Mentre per la banca senese, a fronte dell'assenza di una soluzione alternativa a breve diventa ormai inevitabile la richiesta alla Commissione Ue di una proroga per la riprivatizzazione, trader e analisti sembrano apprezzare l'atteggiamento di forza e la disciplina nell'affrontare l'M&A mostrata dal numero uno di UniCredit, Andrea Orcel.

Sul resto dello scacchiere bancario, se per Pop Sondrio, prossima alla trasformazione in Spa, la strada sembra segnata in direzione di Bper Banca, rimane incerto lo scenario per Carige alla ricerca di un compratore che tuttavia al momento non sembra emergere.

"Crediamo che, dopo la fine dei negoziati tra UniCredit e Mps, le possibilità di un'offerta su Banco Bpm da parte di UniCredit siano aumentate", dice Intesa Sanpaolo nella daily note.

Per l'analista dell'istituto, un'operazione di questo tipo avrebbe senso dal punto di vista industriale e potrebbe generare dei benefici di capitale considerata anche la possibile estensione al 2022 delle norma sulle Dta.

"Considerando improbabile un'operazione UniCredit-Mediobanca, prende piede la scommessa di un deal UniCredit-Banco Bpm", ribadisce un trader.

Intorno alle 12,45 Banco Bpm segna un rialzo del 3,42% a 3,056 euro ai massimi da giugno scorso e a fronte dell'indice del settore bancario italiano in progresso dell'1,2%.

Il titolo del terzo gruppo bancario italiano, che ha da tempo espresso interesse a valutare eventuali aggregazioni, è salito di oltre il 30% negli ultimi sei mesi e di oltre l'80% nell'ultimo anno. Il mercato guarda anche al nuovo piano industriale che l'istituto guidato da Giuseppe Castagna annuncerà in occasione dei risultati del terzo trimestre.

"Banco Bpm è cresciuto molto e questo rende complicata un'eventuale mossa di UniCredit che dovrebbe pagare a caro prezzo una sua espansione in Italia", dice il trader.

Il titolo UniCredit, dopo un calo iniziale fino a sfiorare il 4%, ha recuperato terreno nel corso della mattinata fino a passare in terreno positivo (+0,3%).

"Giudichiamo favorevolmente la disciplina del management nel non voler perseguire a tutti i costi un deal che, se non perfezionato sulla base delle condizioni definite a luglio, avrebbe potuto alimentare dubbi sul rischio di execution e sull'Eps accreation", scrive Equita in una nota.

Anche Bestinver considera lo stop alle trattative con Mps come una notizia positiva. "Il Ceo ha mostrato la sua forza nei confronti di un deal che non era percepito rilevante per il gruppo", dice il broker.

Un trader tuttavia non esclude che i negoziati possano riprendere tra qualche mese. "Non vedo altri player e il Tesoro potrebbe essere costretto ad accettare le condizioni di UniCredit", dice.

Prevedibile invece il tonfo di Mps che dopo un crollo del 10% prova a risalire la china segnando un ribasso del 3% a 1,039 euro. Sotto pressione anche i bond subordinati dell'istituto senese con il titolo gennaio 2028 che sale di 10 punti percentuali a 46,7% su tradeweb.

Tra gli altri titoli al centro di speculazioni M&A Bper guadagna l'1,85% a 2,09 euro, Pop Sondrio il 2,25% a 3,99 euro, mentre Carige cede l'1% a 0,66 euro.

(Andrea Mandalà, in redazione a Milano Sabina Suzzi)