ZURIGO (awp/ats/awp) - L'anno scorso il mercato del lavoro si è normalizzato e la carenza di manodopera si è globalmente attenuata. Anche le ristrutturazioni e i licenziamenti sono ripresi, ampliando nuovamente il divario dell'impiegabilità tra lavoratori giovani e anziani. Lo rileva uno studio della società di consulenza von Rundstedt, secondo cui queste tendenze dovrebbero accelerare nel 2024.

"Un numero maggiore di aziende ha realizzato piccoli e grandi progetti di ristrutturazione e adeguato il personale in eccesso", ha indicato nello studio pubblicato oggi il direttore generale di von Rundstedt, Pascal Scheiwiller.

Secondo quest'ultimo "la penuria di manodopera, che colpiva tutti i settori e che era dovuta alla congiuntura, si è attenuata, ma la carenza strutturale che tocca alcuni ambiti e lavori specifici rimane critica".

È soprattutto il settore farmaceutico e delle scienze della vita che ha dovuto ricorrere a ristrutturazioni, con il 30% dei licenziamenti in questo settore, ha sottolineato la società di consulenza nello studio condotto in tutta la Svizzera su 2182 persone licenziate e 223 aziende. Le società farmaceutiche "sentono la pressione (competitiva) dall'estero e di conseguenza riducono le loro capacità in Svizzera".

Il settore finanziario è stato relativamente poco colpito dai tagli occupazionali, rappresentando solo il 15% dei licenziamenti totali dello scorso anno. Tuttavia questa situazione potrebbe cambiare nei prossimi mesi con gli aggiustamenti di capacità effettuati all'interno del gigante bancario UBS in seguito all'acquisizione del suo rivale Credit Suisse, avverte von Rundstedt.

Le funzioni di direzione e i quadri sono stati i più colpiti, con rispettivamente il 17% e il 34% dei licenziamenti.

Aumento della durata della ricerca di lavoro

In questo contesto divenuto più difficile, è ripresa la concorrenza tra le diverse fasce d'età, mentre il fenomeno si era attenuato a causa della forte domanda registrata nel 2021 e nel 2022. Circa l'80% dei licenziamenti effettuati nel 2023 ha riguardato i dipendenti più anziani, soprattutto nella fascia di età compresa tra i 40 e i 50 anni (41%), seguiti dagli ultracinquantenni (39%). I giovani sotto i 30 anni, invece, hanno rappresentato solo il 2% delle soppressione dei posti di lavoro.

Il tempo medio necessario per trovare un nuovo impiego è di 6,6 mesi per gli ultracinquantenni, 6 mesi per i quaranta-cinquantenni e 5,6 mesi per i trenta-quarantenni. Per le persone di età inferiore ai 30 anni, questo periodo è di 3,1 mesi.

L'aspetto positivo è che il 57% dei dipendenti ha beneficiato di uno stipendio più elevato nel nuovo posto, mentre solo il 22% ha dovuto accettare una riduzione.

Secondo gli esperti di von Rundstedt, nel 2024 questa tendenza alla normalizzazione del mercato del lavoro in Svizzera dovrebbe continuare. Le ristrutturazioni dovrebbero di nuovo aumentare.