MILANO (MF-DJ)--Lo spread Btp/Bund ha archiviato la seduta a 200,031 punti base con le crescenti aspettative che la Banca centrale europea possa iniziare ad aumentare i tassi di interesse giá a luglio, dovute alle affermazioni aggressive di diversi funzionari in tal senso.

"Il difficile atto di bilanciamento che la Bce deve affrontare è aggravato dall'aumento dello stress rispetto agli spread sovrani dell'Eurozona, con i Btp a 10 anni che scambiano ora a 200 punti base rispetto ai Bund, il doppio del livello visto solo sei mesi fa. La trasmissione non omogenea della politica monetaria in tutta la zona euro sta quindi inasprendo le condizioni finanziarie per alcuni di quei Paesi in cui l'output gap è maggiore, minacciando una nuova divergenza nella performance economica", avverte Mark Dowding, Cio di BlueBay.

"Se questo dovesse manifestarsi, è comprensibile come potrebbe giocare a favore dei partiti politici populisti, con gli investitori che iniziano giá a concentrarsi sulle elezioni in Italia nel 2023. In questo modo, un'imminente fine degli acquisti di asset da parte della Bce sta dimostrando che i rischi di disgregazione dell'Unione Europea non sono spariti, sono semplicemente rimasti inattivi", conclude l'esperto.

"I bond europei hanno prestato molta attenzione ai commenti dei funzionari della Banca centrale europea relativi alla data di decollo" del costo del denaro, affermano gli analisti dei tassi di Ing. "I commenti falchi hanno ormai spostato le aspettative su un aumento a luglio".

"L'inflazione è troppo alta" e "la finestra per agire si sta giá chiudendo", per cui la Bce "dovrebbe muoversi velocemente per normalizzare la politica", ha detto il governatore della Bundesbank e membro del board direttivo della Bce, Joachim Nagel.

Nagel ha aggiunto che la banca centrale "non dovrebbe fermarsi a causa dei timori sulle prospettive economiche" e il governatore ha sottolineato di non prevedere una recessione, ma solo una crescita piú debole.

E' "ragionevole" che i tassi d'interesse della Bce salgano sopra lo zero entro la fine del 2022, aveva detto poche ore prima il governatore della Banque de France e membro del board della Bce, Francois Villeroy de Galhau.

Questo sembra presupporre tre aumenti del tasso sui depositi, a luglio, settembre e dicembre, un inasprimento simile a quanto attualmente prezzato dai mercati monetari.

Villeroy ha aggiunto che le aspettative di inflazione nella zona euro "sembrano sempre meno ancorate" al target del 2% della Bce e che "dobbiamo monitorare da vicino il tasso di cambio", perchè "un euro troppo debole mette a rischio il raggiungimento del nostro target di inflazione".

"Abbiamo pressioni contrastanti sulla politica monetaria. Siamo tra l'incudine e il martello: da un lato dobbiamo garantire che la ripresa continui e d'altra parte, dobbiamo evitare che le aspettative di inflazione piú elevate si rafforzino e si riflettano nel mercato del lavoro". Pertanto, "a mio avviso, dovremmo spostare relativamente rapidamente" i tassi "allo zero e continuare il nostro graduale processo di normalizzazione della politica monetaria", ha detto invece in una intervista a Cnbc Olli Rehn, governatore della Banca di Finlandia e membro del Consiglio direttivo della Bce. "Naturalmente", ha aggiunto Rehn, "tutto questo a condizione che la guerra della Russia in Ucraina non si intensifichi e si intensifichi sostanzialmente, il che potrebbe far deragliare tutte le previsioni e la ripresa economica".

Ieri il governatore della banca centrale austriaca, Robert Holzmann, ha dichiarato che la Bce ha in programma di aumentare i tassi e probabilmente ne discuterá a giugno.

alb

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May 06, 2022 12:03 ET (16:03 GMT)