MILANO (MF-DJ)--Dopo oltre 22 miliardi bruciati tra aumenti di capitale e salvataggi di Stato in 11 anni, il Montepaschi torna a chiedere soldi agli azionisti, stavolta altri 2,5 miliardi. Se quelli del socio pubblico, il Tesoro, sono sicuri - 1,6 miliardi di euro per la sua quota del 64% - altri 900 milioni devono arrivare al mercato, da investitori privati. Trovarli non è agevole in una situazione macroeconomica quantomai incerta, con rischi di recessione in arrivo, nel mezzo di un cambio di governo e con una banca che, nonostante il titolo stia precipitando quasi a zero, potrebbe risultare comunque cara rispetto ai competitor. Mps: tutta la banca in Borsa vale 410 milioni ma solo il mattone supera i 2 miliardi. Ma c'è del valore inespresso, sostiene il neo amministratore delegato Luigi Lovaglio. A pochi giorni dall'assemblea straordinaria di giovedì 15 settembre che dovrà approvare l'operazione, il ceo anticipa a Milano Finanza i punti chiave del roadshow presso gli investitori istituzionali per convincerli a scommettere ancora una volta su Siena.

Domanda. Dottor Lovaglio, perché un investitore dovrebbe sottoscrivere questo ennesimo aumento di Mps da 2,5 miliardi, dopo 22 miliardi bruciati in poco più di dieci anni?

Risposta. Perché Mps ha un enorme potenziale e farà emergere in modo risolutivo il proprio valore, fondato su un modello di business a basso assorbimento di capitale e con fondamentali solidi. Ci sono almeno tre buone ragioni per crederci: l'eccellenza del network, con una forte presenza delle filiali su tutto il territorio, la qualità dei ricavi con un livello di commissioni superiore al margine di interesse e una best in class challenger bank, Widiba. Tutto nell'ambito di un piano industriale che prevede un utile ante imposte di 700 milioni di euro al 2024, che incorpora solo in minima parte i benefici attesi dall'aumento dei tassi di interesse la cui evoluzione dovrebbe anche consentirci di assorbire gli effetti di scenari macro più complessi.

D. E questo basterà? Che prospettive offre ai futuri azionisti?

R. Offriamo le prospettive di una redditività sostenibile e di una equity story che si basa sull'attrattività che la banca presenterà con l'implementazione del piano industriale. Un brand unico e di grande valore, tutti elementi che la candidano ad essere una protagonista anche nel processo di consolidamento del settore bancario. Senza considerare il valore prospettico di Widiba, una delle challenger bank leader per innovazione a livello europeo, che potrà beneficiare nella valutazione di quei multipli riservati al settore fintech.

D. Quando è previsto l'avvio dell'operazione?

R. Il via libera della Bce era un importante passaggio autorizzativo. Ora abbiamo l'assemblea il 15 settembre. Il lancio dell'aumento è previsto entro metà ottobre, dopo l'approvazione del prospetto da parte della Consob.

D. Un passaggio cruciale è quello della riorganizzazione e della realizzazione del piano di uscite volontarie di circa 3500 dipendenti, che costerà circa 800 milioni. Ad oggi a noi risulta che siate poco sopra il 50%. Riuscirete a portarlo a termine entro la scadenza del 30 novembre?

R. I segnali che stanno arrivando ci fanno essere ottimisti sulla possibilità di raggiungere questo obiettivo. Significherebbe ripartire il 1 gennaio 2023 con una riduzione di costi di circa 270 milioni di euro. Anche questo è un fattore importante verso il mercato e gli investitori.

D. Perché la riorganizzazione delle società e la chiusura degli sportelli?

R. Si tratta di una necessaria semplificazione della struttura del Gruppo, che consente anche di generare sinergie sia di costi che di ricavi. Le filiali restano al centro del nostro modello di banca commerciale. Devono ovviamente avere un'attività adeguata con i clienti e generare risultati positivi. La forza del Monte dei Paschi sta - lo ripeto - nella rete, intendo le persone, e nel brand. Da quando sono arrivato, ho potuto toccare con mano che Mps è una vera banca commerciale nazionale. Siamo primi come quota di mercato in Toscana, terzi in Veneto e quinti in Lombardia, regioni che sono tra i motori dell'economia italiana. Complessivamente su scala nazionale intermediamo oltre il 6% del pil del Paese.

D. Ma se la banca è così bella e va così bene, perché ha bisogno ancora di un aumento di capitale?

R. L'aumento è propedeutico a dotare la banca di un'adeguata patrimonializzazione garantendo così il rispetto di tutti i requisiti regolamentari, finanziare gli oneri straordinari connessi alle uscite volontarie e lo sviluppo del business, diventando così capace di generare in maniera continuativa capitale.

D. Ma prima deve trovare chi lo sottoscrive. A parte il Tesoro che ha il 64%, servono soci privati perché la Ue vuole che l'aumento sia 'di mercato'. Come farete a trovare i 900 milioni che servono, oltre alla quota che arriverà dallo Stato? Il titolo sta scendendo costantemente: sarà pure un fatto tecnico ma comunque fa impressione.

R. Abbiamo già avviato un programma di incontri con gli investitori sia italiani che internazionali e lo stiamo intensificando in questi giorni. Tutto il comparto bancario è stato impattato in borsa in maniera importante a causa dell'elevata volatilità dei mercati, dovuta tra l'altro alla crisi energetica e all'inflazione ai massimi. Il nostro titolo ha risentito in più anche della natura iperdiluitiva dell'aumento di capitale. Sono convinto della validità del piano industriale e del valore della banca che nel medio termine, in un contesto di ripresa dei mercati, sarà sostenuto dai fondamentali.

D. Ci sarebbe la garanzia delle banche del consorzio. Ma offriranno davvero la rete di protezione o si sfileranno alla fine per i rischi macroeconomici e per non perderci subito dopo, come è successo nell'aumento Saipem?

R. L'aumento di capitale sarà blindato quando le banche passeranno dalla pre-garanzia alla garanzia vera e propria. Al momento siamo tutti impegnati a portare a termine l'operazione. È chiaro che una volta che c'è la garanzia delle banche l'aumento è assicurato e la distinzione tra aumento inscindibile e scindibile diventa una questione tecnica.

D. Teme ripercussioni sull'operazione dal risultato delle elezioni del 25 settembre?

R. L'esperienza maturata mi porta alla convinzione che ci sia una condivisione generale sul percorso che abbiamo intrapreso.

D. Si è parlato di possibili aggregazioni. Con chi potrebbe sposarsi Mps? E potrebbe arrivare un'offerta già durante l'aumento di capitale?

R. Siamo concentrati sul prossimo passo che è l'aumento di capitale. Poi vedremo. Non mi sento certamente di escludere che possano affacciarsi soggetti interessati già durante l'aumento di capitale.

D. Teme ripercussioni sulla banca dallo scenario macroeconomico tra inflazione e rischi di recessione?

R. Ad oggi non rileviamo significativi impatti per lo scenario macro, in particolare per quanto riguarda il rischio di deterioramento del portafoglio crediti. Beneficiamo anche della vendita del portafoglio di non performing exposure che permette di migliorare ulteriormente il profilo di rischio. E vediamo segnali positivi dall'evoluzione del margine di interesse.

D. Teme che la banca anche dopo l'aumento possa risultare sopravvalutata rispetto al resto del comparto bancario?

R. Siamo sicuri della validità del progetto e del valore dei fondamentali della banca, la cui piena valorizzazione tuttavia non può prescindere da un mercato in ripresa.

D. State considerando di trattare con anchor investor?

R. È sicuramente un'opzione che guardiamo con interesse.

D. Intanto continuano ad arrivare cause legali sulle operazioni del passato, che pesano sui bilanci futuri. Come se ne esce?

R. Come ho già detto nel corso della presentazione della semestrale, si tratta di reclami seriali, generici, nella maggior parte dei casi senza nesso di causalità. Mps, di chi è davvero la colpa della crisi del Monte? Abbiamo respinto le richieste e dato mandato ai legali di analizzare le azioni da intraprendere a tutela della banca. Questo approccio basato sui fatti concreti è la scelta adottata con il piano industriale riguardo al tema dei rischi legali straordinari, e sarà così anche per il futuro. Non vogliamo più che queste vicende prevalgano e offuschino, come hanno fatto in passato, quanto la banca fa di buono per i suoi clienti.

red

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1208:26 set 2022


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September 12, 2022 02:27 ET (06:27 GMT)