Anavex Life Sciences Corp. ha annunciato che un'analisi di follow-up dell'importante studio di Fase 2b/3 per il trattamento della malattia di Alzheimer precoce con il farmaco sperimentale blarcamesina (ANAVEX®2-73) ha dimostrato un rallentamento statisticamente significativo del declino cognitivo associato alla malattia di Alzheimer. L'effetto clinico è stato completato da due biomarcatori indipendenti: Una riduzione significativa dei livelli di amiloide beta patologica nel plasma, nonché un rallentamento significativo del tasso di atrofia cerebrale patologica2 sulle scansioni MRI (Risonanza Magnetica).

Lo studio è stato multicentrico (52 centri di ricerca medica/ospedali in 5 Paesi), randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, di 48 settimane, di fase 2b/3, che ha arruolato 508 partecipanti con malattia di Alzheimer sintomatica precoce (decadimento cognitivo lieve/demenza lieve). I partecipanti sono stati randomizzati a ricevere capsule orali di blarcamesina (n = 338) o placebo (n = 170) una volta al giorno per 48 settimane. Tutti gli endpoint clinici prespecificati sono stati analizzati utilizzando un modello misto a misure ripetute (MMRM).

Il metodo di analisi MMRM è la convenzione utilizzata per i dossier regolatori e le discussioni con le autorità regolatorie sono in preparazione. La sperimentazione è riuscita a soddisfare gli endpoint co-primari se la significatività di ciascun endpoint è P < 0,05, oppure se la significatività di un solo endpoint co-primario è P < 0,025. Se solo un endpoint primario è significativo a un livello di 0,025, l'endpoint secondario sarà valutato allo stesso livello di 0,025.

La sperimentazione ha avuto successo, in quanto le differenze nella variazione media dei minimi quadrati (LSM) dal basale a 48 settimane tra i gruppi blarcamesina e placebo sono state di -1,783 [95% CI, da -3,314 a -0,251]; (P = 0,0226) per ADAS-Cog13, e di -0,456 [95% CI, da -0,831 a -0,080]; (P = 0,0175) per CDR-SB nei pazienti con malattia di Alzheimer precoce. Inoltre, i biomarcatori convalidati della patologia beta amiloide, il rapporto Aß42/40 plasmatico, sono aumentati in modo significativo (P = 0,048), dimostrando i forti effetti anti-amiloide della blarcamesina nei pazienti con malattia di Alzheimer, mentre la risonanza magnetica ha rivelato una riduzione significativa della perdita di volume cerebrale, compreso il cervello intero (P = 0,0005), confrontando il trattamento con il placebo. Nella rispettiva popolazione di sicurezza, gli eventi avversi comuni legati al trattamento includevano vertigini, transitorie e per lo più di gravità lieve o moderata, che si sono verificate in 120 partecipanti (35,8%) durante la titolazione e in 76 partecipanti (25,2%) durante il mantenimento con la blarcamesina e in 10 (6,0%) durante la titolazione e in 9 (5,6%) durante il mantenimento con il placebo.

Questo è uno dei primi farmaci a dimostrare prospetticamente l'efficacia sui biomarcatori della neurodegenerazione.