Il Kenya, attualmente l'ottavo più grande utilizzatore di energia geotermica, ha più capacità di energia geotermica in costruzione di qualsiasi altro Paese e prevede di raddoppiare quasi la produzione complessiva di energia geotermica entro il 2030, come parte degli ambiziosi obiettivi di energia verde.

Una volta completati i progetti in corso, il Kenya si posizionerà al quarto posto nella classifica globale degli utilizzatori di energia geotermica, dietro a Stati Uniti, Indonesia e Filippine, e punta a generare oltre la metà dell'elettricità del Paese da siti geotermici, come mostrano i dati di Global Energy Monitor.

L'energia geotermica non produce emissioni durante la produzione di elettricità, come altre forme di energie rinnovabili.

Ma ha l'ulteriore vantaggio di essere disponibile 24 ore su 24 in quantità affidabili, il che supera la natura intermittente dell'energia solare ed eolica e la rende interessante per gli utenti industriali e per i generatori di energia.

Inoltre, il settore geotermico genera più posti di lavoro diretti e indiretti rispetto ad altre fonti di energia rinnovabile, con una stima di 34 posti di lavoro per megawatt installato, rispetto ai 19 del settore eolico e ai 12 delle installazioni solari fotovoltaiche, secondo l'azienda energetica italiana Enel. Per le economie in rapida crescita dell'Africa, dove si prevede che la popolazione raggiungerà 1,7 miliardi entro il 2030, le industrie che creano posti di lavoro e accelerano la transizione energetica globale probabilmente otterranno un trattamento preferenziale da parte dei governi e un ampio sostegno da parte della società.

A sua volta, questo potrebbe aiutare il settore geotermico a resistere alla concorrenza delle fonti energetiche rivali nei prossimi anni, anche se alcune potrebbero essere più economiche da costruire per unità di capacità energetica.

FOCUS GEOGRAFICO

Gli impianti geotermici tendono a raggrupparsi lungo i confini delle principali placche tettoniche, quindi non sono un'opzione praticabile in tutte le località.

Tuttavia, nelle aree in cui c'è un movimento attivo delle placche tettoniche e il calore della Terra può essere sfruttato a profondità relativamente basse, gli impianti geotermici possono essere un mezzo conveniente per generare abbondante energia pulita.

In Kenya, la Great Rift Valley è la principale fonte di energia geotermica.

Situato lungo l'East African Rift, una delle zone di frattura continentale più attive al mondo, il fondo della valle offre ai geologi un accesso relativamente facile alle sacche di calore sotterranee.

"In media, gli ingegneri di tutto il mondo devono perforare circa 3.000-4.000 metri per realizzare un pozzo geotermico, ma alcuni pozzi in Kenya sono profondi solo 900 metri", secondo Peketsa Mangi, direttore generale della Kenya Electricity Generating Company, citato in un rapporto pubblicato dal Fondo Monetario Internazionale.

RAGGIO D'AZIONE SEMPRE PIÙ AMPIO

L'accesso relativamente facile alle fonti geotermiche ha motivato il Kenya a diventare un leader globale nello sviluppo di siti geotermici, e il Paese ha aumentato la capacità geotermica del 375% dal 2010 al 2022, più di qualsiasi altro grande produttore geotermico, come mostrano i dati del think tank Ember.

A loro volta, gli ingegneri e i project manager kenioti hanno sviluppato un'esperienza leader a livello mondiale nel settore geotermico e spesso guidano lo sviluppo del progetto geotermico, dai sondaggi sul sito alle valutazioni di impatto ambientale fino alla progettazione dell'impianto, altrove.

Questo ha permesso a Paesi vicini come Etiopia e Gibuti - che si affacciano anch'essi sul Rift dell'Africa Orientale - di iniziare lo sviluppo di fonti geotermiche con la guida degli esperti kenioti.

Tuttavia, questi nuovi progetti stanno solo scalfendo la superficie del potenziale geotermico dell'Africa orientale.

Secondo il Programma Ambientale delle Nazioni Unite, l'Africa orientale ha il potenziale di generare più di 20 gigawatt di elettricità da siti geotermici, che è più del doppio dell'attuale capacità elettrica totale installata di Kenya ed Etiopia messi insieme.

Per le aziende di produzione di energia elettrica del Kenya, l'aumento della capacità geotermica consentirà loro di incrementare le forniture complessive di energia elettrica senza ricorrere all'uso di combustibili fossili oltre i livelli attuali di circa il 12%, mantenendo così il settore energetico del Paese come uno dei più puliti in Africa.

Per l'Africa nel suo complesso, che si prevede vedrà un'accelerazione significativa della crescita economica fino al 2050, la costruzione guidata dal Kenya della capacità geotermica dell'Africa Orientale consentirebbe a diverse economie di attingere a maggiori volumi di elettricità senza emissioni, fornendo al contempo all'intero continente una maggiore indipendenza energetica.

Ciò suggerisce che, mentre lo slancio dello sviluppo geotermico del Kenya è principalmente una questione locale per ora, l'impatto di un forte aumento della generazione di energia pulita in tutta l'Africa orientale potrebbe col tempo avere ripercussioni sul mercato energetico globale. Le opinioni espresse qui sono quelle dell'autore, editorialista di Reuters.