MILANO (Reuters) - Telecom Italia ha archiviato la seduta a Piazza Affari con un calo di quasi il 24% per i timori legati ai livelli di debito, al cashflow e al pagamento dei dividendi.

Ieri sera il gruppo ha annunciato la nuova struttura e i target triennali a seguito alla prevista vendita della rete ed oggi sono stati presentati al mercato.

Il titolo ha toccato i livelli più bassi da dicembre 2022, con volumi oltre 12 volte superiori alla media giornaliera degli ultimi 30 giorni.

Il crollo in borsa è stato un duro colpo per l'amministratore delegato Pietro Labriola, candidato per un nuovo mandato alla guida del gruppo in occasione dell'assemblea del mese prossimo.

"Non possiamo nasconderci che il mercato stia reagendo in un modo particolare", ha detto Labriola agli analisti durante l'investor day, cercando di rassicurare sulla capacità della società di rispettare i target, che prevedono un aumento medio annuo dell'8% dell'Ebitda.

Il debito è da tempo considerato uno dei fattori che frenano Tim, insieme alla dura concorrenza nel mercato domestico.

Gli analisti hanno sottolineato che il livello di indebitamento previsto per la società che nascerà dalla cessione della rete fissa nazionale di Tim, che dovrebbe essere completata a metà di quest'anno, è superiore alle aspettative del mercato.

"L'obiettivo di leva finanziaria di 1,6-1,7 volte [l'Ebitda della società] implica un aumento del debito di circa 900 milioni di euro rispetto al livello proforma a fine 2023 di 6,15 miliardi di euro", ha scritto Andrea de Vita, analista di Intesa Sanpaolo, in una nota.

OPERAZIONE RETE

La vendita della rete Tim a Kkr, con un valore fino a 22 miliardi di euro e appoggiata dal governo italiano, è l'elemento centrale degli sforzi di Labriola per ridurre il debito di 14 miliardi e trasferire la maggior parte della forza lavoro sulla rete.

Vivendi, principale azionista di Tim, ha messo in dubbio la sostenibilità della società dopo la vendita della rete ed è ricorsa alla vie legali.

Il livello di debito più alto del previsto potrebbe essere correlato ai flussi di cassa in uscita legati alla rete prima del closing e alla politica dei dividendi della controllata brasiliana, oltre che agli oneri finanziari e ai costi di ristrutturazione, secondo Domenico Ghilotti di Equita.

Il Cfo Adrian Calaza ha sottolineato che gestire la società come ancora integrata con l'attività di rete per almeno metà di quest'anno avrà un impatto probabilmente negativo sui flussi di cassa.

"La generazione di cassa inizierà a partire dal 2025, anche per le attività domestiche", ha detto.

Gli analisti hanno anche sottolineato che la società non ha incluso piani di distribuzione dei dividendi nel comunicato sull'outlook, una questione che secondo Calaza è prematuro discutere.

(Versione italiana Sabina Suzzi, editing Claudia Cristoferi)