ZURIGO (awp/ats/awp) - Barry Callebaut, società zurighese numero uno al mondo nella produzione di cioccolato, ha registrato un aumento delle vendite nei primi nove mesi dell'esercizio 2023-24.

L'incremento si spiega con l'aumento dei prezzi, mentre i volumi dei prodotti venduti sono rimasti praticamente invariati. Gli obiettivi finanziari del management sono stati confermati.

Tra settembre 2023 e maggio 2024, il gruppo zurighese ha registrato un fatturato di 7,3 miliardi di franchi, in crescita del 16,3% su base annua o del 23,1% escludendo gli effetti valutari, si legge in una nota odierna della società. L'aumento dei prezzi del cacao ha contribuito a tale incremento. I volumi, invece, sono saliti solo dello 0,4% a 1,71 milioni di tonnellate.

Mentre i ricavi del gruppo sono leggermente superiori alle previsioni degli analisti consultati da AWP, i volumi sono in linea con le aspettative del mercato.

Nonostante un contesto di mercato giudicato "volatile", la direzione prevede che i volumi di vendita rimarranno più o meno stabili per l'intero anno.

Lo scorso anno, Barry Callebaut ha venduto 2,28 milioni di tonnellate di cioccolato. Anche l'utile operativo (Ebit), rettificato per i costi del programma di ristrutturazione "BC next level" e al netto degli effetti valutari, dovrebbe ristagnare intorno ai 659,4 milioni raggiunti al termine dell'esercizio 2022-2023.

La società, guidata da Peter Feld, ha inoltre confermato l'intenzione di iniettare 500 milioni di franchi nell'azienda entro il 2025, nell'ambito del programma "BC next level". I costi annuali dovranno diminuire del 15% o di 250 milioni entro il 2027.

Nell'ambito di questo programma sono previsti anche circa 2.500 soppressione di posti in tutto il mondo, ciò che ha spinto i dipendenti dello stabilimento di Wieze, in Belgio, a uno sciopero, nel frattempo rientrato.

A tale riguardo, Barry Callebaut riferisce di aver completato il processo di consultazione con i partner sociali e di aver raggiunto un accordo sul trattamento dei dipendenti che saranno interessati dal programma di ristrutturazione.