La decisione è stata letta in aula.

A luglio, il procuratore generale aveva rinunciato all'appello facendo decadere le accuse nei confronti dei vertici di Eni e Shell e rendendo definitiva l'assoluzione di primo grado.

"Eni esprime la propria soddisfazione per la decisione della Corte d'Appello di Milano di oggi che, confermando il primo grado, ha rigettato l'appello avanzato dalla parte civile Nigeria volto a ottenere un risarcimento nell'ambito del procedimento sull'acquisizione del blocco Opl-245, condannando la Nigeria alla rifusione delle spese di giudizio", si legge in un comunicato.

Anche Shell commenta: "Siamo soddisfatti che la causa civile sia stata fermata. Abbiamo sempre sostenuto che l'accordo del 2011 legato al giacimento nigeriano Opl-245 fosse legale".

Dopo il 'no' della Procura Generale di Milano al ricorso in Cassazione chiesto da Abuja, il 3 novembre scorso è diventata definitiva l'assoluzione disposta in appello nei confronti dei due mediatori condannati in primo grado nella vicenda delle presunte tangenti Eni e Shell.

(in redazione Claudia Cristoferi, Alessia Pè, Giancarlo Navach editing Gianluca Semeraro)