ROMA (MF-DJ)--Il bitcoin ieri ha riagguantato quota 30.000 dollari, un livello che non vedeva dal giugno dell'anno scorso, toccando un massimo di giornata a 30.403 dollari. Da inizio anno il rialzo è notevole: +82,8%. I mercati sembrano quindi avere digerito l'annus horribilis 2022 caratterizzato da una raffica di scandali e fallimenti culminati con il caso Ftx, la più grande borsa cripto degli Stati Uniti, guidata dall'ex bambino prodigio Sam Bankman-Fried, ormai noto per il suo approccio svagato al lavoro: "A volte troviamo 50 milioni di dollari di asset di cui avevamo perso le tracce; così è la vita", filosofeggiava in una comunicazione interna.

Nei fatti, scrive MF-Milano Finanza, è accusato di avere sottratto 2,2 miliardi di dollari, letteralmente spariti nel nulla. Come se non bastasse, il mese scorso l'intero sistema bancario americano ha rischiato grosso con i fallimenti di Silvergate, Signature e Silicon Valley Bank. In particolare, le prime due banche venivano usate come ponte per passare dal dollaro alle criptovalute e viceversa. E ora le società cripto hanno sempre più difficoltà a trovare istituti di credito disposti a offrire i loro servizi. Inoltre Binance, la più grande borsa cripto del mondo, è stata accusata dalla Commodity Futures Trading Commission (Cftc) di operare illegalmente negli Usa. Uno scenario cupo al punto che Kevin Reynolds, direttore di Coindesk, uno dei siti di notizie cripto più seguiti, pochi giorni fa ha vergato un editoriale dal titolo eloquente: Sembra proprio che gli Stati Uniti stiano cercando di uccidere le criptovalute. Come il bitcoin possa essere riuscito a riagguantare quota 30.000 in queste condizioni è davvero un mistero. In molti hanno sottolineato che i volumi di scambio continuano a essere molto bassi. Non ci vorrebbe molto quindi per fare invertire la rotta, anche in maniera molto brusca. Ma ormai lo si dice da qualche settimana e finora non è successo niente del genere.

Passando ai commenti di giornata, l'osservazione più comune è che i trader cripto siano convinti che la Federal Reserve stia per terminare il ciclo dei rialzi dei tassi d'interesse, prospettiva sempre ben accolta dai mercati finanziari, in particolare dagli asset cripto, dove la propensione al rischio è altissima.

Della situazione sta approfittando, per esempio, MicroStrategy, la società co-fondata e presieduta da Michael Saylor che, incurante dei rovesci, continua ad accumulare bitcoin: ora ne detiene circa 140.000 per un valore di 4,17 miliardi di dollari a un prezzo medio di acquisto di 29.803 dollari, comprese commissioni e spese. Visto che il bitcoin è risalito a 30.000 dollari, Saylor può ben dire di essere tornato in attivo. E il titolo della società da inizio anno ha guadagnato il 132%. Di poco inferiore il rialzo nello stesso periodo di Coinbase, che ha riconquistato il primato tra le borse cripto americane: +113%. Sabato scorso il ceo Brian Armstrong ha twittato che il bitcoin lightning network verrà integrato nella piattaforma Coinbase e consentirà transazioni più veloci ed economiche, senza però fornire dettagli e tempistiche. Tanto è bastato per fare correre il titolo.

D'altronde nel mondo cripto i fondamentali lasciano il tempo che trovano. Il caso dogecoin ne è il massimo esempio. Cripto nata per scherzo, a un certo punto ha attirato l'attenzione del numero uno di Tesla e di SpaceX Elon Musk, che ogni tanto prova a pomparne, di solito con successo, le quotazioni. L'ultima volta risale allo scorso 3 aprile, quando Musk ha sostituito il logo di Twitter con quello del dogecoin (un cane di razza giapponese Shiba Inu). Nel giro di poche ore la cripto ha guadagnato il 30%. Non appena Musk è tornato al vecchio logo, doge è sceso di brutto, ma ieri aveva comunque una non disprezzabile capitalizzazione di 11,7 miliardi di dollari.

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1208:17 apr 2023


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