Il gigante tecnologico cinese Huawei ha intentato una causa presso un tribunale di Lisbona contro una risoluzione del Consiglio di sicurezza informatica portoghese CSSC che di fatto impedisce agli operatori di utilizzare le sue apparecchiature nelle reti mobili 5G ad alta velocità, ha dichiarato l'azienda.

Il CSSC è l'organo consultivo del primo ministro e la sua risoluzione, pur non nominando direttamente Huawei, è stata vista come un colpo agli sforzi di Huawei per entrare nelle reti autonome nel mercato 5G in Portogallo, e per estendere i contratti esistenti sulle piattaforme 4G su cui si basa la nuova tecnologia.

L'Europa e gli Stati Uniti temono che il coinvolgimento cinese nelle infrastrutture critiche possa compromettere la sicurezza. Pechino e Huawei respingono tali suggerimenti.

"Huawei Portogallo cerca di tutelare i suoi interessi legittimi e i suoi diritti legali in base alla legge, in quanto azienda regolarmente stabilita in Portogallo", ha risposto Huawei a Reuters quando le è stato chiesto della causa.

Il portale Citius del Ministero della Giustizia mostra che la causa è stata depositata presso il Tribunale Amministrativo di Lisbona il 31 agosto.

Huawei ha dichiarato a Reuters di sperare che il tribunale "ponga rimedio alle molteplici violazioni" dei suoi diritti e al "significativo impatto dannoso per l'azienda e i suoi partner" derivante dalla risoluzione.

Il Segretario di Stato per la digitalizzazione, Mario Campolargo, che presiede la CSSC, ha dichiarato in precedenza a Reuters che la delibera di maggio si basava su una valutazione indipendente e rigorosa della sicurezza, secondo le linee guida dell'Unione Europea, e non riguardava specificamente i fornitori cinesi.

La valutazione aveva avvertito di un "alto rischio" per la sicurezza delle reti che coinvolgono la tecnologia 5G "da parte di fornitori o provider che hanno sede in un Paese in cui il Governo esercita controllo, interferenza o pressione sulle sue attività in Paesi terzi".

Ha inoltre citato i rischi quando il Paese non è un membro dell'UE, della NATO o dell'OCSE.

I principali operatori portoghesi, Altice, NOS e Vodafone, hanno già dichiarato che non utilizzeranno le apparecchiature di Huawei nelle reti core 5G.

La CSSC ha dichiarato di non essere stata informata di alcuna azione legale e che gli operatori stavano già sviluppando i rispettivi piani di implementazione, "mitigando le minacce e i rischi" in linea con la risoluzione, da presentare all'autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni ANACOM.

"(Le reti 5G) devono essere controllabili, trasparenti e affidabili per lo Stato, i cittadini e le aziende", ha dichiarato. (Relazione di Sergio Goncalves; Redazione di Andrei Khalip e Jan Harvey)