decremento delle esposizioni totali rispetto al 31 dicembre 2019.

5 Rischio di credito

5. Rischio di credito

5.1 Rischio di credito: informazioni generali

Il Gruppo MPS dedica particolare attenzione alla gestione e alla misurazione del Rischio di credito rappresentando il maggior rischio a cui è esposto, pari a circa il 71% del totale dei requisiti patrimoniali. Il principale obiettivo della funzione Credit Risk Management è quello di diffondere all'interno del Gruppo la cultura del "credito responsabile" perseguendo un obiettivo di crescita delle attività creditizie sostenibile e coerente con la propensione al rischio e la creazione del valore. Le strategie del Gruppo in ambito di gestione del rischio sono volte a limitare gli impatti economici legati a fenomeni di insolvenza e a contenere il costo del credito. La funzione di gestione del rischio di credito è coinvolta nella definizione degli indirizzi di politica creditizia, individuando le fasce di clientela con maggiori opportunità in un'ottica rischio rendimento, favorendo la diversificazione del rischio, limitando la concentrazione delle esposizioni su singoli gruppi economici/settori economici e aree geografiche e anche nella definizione dei supporti a disposizione delle strategie di erogazione del Credito. È cruciale l'utilizzo e la determinazione del valore del rating, che costituisce la misura sintetica del grado di solvibilità del cliente tanto nella fase di erogazione quanto nella fase di monitoraggio. Questo è alla base del processo istruttorio che viene seguito per elaborare la proposta di affidamento e il successivo monitoraggio.

L'attribuzione del rating ad ogni debitore consente di ordinare le controparti in relazione alla loro rischiosità reale e pervenire alla stima oggettiva delle componenti di rischio a livello complessivo e disaggregato; pertanto questo sistema costituisce la base informativa comune per il supporto sia alle decisioni strategiche, sia alla gestione ordinaria delle posizioni di rischio. Gli indirizzi di politica creditizia sono quindi forniti alla Rete commerciale declinati per segmento di clientela, classe di rating, settore economico, Area Territoriale, forma tecnica e tipi di garanzie utilizzate.

Inoltre, gli indirizzi gestionali sono declinati in obiettivi quantitativi e qualitativi di sviluppo e riqualificazione del portafoglio crediti, dettagliati per settore economico e strutture territoriali. La funzione di Gestione del Rischio di credito è coinvolta anche nella fase di monitoraggio verificando il raggiungimento da parte delle Strutture di Rete degli obiettivi di qualità del credito, la relativa coerenza con i benchmark di riferimento stabiliti, individuano gli opportuni interventi correttivi o la revisione degli obiettivi e più in generale analizzando l'andamento della qualità del portafoglio impieghi a livello di mercato/ prodotto/segmento di clientela e le relative cause. Per la descrizione dettagliata dei compiti della funzione Rischi di credito si rimanda al capitolo 1. La misurazione del

5 Rischio di credito

96

rischio di credito volta alla determinazione

restanti portafogli e le restanti entità del

dei requisiti patrimoniali viene realizzata

Gruppo i requisiti a fronte del rischio di

utilizzando i modelli interni di rating sulla

credito sono calcolati secondo la metodologia

base dell'approccio avanzato (AIRB) con

Standard.

riferimento ai portafogli regolamentari

Gli RWA per il rischio di credito evidenziano

"Esposizioni creditizie al Dettaglio"

una prevalenza delle esposizioni assoggettate

ed "Esposizioni verso imprese" della

al metodo avanzato (59%) rispetto a quelle

Capogruppo Bancaria, di MPS Capital

assoggettate alla metodologia Standard

Services, MPS Leasing & Factoring. Per i

(41%).

RWA rischio di credito per metodo

Metodo Standardizzato

Metodologia AIRB

Da un'analisi per tipologia di esposizione soggette a rischio di credito, le esposizioni dei portafogli Corporate e Retail rappresentanocirca il 66,3%. Il restante 33,7% è invece concentrato principalmente su Settore Pubblico ed Enti (10,8%).

RWA per portafoglio

Altro**

*Comprende i seguenti portafogli: Esposizioni verso amministrazioni centrali o banche centrali, verso amministrazioni regionali o autorità locali, verso organismi del settore pubblico, verso banche multilaterali di sviluppo, verso organizzazioni internazionali e verso enti.

**

Comprende i seguenti portafogli: Esposizioni associate ad un rischio particolarmente elevato, esposizioni sotto forma di obbligazioni garantite, esposizio-ni verso imprese a breve termine, verso OIC, verso controparti centrali nella forma di contributi prefinanziati al fondo di garanzia, altre esposizioni.

5 Rischio di credito

Di seguito si riporta il riepilogo delle esposizioni soggette al rischio di credito e controparte e dei relativi RWA suddivisi per metodologia (Standard/AIRB). Nel caso della metodologia standardizzata il valore dell'EAD corrisponde - in ottemperanza alle disposizioni normative - al valore dell'esposizione, che tiene conto dei filtri prudenziali, delle tecniche di mitigazione del rischio e dei fattori di conversione del credito. Nel caso di metodologia basata sui rating interni, il valore riportato dell'EADcorrisponde alla "esposizione al momento del default" (c.d. EAD) determinato secondo le regole di vigilanza prudenziale e pertanto sono espressi al lordo delle rettifiche di valore e non considerano gli effetti delle tecniche di mitigazione del rischio che, nel caso di esposizioni soggette a metodologia basata sui modelli interni, sono incluse direttamente nel fattore di ponderazione applicato.

Il valore dell'EAD tiene conto invece, per le garanzie rilasciate e gli impegni a erogare fondi, dei fattori di conversione creditizia.

Tab. 5.1.1 - Riepilogo EAD e RWA tra Rischio di Credito e Rischio di Controparte

RWA

Metodo Standard

Totale Metodo Standard

78.773.295

14.451.537

di cui Rischio di Controparte

3.656.125

1.092.606

Metodo IRB

Totale Metodo IRB

63.978.497

20.958.095

di cui Rischio di Controparte

1.477.373

275.312

Totale

142.751.792

35.409.632

di cui Rischio di Controparte

5.133.499

1.367.919

dic-20

dic-19

EAD

EAD

RWA

Δ EAD

Δ RWA

56.128.250

16.756.009

22.645.044

-2.304.471

3.301.542

1.064.236

354.583

28.370

75.048.349

28.480.112

-11.069.851

-7.522.017

759.357

242.170

718.016

33.143

131.176.599

45.236.121

11.575.193

-9.826.489

4.060.900

1.306.406

1.072.599

61.513

Relativamente alle principali variazioni rispetto a dicembre 2019 si rimanda a quanto riportato nel "Cap.1 - Obiettivi e politiche di gestione del rischio - ExecutiveSummary". Di seguito si riporta la distribuzione delle esposizioni e degli RWA suddivisi per metodologia (Standard/AIRB) e per portafoglio regolamentare.

5 Rischio di credito

Tab. 5.1.2 - Rischio di Credito e di Controparte: Esposizioni ed RWA

Portafogli Regolamentari

Metodo Standard

Esposizioni verso amministrazioni centrali o banche centrali Esposizioni verso amministrazioni regionali o autorità locali Esposizioni verso organismi del settore pubblico Esposizioni verso banche multilaterali di sviluppo Esposizioni verso organizzazioni internazionali Esposizioni verso enti

Esposizioni verso imprese Esposizioni al dettaglio

Esposizioni garantite da ipoteche su beni immobili Esposizioni in stato di default

Esposizioni associate a un rischio particolarmente alto Esposizioni sotto forma di obbligazioni garantite Esposizioni verso imprese a breve termine Esposizioni verso OIC

Esposizioni in strumenti di capitale Altre esposizioni

Esposizioni verso cartolarizzazioni*

Esposizioni verso Controparti Centrali nella forma di contributi prefinanziati al fondo di garanzia

Totale Metodo Standard Metodo IRB

Esposizioni verso o garantite da imprese:

  • - PMI

  • - Altre Imprese

  • - Finanziamenti Specializzati -Slotting Criteria

Esposizioni al dettaglio:

  • - Garantite da immobili: PMI

  • - Garantite da immobili: Persone fisiche

  • - Rotative al dettaglio qualificate

  • - Altre esposizioni: PMI

  • - Altre esposizioni: Persone fisiche

Esposizioni verso cartolarizzazioni**

Totale Metodo IRB

Totale Rischio di Credito e Controparte

dic-20

EAD 54.434.800 1.399.808

RWA 1.325.347 278.537

  • 338.050 312.490

71.544 -

9.280.870

3.106.989

- - 1.924.826 2.608.802

1.174.903

662.820

455.366 858.019 592.771 434.470 1.477.102 557.071

228.996

686.190 -

247.523

264.462 343.494 82.476 -

  • 227.066 227.066

860.723 5.964.323 88.688 -1.641.002 4.507.154 28.599 17.448

78.773.295 14.451.537

22.494.584 13.477.691

10.712.577 5.321.775

10.371.342 6.991.171

1.410.664 1.164.745

38.697.224 6.940.762

4.578.389 1.453.987

27.629.872 3.447.221

78.648 5.173.096 1.237.219 2.786.690 63.978.497 142.751.792

dic-19

EADRWA

29.868.127 1.746.118

1.542.472 308.211

403.830 362.070

111.402 -- -

  • 9.568.602 2.024.563

  • 3.467.782 3.328.505

  • 424.348 455.305

  • 331.285 496.928

  • 705.148 85.542

- 229.524

- 229.524

  • 1.115.714 2.243.660

  • 6.015.995 4.302.804

8.898 8.898

- 14.039

56.128.250 16.756.009

31.169.669 19.732.305

16.731.364 8.963.341

12.613.289 9.254.542

1.825.016 1.514.422

43.783.366 8.600.843

5.801.907 1.854.434

27.907.035 3.654.559

5.869 1.784.790 248.895

93.584

7.469

  • 8.252.376 2.791.655

  • 1.728.465 292.725

539.642 95.314 146.964

20.958.095 35.409.632

  • 75.048.349 28.480.112

  • 131.176.599 45.236.121

*All'interno delle cartolarizzazioni Standard sono state ricomprese le cartolarizzazioni SEC-ERBA e SEC-SA **All'interno delle cartolarizzazioni AIRB sono state ricomprese le cartolarizzazioni SEC-IRBA

La seguente tabella mostra l'importo totale e medio delle esposizioni nette nel periodo diosservazione, per classe di esposizione.

5 Rischio di credito

Tab. 5.1.3 (EU CRB-B) - Valore totale e medio delle esposizioni nette

EAD (a)

EAD medie del periodo (b)

3

Esposizioni verso o garantite da imprese:

22.494.584

29.194.139

4

di cui Finanziamenti Specializzati -Slotting Criteria

1.410.664

1.660.741

5

di cui PMI

10.712.577

14.942.773

- Altre Imprese

10.371.342

12.590.625

6

Esposizioni al dettaglio:

38.697.224

42.231.981

7

-Garantite da immobili

32.208.260

33.469.832

8

Garantite da immobili: PMI

4.578.389

5.444.346

9

Garantite da immobili: Persone fisiche

27.629.872

28.025.487

10

- Rotative al dettaglio qualificate

78.648

70.863

11

-Altre esposizioni al dettaglio

6.410.315

8.691.286

12

Altre esposizioni: PMI

5.173.096

7.150.156

13

Altre esposizioni: Persone fisiche

1.237.219

1.541.130

Esposizioni verso cartolarizzazioni*

2.786.690

721.695

15

Totale Metodo IRB

63.978.497

72.147.815

16

Esposizioni verso amministrazioni centrali o banche centrali

54.434.800

40.114.040

17

Esposizioni verso amministrazioni regionali o autorità locali

1.399.808

1.524.510

18

Esposizioni verso organismi del settore pubblico

338.050

424.665

19

Esposizioni verso banche multilaterali di sviluppo

71.544

72.793

20

Esposizioni verso organizzazioni internazionali

-

-

21

Esposizioni verso enti

9.280.870

9.269.105

22

Esposizioni verso imprese

3.106.989

3.568.794

24

Esposizioni al dettaglio

662.820

690.383

26

Esposizioni garantite da ipoteche su beni immobili

1.174.903

1.217.242

28

Esposizioni in stato di default

247.523

336.062

29

Esposizioni associate a un rischio particolarmente elevato

228.996

247.364

30

Esposizioni sotto forma di obbligazioni garantite

686.190

703.173

31

Esposizioni verso imprese a breve termine

-

-

32

Esposizioni verso OIC

227.066

185.910

33

Esposizioni in strumenti di capitale

860.723

988.691

34

Altre esposizioni

5.964.323

6.126.226

Esposizioni verso cartolarizzazioni**

88.688

47.195

Esposizioni verso Controparti Centrali nella forma di contributi prefinanziati al fondo di garanzia

-

-

35

Totale Metodo Standard

78.773.295

65.516.152

36

Totale

142.751.792

137.663.967

La colonna (b) riporta l'esposizione netta media nel periodo di osservazione, ovvero la media dei valori osservati alla fine di ogni trimestre del periodo di osservazione

*All'interno delle cartolarizzazioni Standard sono state ricomprese le cartolarizzazioni SEC-ERBA e SEC-SA **All'interno delle cartolarizzazioni AIRB sono state ricomprese le cartolarizzazioni SEC-IRBA

5 Rischio di credito

100

Si riportano di seguito le tabelle con la ripartizione delle esposizioni, sia metodoIRB che standard, per area geografica, durata e classe di esposizione.

Tab. 5.1.4 (EU CRB-C) - Ripartizione geografica delle esposizioni

Portafogli Regolamentari

  • 1 Amministrazioni centrali o banche centrali

  • 2 Enti

  • 3 Imprese

  • 4 Al dettaglio

  • 5 Strumenti di capitale

  • 6 Totale con metodo IRB

  • 7 Amministrazioni centrali o banche centrali

  • 8 Amministrazioni regionali o autorità locali

9

12

10

11

Organismi del settore pubblico Banche multilaterali di sviluppo Organizzazioni internazionali Enti

13

Imprese

14

Al dettaglio

16 17 18 19 20 21 22

15

Garantite da ipoteche su beni immobili Esposizioni in stato di default

Posizioni associate a un rischio particolarmente elevato

Obbligazioni garantite

Crediti verso enti e imprese con una valutazione del merito di credito a breve termine

Organismi di investimento collettivo Strumenti di capitale

Altre posizioni

23

Totale con metodo standardizzato

24 Totale al 31/12/2020

Italia Altri Paesi Europei Paesi non EuropeiEAD

- --

-- -

Totale - -

21.083.920 - - 21.083.920

38.697.224 - - 38.697.224

-

-

-

-

59.781.143 - - 59.781.143

54.236.744

-

8.467 54.245.211

1.399.808 - - 1.399.808

338.093 - - 338.093

71.544 - - 71.544

- 9.022.311 2.835.031

- - -

-

-80.337 9.102.648

51.328 2.886.359

557.916 - - 557.916

982.884 - - 982.884

218.511 - - 218.511

228.996 - - 228.996

686.190 - - 686.190

-

-

-

-227.066 - - 227.066

848.665 - - 848.665

5.944.980

-

1.647 5.946.628

77.598.739

-

141.779 77.740.518

137.379.882

-

141.779 137.521.661

Il totale con metodo AIRB è al netto dei finanziamenti specializzati e delle cartolarizzazioni, il totale con metodo stan-dardizzato non comprende le esposizioni fuori bilancio. Il valore netto dell'esposizione è per questa tabella pari all'EAD.

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Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. published this content on 19 March 2021 and is solely responsible for the information contained therein. Distributed by Public, unedited and unaltered, on 22 March 2021 09:08:09 UTC.