La maggior parte delle valute dell'Europa emergente è scesa venerdì, mentre l'ottimismo sul fatto che la Federal Reserve statunitense inizierà presto a tagliare i tassi d'interesse è sembrato affievolirsi in seguito ai commenti cauti dei responsabili politici.

Il fiorino ungherese è rimasto indietro rispetto ai colleghi locali, scendendo dello 0,4% rispetto all'euro, mentre la corona ceca si è mantenuta stabile a 24,69 per euro, attestandosi vicino ai massimi di quattro mesi.

Il leu della Romania è stato scambiato per l'ultima volta a 4,97 per euro, mentre lo zloty della Polonia è scivolato dello 0,3%.

"L'aumento della propensione al rischio, guidata dalle aspettative sull'andamento dei tassi d'interesse negli Stati Uniti, è un fattore positivo per le valute locali", hanno dichiarato gli analisti di Erste Group in una nota.

"Inoltre, l'atteggiamento relativamente falco delle banche centrali della regione e la solida crescita economica favoriscono l'apprezzamento nei confronti dell'euro".

Gli asset EM, generalmente considerati rischiosi, sono fioriti dopo che all'inizio della settimana i dati hanno mostrato che i prezzi al consumo degli Stati Uniti sono aumentati meno del previsto ad aprile, rafforzando le speranze che la Federal Reserve possa dare il via al suo ciclo di allentamento della politica già a settembre.

Tuttavia, mentre i dati di questa settimana hanno offerto alla Fed buone notizie su due fronti, i responsabili politici non hanno ancora cambiato apertamente opinione sulla tempistica dei tagli dei tassi, che gli investitori sono convinti inizieranno quest'anno.

La lira turca è stata scambiata per l'ultima volta a 32,29 per dollaro, mentre l'indice azionario locale è balzato di oltre l'1%.

Il rand sudafricano ha registrato un calo dello 0,1% rispetto al dollaro, attestandosi vicino ai massimi di cinque mesi, in vista della revisione del rating sovrano del Paese da parte di S&P Global.

Le azioni di Johannesburg sono scivolate dello 0,6%, mentre la maggior parte delle borse dell'Europa centro-orientale sono scese, con le azioni ungheresi in calo dell'1,1%, mentre le azioni di Varsavia sono scese dello 0,9%.

Alle 08.30 GMT, l'indice MSCI per le azioni dei mercati emergenti è sceso dello 0,1%, mentre le azioni sono scivolate dello 0,2%, entrambe in linea con il quarto guadagno settimanale consecutivo.

Le borse cinesi hanno chiuso in rialzo di oltre l'1%, con i titoli legati al settore immobiliare che sono balzati dopo che Pechino ha annunciato passi "storici" per stabilizzare il settore immobiliare in crisi, consentendo ai governi locali di acquistare "alcuni" appartamenti, allentando le regole sui mutui e impegnandosi a consegnare le case non finite.

Il debito EM ha registrato afflussi di 500 milioni di dollari nella settimana fino a mercoledì, mentre le azioni hanno registrato deflussi per la seconda settimana consecutiva, secondo i dati di Bank of America.

PUNTI SALIENTI:

** Le fabbriche cinesi si accendono, ma persiste il crollo dei consumi

** L'Argentina registra il quarto mese di avanzo fiscale sotto Milei, ma il margine si restringe

** Il premier slovacco Fico è tra la vita e la morte dopo una sparatoria, dice il premier dell'Ungheria

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