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Top/Flop della settimana |
Top
Flop
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Materie prime |
Energia: Il mercato petrolifero è ancora sotto pressione e perde terreno anche questa settimana. L'Unione Europea starebbe valutando la possibilità di limitare il prezzo del petrolio russo tra i 65 e i 70 dollari. L'Urals viene attualmente scambiato a circa 67 dollari al barile, con uno sconto significativo rispetto al Brent. Possiamo quindi dedurre che questo prezzo massimo non dovrebbe incidere più di tanto sulla produzione russa, che nei prossimi mesi non dovrebbe diminuire in modo significativo, il ché spiega in parte la debolezza del prezzo del petrolio degli ultimi giorni. Il Brent del Mare del Nord viene scambiato a circa 86 dollari USA, mentre il WTI americano a 79 dollari al barile. In Europa, i prezzi del gas si stanno stabilizzando a circa 123 EUR/MWh per il riferimento olandese (TTF di Rotterdam). La Russia accusa l'Ucraina di stoccare il gas in transito sul suo territorio e destinato alla Moldavia. Gazprom minaccia pertanto di ridurre i suoi flussi che attraversano il Paese. Metalli: Nel complesso i metalli industriali sono scesi, penalizzati dalle preoccupazioni sulle nuove restrizioni sanitarie in Cina. La circolazione del coronavirus sta spingendo le autorità cinesi a confinare nuovamente diverse città e quartieri. In altre parole, il mercato deve ancora aspettare per interpretare il ruolo di una piena ripresa della domanda di metalli. Il rame viene scambiato leggermente al di sopra degli 8.000 dollari per tonnellata sull'LME. Per quanto riguarda i metalli preziosi, l'oro si mantiene sui 1.750 dollari. Ancora sul fronte dei metalli preziosi, il World Platinum Investment Council prevede per il prossimo anno un mercato deficitario per il platino, il primo dal 2020. L'Istituto punta il dito contro la forte domanda da parte dell'industria automobilistica (le cui necessità dovrebbero crescere del 3,3% su base annua), mentre l'offerta globale dovrebbe aumentare solo del 2%. Il platino viene scambiato a circa 985 dollari. Prodotti agricoli: L'Ucraina stima di poter esportare 13 milioni di tonnellate di grano nella stagione 2022/2023, un calo significativo rispetto ai quasi 20 milioni di tonnellate di grano esportati l'anno precedente. A Chicago il grano viene scambiato a meno di 800 centesimi per bushel, contro i 660 centesimi del mais. |
Macroeconomia |
Clima: Confuso, ma migliora. Gli indicatori economici continuano a raccontare una storia, i tassi un'altra e le azioni una terza. Qual è la giusta prospettiva? Gli indicatori PMI europei di novembre sono migliori di quello che prevedevano gli economisti. Negli Stati Uniti rimangono deboli, ma gli ordini di beni durevoli sono più forti del previsto e la fiducia dei consumatori è in aumento. Fortunatamente per i mercati azionari, gli investitori hanno accolto favorevolmente i verbali dell'ultima riunione della Fed. Vi hanno visto segnali di una posizione meno rigida sul ritmo dei rialzi dei tassi. Avremo la conferma o smentita mercoledì prossimo con un importante discorso di Jerome Powell. Valute: È stata una settimana positiva per la sterlina, che ha recuperato terreno contro la maggior parte delle valute. I cambiavalute si basano sulle elevate cifre sull'inflazione nel Regno Unito per spiegare questo vigore, in quanto ciò costringe la banca centrale ad alzare i tassi, ma sono cauti sulla continuità del fenomeno, vista la situazione dell'economia britannica. La sterlina è scambiata a 1,2104 dollari e a 1,1619 euro. Anche la moneta unica ha guadagnato terreno nei confronti del dollaro, attestandosi a 1,0418 dollari, prima di scendere nuovamente al di sotto di 1,04 dollari venerdì. Questa ripresa non è estranea a una nuova misura della banca centrale cinese per cercare di rilanciare un'economia che va a corrente alternata. Tassi: Negli Stati Uniti il mercato obbligazionario continua a recitare la parte di un rallentamento dei rialzi dei tassi da parte della banca centrale americana. Il titolo decennale è sceso dal 3,78% di una settimana fa al 3,71%. Le scadenze più brevi sono ancora invertite in previsione di un marcato rallentamento economico che tarda a materializzarsi. In Europa il Bund è ancora sotto il 2% a 10 anni, nonostante il netto rimbalzo di venerdì. L'OAT francese si aggira attorno al 2,4%, mentre il debito svizzero a 10 anni rende l'1% esatto. Criptovalute: Il Bitcoin è ancora insensibile a quanto accaduto con il caso FTX. Questa settimana la valuta digitale torna leggermente in territorio positivo, recuperando l'1,73% e aggirandosi intorno ai 16.500 dollari al momento in cui scriviamo queste righe. Con la fiducia nella criptosfera completamente volatilizzata, è probabile che ci vogliano diverse settimane prima che il mercato degli asset digitali torni ad attirare un gran numero di investitori. Nell'attesa di un ritorno di ottimismo sulle criptovalute, Amazon e Apple stanno producendo rispettivamente una serie e un film sul caos di FTX. Ce n'è abbastanza per far aspettare gli appassionati di criptovalute... Calendario: L'agenda macro della settimana è ricca di eventi, a partire dall'indice di fiducia dei consumatori statunitensi del Conference Board martedì. Mercoledì avremo la prima stima dell'inflazione di novembre in Europa, una nuova stima del PIL statunitense per il terzo trimestre, il sondaggio JOLTS sulle offerte di lavoro e un importante discorso del direttore della Fed Jerome Powell. Giovedì sono in programma l'inflazione PCE e l'ISM manifatturiero negli Stati Uniti, nonché una riunione dell'OPEC. L'agenda di venerdì prevede un discorso di Christine Lagarde e i dati sull'occupazione statunitense di novembre. |
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*La performance settimanale degli indici e delle azioni si riferisce al periodo che va dall'apertura dei mercati il lunedì alla preparazione di questa newsletter il venerdì. La performance settimanale di materie prime, metalli preziosi e valute si riferisce a un periodo di 7 giorni da un venerdì al successivo, fino alla preparazione di questa newsletter. Tali attività continuano la loro quotazione nei weekend. |