VADUZ (FL) (awp/ats) - Hilti sempre in crescita, perlomeno al netto degli effetti valutari: nei primi quattro mesi dell'anno la multinazionale con sede nel Liechtenstein che produce attrezzi e componenti per l'edilizia, in particolare nel campo della demolizione e dell'ancoraggio, ha visto i ricavi attestarsi a 2,1 miliardi di franchi.

La progressione rispetto allo stesso periodo del 2023 è del 2,9% in valute locali, dato che si tramuta in una contrazione dell'1,8% una volta espresso in franchi, ha indicato oggi l'azienda. "L'attività edilizia in Europa ha subito un significativo rallentamento, mentre in altre regioni del mondo, come l'Asia o l'America Latina, vediamo ancora una certa espansione", afferma il Ceo Jahangir Doongaji, citato nella nota.

Per l'insieme dell'anno l'impresa prevede un incremento delle vendite a una cifra medio-bassa in valuta locale. "Siamo fiduciosi che la nostra solida impronta globale ci consentirà di sovraperformare il mercato", assicura Doongaji, dirigente 57enne figlio di una docente zurighese e di un architetto indiano, cresciuto in India e che dal 2002 è attivo nella sede centrale di aziendale di Schaan (FL).

Ben conosciuto anche dal grande pubblico per i suoi famosi trapani dalla custodia rossa, il gruppo Hilti è un'entità oggi presente in oltre 120 paesi che ha avuto origine nel 1941 in un'autorimessa di Schaan su iniziativa di due fratelli, Martin e Eugen Hilti. La società appartiene a un trust della famiglia Hilti; fra il 1986 e il 2003 è stata anche quotata in borsa, ma ha poi ripiegato sulla proprietà privata in modo da poter meglio assicurare la continuità a lungo termine dell'azienda. L'organico comprende oggigiorno circa 34'000 dipendenti.