Il dollaro canadese si è indebolito rispetto alla controparte statunitense martedì, ma il calo è stato inferiore a quello di tutte le altre valute del G10, in quanto i dati sull'inflazione interna hanno ridotto le aspettative di un taglio anticipato dei tassi di interesse da parte della Banca del Canada.

Il loonie è stato scambiato in ribasso dello 0,5% a 1,3495 contro il dollaro americano, o 74,10 dollari, dopo aver toccato il livello intraday più debole dal 14 dicembre a 1,3501.

"Se si cercano dati che segnalino l'imminenza di un taglio dei tassi, non è questo il caso", ha dichiarato in una nota Leslie Preston, economista senior di TD Economics. "Il rapporto sull'inflazione di dicembre sottolinea che l'ultimo miglio per riportare l'inflazione al 2% è il più difficile".

Il tasso d'inflazione annuale del Canada è salito al 3,4% a dicembre dal 3,1% di novembre e le misure core sono state più calde del previsto, segno di un'inflazione appiccicosa in vista della decisione sui tassi d'interesse del 24 gennaio.

Si prevede che la prossima settimana la Banca Centrale Europea lascerà il suo tasso di riferimento fermo al 5%, un massimo da 22 anni. I mercati monetari vedono una possibilità su tre che la banca centrale inizi a tagliare i tassi a marzo, in calo rispetto al 50% prima dei dati.

Il dollaro statunitense è salito di quasi l'1% rispetto ad un paniere di valute principali, in quanto gli investitori hanno anche attenuato le aspettative di un taglio dei tassi anticipato da parte della Federal Reserve.

Il prezzo del petrolio, una delle principali esportazioni del Canada, è sceso dello 0,6% a 72,23 dollari al barile.

I rendimenti dei titoli di Stato canadesi sono aumentati lungo tutta la curva. Il titolo a 2 anni è salito di 11,8 punti base al 3,912%, mentre il divario tra questo e l'equivalente statunitense si è ridotto di 2,6 punti base a 31,8 punti base a favore del titolo statunitense. (Servizio di Fergal Smith; Editing di Andrea Ricci e Lisa Shumaker)