GPCR Therapeutics, Inc. ha annunciato di aver stipulato un accordo di out-licensing con Bridge Biotherapeutics (KQ288330) per il metodo di trattamento combinato CXCR4-LPA1 inibitore. GPCR riceve un pagamento anticipato di 2 miliardi di KRW (circa 1,5 milioni di USD) e una quota di profitto del 50:50 sulla futura commercializzazione, comprese le sub-licenze.

In collaborazione con Bridge Biotherapeutics, GPCR perseguirà lo sviluppo congiunto e la commercializzazione della terapia combinata. Conducendo uno studio clinico multinazionale di fase 2a su BBT-877, un inibitore dell'autotassina per il trattamento dell'IPF, Bridge Biotherapeutics ha accelerato lo sviluppo della propria pipeline IPF. Lo scorso settembre, GPCR ha pubblicato il documento sull'interazione diretta tra due diversi GPCR, CXCR4 e LPA1, sulla rivista accademica peer-reviewed 'Cell Communication and Signaling'(1).

I GPCR bersaglio sono noti per promuovere malattie fibrotiche come la fibrosi polmonare idiopatica (IPF). Attraverso vari esperimenti in vitro, l'azienda ha scoperto che l'efficacia dell'inibizione di LPA1 può essere ulteriormente massimizzata dall'inibizione di CXCR4, assicurando così una base scientifica secondo cui la combinazione CXCR4- LPA1 inibitore può essere necessaria per la piena attività antifibrotica. Sulla base di questa scoperta, GPCR ha depositato una domanda di brevetto provvisorio sul CXCR4- Ltd. (KQ288330). (KQ288330), per il CXCR4 e il suo effetto inibitorio.

L'IPF è una patologia polmonare cronica progressiva che provoca la cicatrizzazione (fibrosi) dei polmoni dei pazienti, rendendo la respirazione sempre più difficile, in quanto i polmoni diventano più rigidi e perdono elasticità. I polmoni diventano meno efficienti nel trasferire l'ossigeno, per cui quando una persona con IPF respira, il trasferimento di ossigeno attraverso le vie respiratorie nei polmoni e nel flusso sanguigno è compromesso. I danni ai polmoni causati dall'IPF sono irreversibili e attualmente non esiste un trattamento in grado di arrestare o invertire la cicatrizzazione.

Negli Stati Uniti ci sono circa 495 casi ogni 100.000 persone, con una sopravvivenza mediana stimata in 2-5 anni dal momento della diagnosi.