ROMA (MF-DJ)--Il nodo della rete unica arriverà presto al pettine. La via è quella traversa del riassetto di Open Fiber, che dovrebbe essere notificato all'Antitrust Ue nelle prossime settimane se si vuole tenere il passo con la tabella di marcia, che prevede per novembre il closing dell'operazione, con Cdp che salirà dal 50% al 60% del capitale e Macquarie che rileverà il restante 40% subentrando a Enel come partner finanziario nella società della fibra.

Lo scrive il Sole 24 Ore spiegando che a Bruxelles, subito dopo Ferragosto, è stata inoltrata solo una prenotifica, senza che, ufficialmente, ci siano stati ulteriori sviluppi. La prenotifica serve a chiarire preliminarmente i dubbi, in modo da poter passare il vaglio dell'Authority pro-concorrenza già in fase 1, cosa che richiederebbe al massimo 30 giorni per arrivare al nullaosta. Cdp, prossima a salire alla maggioranza assoluta di Open Fiber, è anche azionista al 9,9% di Telecomn Italia, una partecipazione che può essere considerata di natura finanziaria dal momento che si è fermata sotto la soglia del 10% che segna lo spartiacque tra società collegate o meno. Senonché nel board di Telecom - rinnovato la primavera scorsa ricorrendo, per nominare dieci consiglieri su 15, al meccanismo della lista del cda - siede anche Giovanni Gorno Tempini che è presidente della Cassa e della stessa Cdp equity, ovvero del diretto azionista di Open Fiber.

Il punto è che in origine le due partecipazioni avrebbero dovuto essere messe a fattor comune per dar vita alla cosiddetta "rete unica", tramite l'integrazione tra l'infrastruttura dell'incumbent e quella della sfidante, attraverso il memorandum of understanding siglato l'ultimo giorno di agosto di un anno fa da Telecom e Cdp. Il documento prospetta il conferimento della rete primaria di Telecom in Fibercop, newco in partnership con il fondo di private equity Usa Kkr, nella quale è stata poi effettivamente trasferita la rete secondaria dell'incumbent. Ne sarebbe dovuta nascere una nuova società della rete, da battezzare AccessCo, il tutto finalizzato alla fusione con Open Fiber.

Ora, è immaginabile che prima di dare il via libra al riassetto di Open Fiber, Bruxelles possa avere interesse a chiarire se si tratta di un'operazione a sé stante oppure prodromica al progetto di rete unica, concepito peraltro in tutt' altro contesto governativo. Un progetto che prevede il controllo congiunto tra Telecom e Cdp, ma anche la facoltà da parte della compagnia di tirarsi indietro se, all'esito del processo, si trovasse a detenere una quota inferiore al 50,1%, nell'impossibilità cioè di consolidare la rete all'interno del gruppo. In questo caso, precisava l'mou, "Tim potrà decidere, unilateralmente e senza conseguenza alcuna, di non procedere nell'effettuazione dell'operazione".

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1708:43 set 2021

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September 17, 2021 02:45 ET (06:45 GMT)