A dirlo è il ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti, contrario all'ipotesi che la Rai sia azionista di controllo dell'operatore che dovesse emergere dal merger.

Al più tardi domani sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto che autorizza Rai a scendere dal 65% attuale fino ad almeno il 30% di Rai Way, ponendo le basi la più volte prospettata fusione Rai Way/Ei Towers.

Nell'autorizzare la riduzione della quota, il provvedimento chiarisce che lo Stato deve mantenere il controllo dell'infrastruttura, ritenuta di interesse strategico.

"O tu hai un azionista pubblico al 30% che non è la Rai oppure, se l'azionista pubblico è la Rai, allora non può essere. Chi controlla l'infrastruttura può essere un altro soggetto. Le nozze non si possono escludere, ma per arrivarci non può bastare semplicemente questo decreto", dice Giorgetti, precisando tuttavia di parlare non come ministro né in rappresentanza del ministero dell'Economia, che controlla Rai.

Secondo Giorgetti, eventuali risorse aggiuntive che la Rai dovesse raccogliere dalla cessione di quote di Rai Way, una delle modalità elencate nel decreto, devono andare a rafforzare il contratto di servizio concordato periodicamente col governo, non a rafforzare il bilancio.

(Giuseppe Fonte, editing Francesca Piscioneri)