Cosa succederà dopo la pausa? Il 26 ottobre, la Banca Centrale Europea ha interrotto una serie di rialzi dei tassi durata 15 mesi, mantenendo i costi di prestito fermi ad un livello record, facendo eco alle recenti azioni della Federal Reserve e della Banca d'Inghilterra.

Il palcoscenico è ora pronto per i principali istituti di fissazione dei tassi del mondo, che dovranno comunicare quanto tempo ci vorrà per dichiarare conclusa la loro battaglia contro l'inflazione e iniziare a tagliare i tassi, dopo il ciclo di restrizione monetaria più aggressivo degli ultimi decenni. Finora, nove economie sviluppate hanno aumentato i tassi di 3.965 punti base (bps) in questo ciclo, a partire da settembre 2021. Il Giappone è la colomba che non si è mossa.

Ecco la posizione delle banche centrali, da falco a dovish:

1) STATI UNITI

Si prevede che la Federal Reserve manterrà i tassi di interesse fermi al 5,25%-5,50% durante la prossima riunione, ma si ritiene improbabile che ammorbidisca il suo orientamento da falco.

Il 23 ottobre, il Presidente della Fed Jay Powell ha dichiarato che un'economia forte e un mercato del lavoro rigido potrebbero giustificare altri aumenti dei tassi. I trader non vedono possibilità significative di un taglio prima dell'inizio dell'estate 2024.

2) NUOVA ZELANDA

La Reserve Bank of New Zealand ha mantenuto il suo tasso di liquidità ad un massimo di 15 anni del 5,5% a maggio, ma si ritiene improbabile che lo tagli a novembre. L'inflazione neozelandese ha toccato un minimo di due anni del 5,6% nel terzo trimestre, ancora molto al di sopra dell'obiettivo dell'1%-3% della RBNZ.

3) BRITANNIA

Si prevede che la Banca d'Inghilterra manterrà i tassi d'interesse al 5,25% il 2 novembre, per bilanciare un'economia debole con un'inflazione interna elevata e il potenziale del conflitto in Medio Oriente che potrebbe causare un'impennata dei prezzi dell'energia.

I futures sui tassi di interesse mostrano che i trader ritengono che la BoE non taglierà i tassi, ora ai massimi dal 2008, almeno fino a giugno 2024.

4) CANADA

La Banca del Canada ha mantenuto il suo tasso chiave overnight al 5% il 25 ottobre. L'attuale prezzo di mercato suggerisce che gli investitori ritengono improbabili ulteriori rialzi, ma non scommettono su tagli.

L'inflazione, che ha raggiunto un picco di oltre l'8% lo scorso anno, è scesa al 3,8% a settembre, ma la BoC ha anche affermato che l'aumento dei prezzi non tornerà al suo obiettivo del 2% fino alla fine del 2025.

5) ZONA EURO

La Banca Centrale Europea ha mantenuto il suo tasso chiave al 4% giovedì, notando che gli ultimi dati continuavano a indicare che l'inflazione stava lentamente scendendo verso il suo obiettivo del 2%.

"I passati aumenti dei tassi di interesse del Consiglio direttivo continuano a trasmettersi con forza alle condizioni di finanziamento", ha dichiarato la BCE, aggiungendo che seguirà un approccio "dipendente dai dati" e che le decisioni future si baseranno sui dati in arrivo.

6) NORVEGIA

La Norges Bank ha aumentato il suo tasso di riferimento di 25 bps al 4,25% a fine settembre e ha accennato ad un altro aumento a dicembre.

Dopo la decisione sui tassi di settembre, i dati sull'inflazione della Norvegia per quel mese sono risultati inferiori alle aspettative. Il Primo Ministro Jonas Gahr Stoere ha dichiarato al Parlamento la scorsa settimana che i tassi di interesse potrebbero aver raggiunto il picco.

7) SVEZIA

La Svezia ha aumentato il suo interesse principale al 4% a settembre e si trova di fronte a una decisione poco invidiabile su cosa fare in seguito. Gli economisti intervistati da Reuters vedono l'economia svedese ridursi dello 0,7% nel 2023. L'inflazione svedese, esclusi i costi volatili dell'energia, si è attestata ad un livello scomodo del 6,9% a settembre.

8) AUSTRALIA

La Reserve Bank of Australia ha mantenuto i tassi fermi al 4,1% per la quarta riunione di ottobre. Dopo un'inflazione sorprendentemente robusta nel terzo trimestre, i mercati valutano circa il 60% di possibilità di un rialzo di un quarto di punto il mese prossimo. Il Governatore Michele Bullock ha anche avvertito di un ulteriore inasprimento se le prospettive di inflazione dovessero peggiorare.

9) SVIZZERA

Il 19 ottobre il franco svizzero ha toccato il massimo rispetto all'euro dal 2015, dopo che lo scoppio del conflitto a Gaza ha prolungato un lungo periodo di forza della valuta svizzera. Il franco potente ha aiutato la BNS a controllare l'inflazione, che a settembre, con un tasso dell'1,7% su base annua, era comodamente all'interno dell'obiettivo. Inoltre, minaccia le esportazioni svizzere in un momento di stagnazione dell'economia.

I mercati dei futures prevedono che la BNS manterrà il suo tasso politico all'1,75% a dicembre, prima di valutare le prossime mosse.

10) GIAPPONE

La Banca del Giappone concluderà la sua prossima riunione il 31 ottobre, dopo molti mesi in cui si è mostrata fermamente dovish di fronte all'impennata dei tassi di interesse globali.

La BOJ è intervenuta pesantemente nel mercato obbligazionario nazionale per mantenere i rendimenti al di sotto del suo tetto dell'1%.

Con l'aumento delle pressioni sulla BOJ affinché modifichi questa politica di soppressione dei costi di prestito nazionali, stanno aumentando le scommesse sul fatto che dovrà ritoccare il limite dell'1% verso l'alto.