ROMA (MF-DJ)--Stellantis corre ad assicurarsi l'approvvigionamento di semiconduttori. Il gruppo nato dalla fusione fra Fiat-Chrysler e Peugeot ha stipulato un protocollo d'intesa con la tedesca Infineon per la fornitura di chip in carburo di silicio. L'accordo avrà durata pluriennale e un valore superiore al miliardo.

Le consegne di chip, scrive Milano Finanza, saranno destinate direttamente alle aziende coinvolte nella filiera di Stellantis e andranno a sostenere la fabbricazione di auto elettriche. Nel piano al 2030 l'ad Carlos Tavares ha stabilito per la casa l'obiettivo di raggiungere il 100% di vendite a batteria in Europa e il 50% negli Stati Uniti. Per riuscirci sarà indispensabile la disponibilità di chip di ultima generazione, che negli ultimi anni è costata ai costruttori la produzione di milioni di vetture. Secondo il direttore finanziario di Stellantis, Richard Palmer, la tensione sulle forniture è destinata a proseguire almeno sino alla fine del 2023.

Il gruppo ha perciò deciso di andare più a fondo nella filiera dei chip, sottoscrivendo contratti a lungo termine e stringendo collaborazioni strategiche per lo sviluppo con alcune delle principali aziende di settore. Stellantis sta perseguendo la stessa strategia nell'ambito dell'approvvigionamento dei materiali critici per le auto elettriche e a metà giugno è diventata azionista rilevante di Vulcan Energy (litio). Il prezzo dei componenti per batterie si è del resto impennato negli ultimi due anni. Secondo una recente analisi di Alixpartners, il costo delle materie prime in un'auto elettrica ammonta a 5076 dollari, il 74% in più rispetto al 2020 e quasi il triplo rispetto a una vettura con motore diesel o benzina.

A ciò si aggiunge l'aumento del prezzo dell'energia che ha comportato un incremento dei costi di produzione di una vettura con motore (a combustione o elettrica) di circa 500 euro per unità. Tutto ciò ha comportato un'impennata del numero di chilometri da percorrere con un'auto elettrica pura per pareggiare il differenziale di prezzo rispetto alle equivalenti vetture con motore termico, passato dai 105 mila chilometri del 2020 ai 415 mila attuali. Detto altrimenti, l'acquisto di una vettura a batteria è diventata meno sostenibile dal punto di vista economico, a meno di corposi incentivi.

L'insieme di questi fattori, unito all'inflazione e alla possibile recessione, potrebbe avere effetti deleteri sul mercato auto, già depresso dal biennio pandemico e dalla successiva crisi dei chip. Secondo AlixPartners, i volumi globali di nuovi veicoli immatricolati caleranno a 78 milioni di veicoli, con un calo del 2,5% rispetto al 2021 e del 13% rispetto al 2019. La flessione sarà accentuata in Europa (-11%) che, a causa della guerra russo-ucraina, ha perso il motore di crescita orientale. Ieri in borsa Stellantis ha chiuso in rialzo dello 0,8%.

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MF-DJ NEWS

1609:06 nov 2022


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November 16, 2022 03:07 ET (08:07 GMT)