MILANO (MF-DJ)--Quanto è digitale Milano? È la domanda posta ieri agli ospiti della Milano Finanza Digital Week 2022. L'ha organizzata Class Editori, che ha risposto per prima al quesito con una ricerca, in corso, sul grado di digitalizzazione della città. I risultati provvisori rivelano che tre quarti delle imprese milanesi credono di essere molto avanti sul digitale: solo il 30% sostiene di non possedere le competenze.

Il tema verrà approfondito oggi nella seconda tappa dell'evento in diretta su Class Cnbc. Un'edizione ricca di spunti, dunque, che ieri ha accolto Alessio Butti, sottosegretario di Stato con delega all'Innovazione. L'esponente del governo ha sottolineato il ruolo strategico della tecnologia, settore in cui Milano si distingue in Europa. «Sulle infrastrutture digitali siamo posizionati molto bene», spiega Enrico Cereda, vicepresidente di Assolombarda. «La metropoli è in testa nei ranking europei: a Milano nascono più di due startup innovative al giorno e il 70% degli investimenti nazionali in venture capital avvengono in città», aggiunge il vicepresidente. Il merito è anche delle associazioni: «Assolombarda mostra ogni giorno ai suoi iscritti il valore del ditale», rivela Cereda, «ecco perché abbiamo rilasciato la piattaforma Bussola 4.0, per condividere le tecnologie».

Ma tolte le associazioni, come sta agendo l'amministrazione? Lo racconta Layla Pavone, head of innovation technology del board del Comune: «Raccogliamo suggestioni tecnologiche e le mettiamo a disposizione della città. Nel board sono rappresentati tutti gli stakeholder, dalle imprese alle università». Milano, però, non è un'isola e deve confrontarsi con le altre città europee. «Non si tratta di una competizione», precisa Layla Pavone, «ma di viaggiare tutti uniti alla stessa velocità. Ecco perché creeremo un ecosistema urbano digitale per i cittadini: un gemello digitale della città».

«Sulla tecnologia a Milano do dieci e lode perché i processi in città sono ben avviati nonostante i ritardi italiani», dichiara Filippo Maria Renga, cofondatore degli Osservatori digital innovation del Politecnico di Milano. «Il gap con gli Usa tuttavia permane», prosegue, «ma è un problema europeo, non solo dell'Italia».

Il modello da imitare, quindi, è quello americano, con New York che indica la via. «Ogni giorno affrontiamo le sfide cittadine e le risolviamo con la tecnologia», spiega Matthew Fraser, chief technology officer della Grande mela. «Abbiamo ricoperto un ruolo cruciale nella pandemia», aggiunge, «e adesso puntiamo a scalzare la Silicon Valley: per farlo stiamo ampliando l'accesso alla banda larga. La maggior parte dei lavori vengono offerti online: senza il 5G, quindi, le classi povere sarebbero ancor più svantaggiate».

Per accrescere l'occupazione, tuttavia, bisogna prima puntare sulla formazione, anche nel digitale. «Servono competenze», commenta Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform e di Digital Magics. «Pertanto vanno coltivati i talenti», continua, «e Milano per loro è un laboratorio d'innovazione perfetto. Gli va affiancato un partenariato pubblico-privato concreto, altrimenti non faremo passi avanti».

Ecco perché, scrive MF, è così importante il ruolo delle istituzioni, e nel capoluogo lombardo la Banca d'Italia fa da apripista con il suo hub. «Offriamo un tutoraggio tecnologico e regolamentare alle imprese», rivela Alessandra Perrazzelli, vicedirettrice generale di Palazzo Koch. «Lo scopo non è il prodotto finale», va avanti, «ma spingere alla creazione di nuove industrie. Anche noi, del resto, ne guadagniamo: Milano Hub ci ha permesso di acquisire conoscenze che ci renderanno regolatori migliori».

Anche nel settore immobiliare la digitalizzazione può portare innovazione «cambiando le dinamiche di domanda e offerta», come spiega il ceo di Wikicasa Pietro Pellizzari. «Grazie alle nuove tecnologie siamo in grado di raccogliere ed elaborare dati per creare dei cantieri virtuali», interviene Gloria Domenighini, direttore generale di Assimpredil Ance. «Qui invitiamo gli acquirenti a visitare l'abitazione» prima che venga poggiato il primo mattone. Ma la tecnologia permette anche di arricchire le strutture con materiali sempre più ecologici. Lo sa bene Lorenzo Maternini, co-founder e vice president corporate relation di Talent Garden, uno spazio di coworking all'insegna della sostenibilità e della formazione. (riproduzione riservata)

glm


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December 02, 2022 02:22 ET (07:22 GMT)