L'amministratore delegato di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, si è dimesso dal consiglio di amministrazione nel corso delle discussioni a Roma sulle modalità di creazione di un fornitore di banda larga italiano solo all'ingrosso.

Si prevede che il governo di destra italiano riprenda i colloqui con Vivendi e l'azionista numero 2 di TIM, il finanziatore statale CDP, il 25 gennaio, dopo che l'anno scorso un ciclo di negoziati non ha prodotto un accordo.

Nel frattempo, TIM sta cercando di vendere attività per ridurre il suo debito, che alla fine di settembre era di 25,5 miliardi di euro.

"In questa fase di dialogo costruttivo tra i principali azionisti di TIM e le istituzioni sotto la nuova guida del Governo, è fondamentale che tutte le parti interessate possano essere libere di lavorare in modo costruttivo e trasparente a beneficio di TIM e di tutti i suoi azionisti", ha detto a Reuters un portavoce di Vivendi.

Fino a quando non inizierà "un nuovo capitolo" per TIM, de Puyfontaine dedicherà i suoi sforzi come Amministratore Delegato del principale azionista di TIM "per ristabilire un percorso di crescita per TIM e per far riconoscere adeguatamente il valore reale dell'azienda e della sua rete unica".

Vivendi ha detto che avrebbe appoggiato la separazione di TIM dal suo asset principale solo se la rete fissa fosse stata adeguatamente valutata, causando attriti con CDP, che ha studiato un'offerta per la rete che poi è stata sospesa.

Il mese scorso, De Puyfontaine ha dichiarato di essere grato al Governo italiano per aver creato le condizioni per colloqui costruttivi sul futuro del gruppo telefonico italiano.

Lunedì, Vivendi ha ribadito che l'Italia rimane al centro della sua strategia.

Persone a conoscenza della questione hanno detto che Vivendi stava intensificando le pressioni sull'amministratore delegato di TIM Pietro Labriola, aggiungendo che la mossa di de Puyfontaine era finalizzata a ottenere un maggior peso su TIM come parte di un rimpasto del consiglio di amministrazione che Vivendi sostiene da tempo.

Il consiglio di amministrazione di TIM si riunirà mercoledì.

Una fonte governativa responsabile del dossier TIM ha detto a Reuters che la decisione di de Puyfontaine è una questione di competenza del Consiglio di Amministrazione e non ha alcuna attinenza con le discussioni con il Governo.