MILANO (MF-DJ)--La scomparsa a 87 anni di Leonardo Del Vecchio annunciata questa mattina genera inevitabilmente conseguenze nella finanza italiana e non solo. Conseguenze industriali, successorie e di gestione delle partecipazioni.

Andiamo con ordine. Per quanto riguarda Essilux, una volta definita, non senza contrasti, la governance del gruppo dopo l'integrazione del 2017, i pesi all'interno del colosso dell'occhialeria sono piuttosto definiti. Del Vecchio ne è il presidente non esecutivo (e ora il board dovrá indicare il successore), mentre il suo braccio destro, Francesco Milleri, è il capo azienda con il ruolo di ad affiancato dal vice ad, Paul du Saillant, espressione degli azionisti francesi.

Dunque, dal punto di vista industriale Del Vecchio ha pianificato la

successione con largo anticipo fortificando la leadership della sua

Luxottica con l'acquisizione di Essilor che ha dato vita a un colosso del

settore con un giro d'affari di oltre 21 miliardi e profitti per 2,3

miliardi e definendo altresì gli equilibri all'interno dell'azienda che

ha le spalle così larghe da poter correre e crescere anche senza il suo

deus ex machina.

Anche sul fronte della successione e del governo di Delfin, Del Vecchio si è mosso per tempo. La holding lussemburghese, con quasi 11 miliardi di attivi, 254 milioni di liquiditá e 4,8 miliardi di capitale e riserve, custodisce le partecipazioni in EssilorLuxottica (32,2%), Covivio (27,2%), Mediobanca (19,2%), Generali (9,82%) e Unicredit (1,9%).

Nella cassaforte di famiglia Del Vecchio deteneva direttamente il 25% e

possedeva diritto di usufrutto e quindi di voto per il restante 75% del

capitale, la cui proprietá risulta equamente divisa fra i sei figli,

tutti con quote paritetiche del 12,5%: Claudio, Marisa, Paola, Leonardo

Maria, Luca e Clemente. Il 25% detenuto dall'industriale passerá

all'ultima moglie Nicoletta Zampillo.

Lo scorso anno, inoltre, l'assemblea di Delfin ha deliberato una modifica dello statuto in forza della quale Del Vecchio ha il diritto di nominare con atto scritto il suo delfino anche al di fuori del consiglio.

Un'indicazione che potrebbe essere contenuta nello stesso testamento che

sará aperto a giorni sotto la regia di Sergio Erede, avvocato di fiducia

dell'imprenditore. "Nel caso in cui Leonardo Del Vecchio cessi di detenere piú del cinquanta per cento (50%) dei diritti di voto della societá o di essere il dirigente A della stessa (anche in caso di incapacitá)", recitano i nuovi articoli dello statuto, "sará automaticamente sostituito, con effetto dalla data in cui cessa di detenere piú del cinquanta per cento (50%) dei diritti di voto della societá o cessa dalla carica, dalla persona eventualmente da lui designata in una dichiarazione scritta indirizzata al consiglio di amministrazione della societá". Il delfino designato entrerá a far parte del board della holding e concorrerá alla gestione con gli altri amministratori.

Gli indizi sul successore vanno tutti nella direzione di Francesco

Milleri che Del Vecchio insediò ai vertici di Luxottica ancor prima

dell'integrazione con Essilor del 2017. Il manager ora guida Essilux come

ad e ha affiancato Del Vecchio nelle operazioni su Generali e Mediobanca

condividendone strategia e finalitá. Milleri entrerebbe nel board di

Delfin a fianco Mario Notari, Romolo Bardin, Aloyse May e Giovanni

Giallombardo.

Infine le partecipazioni, campo in cui la situazione è molto più fluida e aperta a vari scenari. Del Vecchio ha acquistato oltre il 19% di Mediobanca (e la Bce ha stoppato un'ulteriore salita) in tre tappe (anche per rispettare i requisiti regolamentari). A ottobre 2019 il fondatore di Luxottica aveva definito pubblicamente l'investimento come "finanziario e di lungo termine". Anche per questo motivo al rinnovo del consiglio decise di appoggiare la lista di Assogestioni, evitando di proporne una propria, senza osteggiare quella presentata dallo stesso consiglio di amministrazione. Le ambizioni di governance emersero piú tardi, in occasione dell'assemblea di ottobre 2021 quando la sua cassaforte Delfin propose la modifica del sistema di nomina degli amministratori per aumentare la rappresentanza delle minoranze nel consiglio e altre modifiche che furono solo in parte condivise dalla he il confronto

sarebbe forse rimasto acceso anche in occasione del rinnovo del board.

La partita in Mediobanca, tra l'altro, si incrocia con quella di

Generali Ass. di cui l'istituto di Piazzetta Cuccia detiene il 12,78%.

Come detto Del Vecchio era un azionista importante anche del Leone: non va dimenticato che per giocare la sua partita aveva stretto un patto di

consultazione con il costruttore romano Francesco Gaetano Caltagirone e la Fondazione Crt: accordo che successivamente si è sciolto con l'uscita di Caltagirone. Le scelte del costruttore - anche dopo la fine del Patto - sono comunque state condivise da Mr. Luxottica.

La domanda adesso è: che cosa ne sará di quei piani di investimento e

governance così ambiziosi? Va detto che ciascuno dei figli oggi ha il

12,5% della Delfin mentre il 25% è in mano alla moglie. Nel board di

Delfin ci sono 5 membri e lo Statuto prevede, come già detto, che alla scomparsa di Del Vecchio si proceda per cooptazione. A fronte di questa fotografia emerge un dato: se prima l'interlocutore era uno, ovvero Leonardo Del Vecchio, oggi sono 7 (la moglie e i figli). Che cosa decideranno di fare? La presa su Mediobanca e Generali - e su quel capitalismo incrociato che ha sempre rappresentato il salotto buono della finanza italiana - era un sogno personale, che procedeva parallelamente al suo core business. Gli eredi raccoglieranno questa ambizione dell'imprenditore? O gestiranno le quote come mere partecipazioni finanziarie? O ancora decideranno di cambiare totalmente direzione? Parte della strategia futura dipenderá dal ruolo che saprá ritagliarsi Francesco Milleri, lo scudiero di Del Vecchio negli ultimi anni, nonchè ceo di Essilux e determinato come l'imprenditore a dare scacco matto a Piazzetta Cuccia.

E Milleri ha tutte le carte in regola per diventare il vero successore industriale di Del Vecchio e di raccogliere la difficile eredità di un imprenditore che ha oggettivamente fatto grande l'Italia nel mondo attraverso lavoro, dedizione, coraggio, visione strategica e intuizioni geniali.

claudia.cervini@mfdowjones.it

filippo.buraschi@mfdowjones.it

cce/fil


(END) Dow Jones Newswires

June 27, 2022 12:01 ET (16:01 GMT)