L'australiana Westpac Banking Corp ha dichiarato lunedì di vedere la possibilità che la politica monetaria del Paese diventi meno restrittiva entro il prossimo anno, pur registrando un calo dell'utile netto del primo trimestre, non sottoposto a revisione, rispetto alla media trimestrale dei sei mesi precedenti.

Il fornitore di mutui numero 2 del Paese afferma di aspettarsi che l'economia rimanga solida, sostenuta da un basso tasso di disoccupazione e da bilanci sani nel settore aziendale.

La banca centrale del Paese ha aumentato i tassi di interesse di 425 punti base dal maggio 2022 per domare l'inflazione, che è ancora ben al di sopra dell'obiettivo del 2-3%.

"Il rallentamento economico, unito alla riduzione delle pressioni inflazionistiche, dovrebbe consentire alla politica monetaria di diventare meno restrittiva entro il prossimo anno", ha dichiarato il CEO Peter King.

L'utile netto non certificato dell'istituto di credito per i tre mesi conclusi il 31 dicembre è stato di 1,5 miliardi di dollari australiani (978,60 milioni di dollari), in calo del 6% rispetto alla media trimestrale dei sei mesi precedenti. L'azienda ha citato l'impatto delle voci degne di nota relative alla contabilità di copertura come motivo del calo degli utili.

Anche i margini di Westpac hanno subito un colpo nel primo trimestre, poiché quasi due anni di tassi di interesse elevati hanno aumentato il costo dei rimborsi dei mutui. Questo, insieme ad un'inflazione appiccicosa, ha stimolato un'intensa concorrenza tra le banche, che ha appiattito i loro margini di profitto.

Il margine di interesse netto core del prestatore per i tre mesi conclusi il 31 dicembre è stato dell'1,80%, in calo di 4 punti base rispetto al secondo semestre del 2023.

"Dal punto di vista della qualità del credito, abbiamo assistito a una riduzione dello stress aziendale, mentre l'aumento delle morosità ipotecarie a 90+ giorni riflette l'ambiente economico più difficile", ha dichiarato King.

I ritardi nei pagamenti dei mutui di oltre 90 giorni in termini di portafoglio prestiti totale della banca per l'Australia si attestavano allo 0,95% a fine dicembre. Si tratta di un aumento di 9 punti base rispetto alla fine di settembre.

Henry Jennings, analista senior di Marcustoday Financial Newsletter, ha affermato che un leggero aumento delle morosità a 90+ giorni non è inaspettato e dimostra che la banca sta gestendo bene l'attuale contesto economico.

Il rapporto Common Equity Tier 1 della banca, una misura attentamente monitorata della liquidità disponibile, si è attestato al 12,3% a fine dicembre, in calo rispetto al 12,4% di fine settembre. (1 dollaro = 1,5328 dollari australiani) (Relazioni di Echha Jain e Sameer Manekar a Bengaluru Redazione di Angus MacSwan e Matthew Lewis)