L'amministratore delegato di EDF lunedì ha rotto la convenzione secondo cui i capi delle aziende statali francesi non criticano il governo per esprimere "un vero shock" e indignazione dopo che all'azienda è stato detto di vendere più energia ai rivali a prezzi inferiori al mercato.

In una nota ai dirigenti vista da Reuters, Jean-Bernard Levy ha detto di aver cercato di persuadere i ministri ad adottare un corso diverso, e ora stava esaminando i passi per difendere gli interessi di EDF.

Le azioni dell'azienda sono crollate fino al 25% venerdì dopo che il governo del presidente Emmanuel Macron - che affronta una battaglia per la rielezione in tre mesi e che vuole evitare la rabbia del pubblico per l'aumento delle bollette elettriche - ha ordinato all'azienda di vendere più energia nucleare a basso costo ai rivali.

"Questo non è quello che avevamo proposto al governo", ha detto Levy nella nota interna. Invece, ha detto, l'azienda aveva raccomandato un aiuto mirato per le piccole imprese e gli utenti industriali più vulnerabili.

"Avendo combattuto duramente contro di essa, questa decisione arriva come un vero shock", ha detto della mossa del governo. "Naturalmente, dobbiamo affrontarla. Peserà molto sui nostri risultati".

Riferendosi alle misure del governo, combinate con problemi tecnici in diverse centrali nucleari che le hanno costrette offline, Levy ha scritto: "Questa notizia sta scuotendo l'azienda".

"Molti di voi hanno condiviso con me il vostro sostegno, e anche la vostra indignazione, e io condivido le vostre emozioni. Dovete sapere che io e il comitato esecutivo rimaniamo molto combattivi", ha detto.

"Insieme al comitato esecutivo, studieremo le misure appropriate per rafforzare il bilancio del gruppo, e tutte le misure che proteggono i suoi interessi. È in gioco la nostra capacità di salvaguardare il nostro sviluppo strategico. Prevediamo di rendere pubbliche queste misure entro un mese".

Lo Stato francese possiede l'84% delle azioni di EDF. Il gruppo ha previsto la settimana scorsa che la decisione del governo avrebbe eliminato circa 8 miliardi di euro (9,13 miliardi di dollari) dai suoi guadagni di base 2022 prima di interessi, tasse, deprezzamento e ammortamento.

($1 = 0,8764 euro) (Relazione di Benjamin Mallet Scrittura di GV De Clercq Editing di Christian Lowe e Mark Potter)