SHANGHAI/PECHINO (Reuters) - In un raro tentativo di sostenere lo yuan cinese, un ente di autoregolamentazione supervisionato dalla banca centrale del Paese ha sollecitato le principali banche statali ad abbassare i tassi di interesse sui depositi in dollari.

Ciò potrebbe incoraggiare le imprese cinesi, soprattutto quelle esportatrici, a regolare le entrate in valuta estera in yuan, che si è deprezzato scendendo ai minimi di sei mesi rispetto al dollaro. Il buon andamento della valuta statunitense e i rialzi dei tassi d'interesse da parte della Federal Reserve hanno spinto molte aziende cinesi ad accumulare le fatture in dollari.

Le modifiche entreranno in vigore oggi, secondo le fonti, aggiungendo che i nuovi tassi che le grandi banche potranno offrire saranno ridotti fino a 100 punti base rispetto al precedente tetto del 5,3%.

I dati economici deludenti, l'aumento del differenziale di rendimento con gli Stati Uniti, l'imminente pagamento dei dividendi societari e i continui deflussi di capitale attraverso la vendita di azioni e obbligazioni estere hanno contribuito a mettere sotto pressione lo yuan.

La divisa cinese ha perso più del 6% rispetto al dollaro dai massimi raggiunti a gennaio quando la Cina ha riaperto le frontiere, diventando così una delle valute asiatiche che ha registrato le peggiori performance quest'anno.

Intorno alle 15,50 lo yuan è scambiato a 7,1215 contro dollaro. 

Il mese scorso la banca centrale cinese ha comunicato che avrebbe frenato con decisione le ampie fluttuazioni del tasso di cambio e che avrebbe studiato come rafforzare l'autoregolamentazione dei depositi in dollari.

Il crescente divario dei tassi d'interesse tra le due maggiori economie mondiali ha alimentato il cosiddetto 'carry trade', in cui gli investitori prendono in prestito valute a basso rendimento per investire in valute a più alto rendimento. 

(Tradotto da Chiara Bontacchio, editing Cristina Carlevaro)