BERLINO (dpa-AFX) - L'associazione tedesca per l'ambiente (DUH) spera in una sentenza storica che renda più facile per gli inquilini l'installazione di impianti solari sul balcone. L'associazione sostiene la causa di una coppia di Kiel, la cui amministrazione immobiliare ha vietato l'installazione di un impianto solare sul balcone "con richieste non obiettive ed esagerate", secondo le informazioni del DUH, come ha annunciato l'organizzazione giovedì a Berlino.

Tra le altre cose, l'amministrazione immobiliare ha richiesto una perizia sulla statica del balcone, una perizia antincendio e un esame dell'intero impianto elettrico della casa, ha riferito il querelante Matthias Weyland. In questo modo il progetto non sarebbe più redditizio. Molti inquilini si trovano di fronte a un catalogo simile di requisiti in questi casi, ha dichiarato la direttrice nazionale della DUH Barbara Metz.

L'avvocato Dirk Legler, che rappresenta i querelanti presso il tribunale distrettuale di Kiel, ha parlato di "motivi inconsistenti" e di una "tattica del salame". Il sistema ha una potenza di 600 watt. Per fare un paragone: la potenza di molti aspirapolvere è in questa fascia, quella delle lavatrici notevolmente superiore. Per l'impianto elettrico della casa non fa differenza se l'elettricità viene generata o consumata, ha detto Legler. Per quanto riguarda la statica, ha detto che il sistema pesa 20 chilogrammi. Inoltre, il proprietario deve garantire la sicurezza tecnica. La sentenza potrebbe essere emessa all'inizio del prossimo anno.

La controversia legale chiarirà quali requisiti possono o non possono essere imposti agli inquilini quando installano un modulo solare, ha spiegato Metz.

Il governo federale, sotto l'egida del Ministero della Giustizia, sta attualmente lavorando a un progetto di legge che dovrebbe facilitare l'installazione di pannelli solari sui balconi da parte degli inquilini. Tuttavia, dal punto di vista di DUH, questo non va abbastanza lontano. Il problema rischia di riguardare molti: "Si stima che attualmente due terzi delle domande presentate vengano approvate e un terzo respinte; non sono disponibili dati concreti al riguardo", scrive il Ministero della Giustizia nel suo progetto di legge./hrz/DP/stw