MILANO (MF-DJ)--Un clima di attesa, nel tentativo di tracciare l'identikit dell'incrocio di multinazionali che si appresta a diventare il nuovo proprietario della Isab di Priolo, la seconda più grande raffineria italiana, fino a oggi sotto il controllo del gruppo russo Lukoil. E' l'attesa che si respira nel polo petrolchimico in provincia di Siracusa che occupa in tutto 10.000 persone, duemila delle quali (indotto compreso) lavorano nel sito che sta per passare di mano a un prezzo che si stima sfiori i 2 miliardi di euro.

"Non conosciamo il gruppo - dice Giuseppe Di Natale, sindacalista Uiltec a La Repubblica - ma è importante capire che intenzioni hanno. Se arrivano per una speculazione o per investire. Per questo riteniamo vitale il golden power in mano al governo. Lukoil, in fondo, qui ha tirato a campare, non possiamo dire che ci mancherà. Ma non vorremmo che i nuovi siano peggiori". Di prudenza parla anche il segretario siciliano della Cgil Filctem, Giacomo Rota: "aspettiamo di vedere il piano industriale e vogliamo certezze sui livelli occupazionali e sugli investimenti, soprattutto quelli legati agli adeguamenti alle norme europee sulla decarbonizzazione. Su questo accordo di vendita si sa ancora troppo poco, soprattutto sul partner tecnico del fondo".

Il puzzle dei potenziali nuovi proprietari di Isab è complesso. C'è il fondo cipriota con capitali israeliani Goi Energy guidato dall'amministratore delegato Michael Bobrov. E' lui il socio di maggioranza del partner tecnico, Bazan Group che in Israele gestisce la più grande raffineria del Paese. Ma accanto a loro c'è il colosso Trafigura, nato in Svizzera e adesso con sede a Singapore che avrebbe siglato un accordo decennale di fornitura di materie prime. Uno dei più grandi trader petroliferi e minerari del mondo con un giro d'affari stimato in almeno 150 miliardi di dollari l'anno. Una multinazionale potente ma anche molto discussa e con interessi in ogni angolo del pianeta a iniziare da Dubai e dall'Iraq e che ha già un piede in Italia. Possiede il 5,2 per cento della Saras, proprietaria della raffineria sarda di Sarroch nei pressi di Cagliari. Una delle più grandi d'Europa insieme alla Isab, con una capacità produttiva di 15 milioni di tonnellate di prodotto annue, una in meno del sito di Priolo.

"Non ce li stiamo sposando - ironizza il ministro delle Imprese, Adolfo Urso - sono realtà molto importanti e fra le nove che hanno avuto colloqui con il ministero in vista di un eventuale acquisto, proprio perché abbiamo chiarito di volere usare il golden power". Per il ministro sul preliminare di vendita non ci sono misteri: "è un accordo fra privati ma che è legato al golden power che non prevede solo divieti ma anche prescrizioni strettissime sia sui livelli occupazionali e di produzione che sulla riconversione. Se non si rispettano si blocca tutto. Mi pare che anche nelle comunicazioni ufficiali gli acquirenti abbiano preso atto di questo". Dal governo, infine, potrebbe anche arrivare un Dpcm per risolvere in via transitoria la questione del depuratore dell'intero polo petrolchimico, sotto sequestro per disastro ambientale. Deroghe sul modello Ilva in attesa dei lavori di adeguamento per salvare il sito industriale e i suoi 10mila lavoratori.

cos


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January 11, 2023 03:26 ET (08:26 GMT)