I procuratori italiani hanno richiesto il rinvio a giudizio di un ex dipendente senior dell'Eni, dell'attuale capo di un'azienda petrolifera britannica e di altre persone per presunta frode nei confronti dell'Eni in merito alla tentata vendita di un carico di petrolio alla società, come risulta da un documento della Procura di Milano.

Fonti precedenti hanno detto a Reuters che il carico di greggio "Luna Bianca" del 2019, presumibilmente proveniente dall'Iraq, ha creato il panico all'interno dell'Eni per il timore che potesse essere, almeno in parte, iraniano.

L'Eni ha rifiutato il carico, che ha detto di aver acquistato dall'azienda nigeriana Oando, che a sua volta ha comprato il petrolio dalla filiale londinese della società italiana di commercio di carburante Napag.

La manipolazione di petrolio iraniano avrebbe violato le sanzioni che gli Stati Uniti hanno reimposto nel 2018 dopo aver abbandonato l'accordo nucleare tra l'Iran e le potenze mondiali.

Il documento della Procura di Milano, visionato da Reuters, accusa diverse persone di aver cercato di frodare Eni con la spedizione.

Il documento nomina, tra gli altri, Massimo Mantovani in qualità di ex presidente di Eni Trading & Shipping (ETS), Francesco Mazzagatti come ex socio ed ex direttore di Napag e Boyo Omamofe come ex capo di Oando Trading. Omamofe è attualmente indicato come vice direttore generale del gruppo sul sito web di Oando.

Un giudice deciderà, nel corso di un'udienza preliminare a porte chiuse che inizierà giovedì e che dovrebbe durare diversi mesi, se ci sono i presupposti per un processo completo.

Mazzagatti è ora amministratore delegato di Viaro, che ha rilevato il produttore di petrolio del Mare del Nord RockRose, quotato a Londra, nel 2020.

Un avvocato di Mazzagatti in Italia ha dichiarato che il suo cliente è estraneo al procedimento di Milano. Un portavoce di Mazzagatti a Londra ha descritto l'udienza di Milano come "procedurale".

"(Si tratta) di affermazioni false e superate relative a un'attività precedente alla quale il signor Mazzagatti non è più in alcun modo associato, né direttamente né attraverso le attuali iniziative imprenditoriali. Non c'è stato alcun illecito da parte sua", ha aggiunto il portavoce.

L'avvocato di Mantovani ha detto che il suo cliente è innocente e che chiederà che il procedimento si sposti nella città italiana di Potenza per "mancanza di giurisdizione territoriale".

Un avvocato che rappresenta Oando e Omamofe ha detto di aver negato ogni illecito, aggiungendo: "Se c'è stato un inganno, anche noi siamo ingannati, non ingannatori".

Un portavoce dell'Eni ha rifiutato di commentare. (Relazioni di Emilio Parodi a Milano, Shadia Nasralla a Londra; Redazione di Kirsten Donovan)