Il rapporto ha affermato che la commissione elettorale, nota come CENI, è stata anche colpita da sforamenti di bilancio, un problema che ha afflitto l'amministrazione del Presidente Felix Tshisekedi.

Ha esortato il Dipartimento di Giustizia del Congo ad avviare indagini sulla gestione dei fondi assegnati alla CENI per il processo elettorale.

Disguidi tecnici, materiali mancanti e un'estensione all'ultimo minuto delle votazioni hanno alimentato le controversie sul voto di dicembre, portando i principali candidati dell'opposizione a denunciare frodi e a chiedere una ripetizione.

Il rapporto, basato sugli studi del Centro di Ricerca sulla Finanza Pubblica e lo Sviluppo Locale (CREFDL) con il finanziamento dell'Unione Europea, ha affermato che la commissione elettorale ha ricevuto quasi 1,1 miliardi di dollari di finanziamenti pubblici tra il 2021 e il 2023.

Ma solo 711 milioni di dollari sono stati approvati nei bilanci nazionali, lasciando circa 400 milioni di dollari non contabilizzati.

La Commissione elettorale non ha risposto a una richiesta di commento da parte di Reuters. Un portavoce del Governo della Repubblica Democratica del Congo non ha risposto a una richiesta di commento sul rapporto.

"La catena di utilizzo di questi fondi è rimasta opaca, e questo potrebbe avere un impatto sui risultati (delle elezioni)", ha detto a Reuters Valery Madianga, esperto di finanza pubblica e uno dei principali ricercatori del rapporto.

"I fondi pubblici sono stati utilizzati molto male, o forse sono finiti in tasche oscure", ha detto Madianga.

Il rapporto ha anche affermato che 45 dei 54 contratti pubblici firmati dalla Commissione tra il 2021 e il 2023 sono stati assegnati di comune accordo, mentre solo nove sono stati assegnati tramite gara d'appalto.

"Questo ricorso frequente mina il principio della trasparenza, dell'equità e dell'economia della fornitura", hanno affermato i ricercatori nel rapporto.

Ha aggiunto che sono stati acquistati circa 14 milioni di schede elettorali e di tessere elettorali in più rispetto al necessario, e che più dell'80% dei magazzini affittati dalla Commissione erano di proprietà privata, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza dei materiali elettorali sensibili.

La Commissione elettorale ha difeso la credibilità del voto, anche se il 6 gennaio ha invalidato i voti espressi per 82 dei 101.000 candidati alle legislative per presunti brogli e altre questioni.

La Corte Costituzionale del Congo il 9 gennaio ha confermato la rielezione di Tshisekedi come Presidente, dopo il contestato scrutinio, mentre il suo partito di governo UDPS è in testa nella corsa alle legislative, secondo i risultati provvisori annunciati domenica presto.