Lo yen è stato sotto pressione rispetto alla maggior parte delle altre valute principali mercoledì, anche se le autorità giapponesi hanno detto che potrebbero intervenire per sostenerlo, mentre il dollaro australiano è sceso dopo che i dati hanno mostrato un'inflazione in calo a maggio.

Le aspettative del mercato che la Banca del Giappone (BOJ) manterrà i tassi di interesse ultra-bassi, mentre altre banche centrali inaspriscono la politica monetaria per frenare l'inflazione, hanno pesato sulla valuta giapponese, alimentando la speculazione su se e quando le autorità potrebbero intervenire per arginare i suoi cali.

"Stiamo osservando da vicino i movimenti della valuta con un forte senso di urgenza", ha dichiarato mercoledì ai giornalisti Masato Kanda, il principale diplomatico valutario del Giappone.

"Risponderemo in modo appropriato se diventeranno eccessive".

Il dollaro americano è salito a 144,26 yen mercoledì, un nuovo massimo di sette mesi, mentre l'euro è salito a un massimo di 15 anni a 157,98 yen.

"È simile alla fine dello scorso anno, quando lo yen stava iniziando a indebolirsi in modo più marcato e alla fine i funzionari giapponesi sono intervenuti per fornire supporto", ha detto Lee Hardman, analista senior di FX presso MUFG.

Ha detto che se lo yen continuerà a indebolirsi, forzando l'intervento, dipenderà dal fatto che i mercati continueranno a prezzare tassi più alti altrove, il che richiederà ulteriori prove di economie resistenti e di inflazione appiccicosa, anche se questo non è lo scenario di base di MUFG.

Il Giappone ha fatto incursioni nel mercato valutario per sostenere lo yen lo scorso settembre e ottobre, per arginare il crollo della valuta, che ha toccato un minimo di 32 anni a 151,94 contro il dollaro.

Nel frattempo, il dollaro australiano è sceso al minimo di tre settimane di 0,6618 dollari dopo che il tasso di inflazione dei prezzi al consumo locale è rallentato al minimo di 13 mesi a maggio.

L'ultima volta era in calo dello 0,78% a $0,6634, mentre il vicino dollaro neozelandese è sceso dell'1,17% a $0,6090, il suo maggior calo giornaliero in un mese.

Anche la misura dell'inflazione di base in Australia si è raffreddata, in un segno che i tassi di interesse potrebbero non dover aumentare di nuovo a luglio.

In Europa, l'euro è sceso di poco rispetto al dollaro, a $1,0950, mentre la sterlina ha subito un calo più marcato, scendendo dello 0,46% a $1,26895, in quanto i trader hanno preso profitto dopo un recente forte rally.

I trader stanno anche osservando la conferenza della Banca Centrale Europea (BCE) in corso sul central banking, alla ricerca di eventuali suggerimenti da parte dei responsabili politici sul futuro percorso di rialzo dei tassi.

Il presidente della Federal Reserve statunitense Jerome Powell parteciperà ad un panel mercoledì, insieme al governatore della Banca d'Inghilterra Andrew Bailey, al presidente della BCE Christine Lagarde e al governatore della BOJ Kazuo Ueda.