Il gruppo di attivisti per il clima Investors for Paris Compliance ha presentato martedì un reclamo che sollecita le autorità di regolamentazione dei titoli a indagare sulle principali banche canadesi in merito alle loro affermazioni relative al clima e alle presunte informazioni fuorvianti.

Il reclamo presentato alla Commissione di vigilanza sui titoli dell'Ontario e all'Autorite des Marches Financiers del Quebec cita in particolare Royal Bank of Canada, Toronto-Dominion Bank, Bank of Nova Scotia, Bank of Montreal e Canadian Imperial Bank of Commerce.

Investors for Paris Compliance ha affermato che le attività di prestito verde delle banche mancano di informazioni adeguate sull'impatto delle emissioni di carbonio e che alcuni investimenti nella categoria della finanza sostenibile potrebbero potenzialmente aumentare le emissioni di gas serra.

"Nella migliore delle ipotesi, la finanza sostenibile praticata attualmente dalle grandi banche canadesi è un placebo da 2.000 miliardi di dollari", ha dichiarato Matt Price, direttore esecutivo di Investors for Paris Compliance. "Nel peggiore dei casi, si tratta di un greenwashing di aziende ad alta intensità di carbonio, che inganna gli investitori e il pubblico".

Diverse banche canadesi si sono impegnate a "azzerare le emissioni finanziate" entro il 2050, ma hanno attirato i dubbi di molti investitori, a causa delle preoccupazioni per la mancanza di un obiettivo definito.

I regolatori nelle Americhe e in Europa sono sempre più preoccupati del greenwashing, in cui le aziende esagerano le loro credenziali ambientali.

"Le banche canadesi seguono gli standard prevalenti del mercato nordamericano in materia di divulgazione ambientale, sociale e di governance (ESG) e rispettano le norme e i regolamenti applicabili in materia di divulgazione", ha dichiarato l'Associazione canadese dei banchieri in una dichiarazione inviata via e-mail.

Le maggiori banche canadesi hanno affrontato in passato le critiche di greenwashing da parte di alcuni gruppi ambientalisti e investitori, che sostenevano che utilizzassero i finanziamenti legati alla sostenibilità (SLF) solo per fingere di avere un'impronta di carbonio più bassa, invece di compiere passi significativi in quella direzione.

Le aziende e gli investitori prendono sempre più in considerazione fattori come il cambiamento climatico e la diversità della forza lavoro - componenti dell'ESG - che, secondo loro, possono influenzare le performance e la reputazione delle aziende. (Relazioni di Manya Saini a Bengaluru; Redazione di Krishna Chandra Eluri)