(Alliance News) - L'acquisizione di Neptune Energy Group da USD4,9 miliardi da parte di Eni Spa e della controllata Vår Energi ASA - che dovrebbe chiudersi entro il primo trimestre del 2024 - porterà alcuni benefici alla blue chip italiana, come spiegato da quest'ultima venerdì.

Innanzitutto, al 31 dicembre 2022, le riserve 2P erano pari a circa 484 milioni di barili di olio equivalente, delle quali circa 386 milioni fanno riferimento al perimetro Eni e di cui circa l'80% relative al gas naturale. L'operazione corrisponde a un costo di acquisizione di riserve 2P pari a USD10,1 per barile di olio equivalente. Vi è, inoltre, un significativo potenziale addizionale relativo alle contingent resources.

Poi, per l'esercizio chiuso al 31 dicembre 2022, Neptune ha registrato ricavi pari a circa USD1,22 miliardi e un Ebitdax di circa USD0,95 miliardi per Neptune Global Business.

Sul fronte dei benefici per Eni e la sua controllata, l'operazione apporterà ai portafogli di entrambe le società circa 130.000 di boe al giorno di produzione addizionale. Eni stima che l'operazione aggiungerà al proprio portafoglio oltre 100.000 boe al giorno di produzione a basse emissioni nel periodo 2024-2026, di cui oltre il 70% sarà costituito da gas naturale, rispetto alla quota del 53% raggiunta da Eni nel 2022, di cui la quasi totalità in grado di rifornire i mercati OECD tramite gasdotto o GNL.

Eni si aspetta di generare sinergie in termini di costi di struttura e industriali pari a oltre USD500 milioni e ulteriori upside in termini di riduzioni dei costi, inclusi quelli finanziari, attività di esplorazione e sviluppo, inclusa la CCUS, e attività midstream.

Sul fronte finanziario, l'operazione consentirà di accrescere nell'immediato gli utili e il CFFO per azione e sarà positiva in termini di free cashflow. L'operazione è inoltre coerente con il piano 2023-2026 presentato a febbraio, con riferimento in particolare al contributo netto positivo di EUR1 miliardo dalle attività di portafoglio nel periodo di riferimento, al Capex complessivo pari a EUR37 miliardi, al leverage tra il 10% e il 20% e al tasso di crescita medio annuo della produzione del 3-4% nel periodo 2023-2026, prevalentemente attraverso investimenti organici oltre che l'impatto netto di attività di portafoglio di elevato profilo.

"Eni integrerà così nuovi asset che apporteranno valore addizionale, mentre disinvestirà da altri nel quadro di una razionalizzazione e semplificazione del proprio portafoglio".

L'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha dichiarato: "Attraverso questa operazione, Eni acquisisce un portafoglio di elevata qualità e a bassa intensità carbonica, con un'eccezionale complementarità a livello strategico e operativo. Riteniamo che il gas sia una fonte energetica ponte cruciale per la transizione energetica globale e siamo impegnati ad aumentare la nostra quota di produzione di gas naturale al 60% entro il 2030. Neptune contribuirà al nostro portafoglio prevalentemente con risorse gas".

"Inoltre, la sovrapposizione geografica e operativa è sorprendente: aumenta la dimensione di Vår Energi, società di cui Eni detiene la maggioranza; apporta una maggiore produzione di gas e ulteriori opportunità CCUS nel Mare del Nord; consolida la posizione di Eni come prima compagnia internazionale in Algeria, fornitore chiave di gas per i mercati europei; incrementa la presenza di Eni nell'offshore dell'Indonesia, con forniture all'impianto di GNL di Bontang e ai mercati nazionali. Ci aspettiamo, inoltre, che questi volumi addizionali di gas garantiscano ulteriori opportunità di ottimizzazione per le attività GGP di Eni".

"L'operazione aggiungerà circa 4 miliardi di metri cubi di gas da destinare ai consumatori europei. Un ulteriore aspetto cruciale dell'operazione è il basso costo delle nuove forniture e l'incremento di flusso di cassa che porta a Eni. Questo supporta il nostro impegno nell'offrire un dividendo attraente e solido e il programma di buyback a sostegno della distribuzione del 25-30% del CFFO ai nostri azionisti. La natura e le sfide della transizione energetica richiedono una risposta focalizzata e questa operazione evidenzia in particolare due aspetti importanti della strategia finanziaria di Eni: la flessibilità e l'opzionalità che la nostra elevata liquidità e il nostro basso leverage offrono, e il nostro innovativo modello satellitare che contribuisce ad accedere a capitali dedicati".

Il titolo di Eni è in calo dell'1,3% a EUR12,72 per azione.

Di Giuseppe Fabio Ciccomascolo, Alliance News senior reporter

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