di Roberto Busso, ad Gabetti

ROMA (MF-NW)--Il momento di mercato non facile spinge gli operatori del real estate a interrogarsi su quali possano essere gli elementi di rilancio di un settore che si è dimostrato tra i più resilienti. In ogni ambito economico si parla di Esg e sostenibilità, concetti che nell'immobiliare e nelle costruzioni si traducono in interventi concreti di efficientamento energetico. Si stima che il numero degli edifici più energivori in Italia ammonti a 1,8-2 milioni. Con il Superbonus 110% ne sono stati riqualificati 430 mila; rimane quindi ancora uno stock intorno a 1,6 milioni di edifici residenziali. È inoltre ormai chiaro come una adeguata configurazione energetica dell'abitazione produca un risparmio: la casa diventa un vero e proprio asset di investimento, investire un euro oggi per averne due domani.

Occorre, tuttavia, una forte multidisciplinarità per fare in modo che tutti i soggetti coinvolti parlino la stessa lingua e che le imprese di costruzione accolgano i nuovi trend, in modo da offrire un prodotto sempre più customizzato. Ma, soprattutto, è necessario un quadro normativo chiaro e stabile nel tempo, seppur la cessione del credito rimanga la via maestra.

L'efficientamento energetico coinvolge un'ampia filiera e in questo contesto diventa fondamentale la condivisione e la diffusione delle informazioni e dei dati. Vanno quantificati i vantaggi degli immobili green per poter avere un dato concreto che ne attesti il maggior valore: un immobile che vale di più è più commerciabile e, quindi, finanziabile. Già la direttiva Ue sulle case green ha generato il timore di una possibile svalutazione immobiliare di quel patrimonio che, entro il 2030, non otterrà almeno una classe energetica E.

Ne è conseguita l'idea che i benefici della riqualificazione energetica possano avere una ricaduta sul valore di mercato degli immobili. Un'idea che trova fondamento in un rapporto diffuso dal Gruppo Gabetti, le cui analisi sono state affidate a un team di ricerca del Politecnico di Milano e di Torino. Dall'indagine emerge che a Milano gli acquirenti sono disposti a pagare un sovrapprezzo dell'8,4% per una casa di classe A.

Premio che scende al 5% a Roma e al 3-4% a Firenze, ma a Torino si porta oltre il 17% e a Padova al 12%. La ricerca mostra anche che, più ci si spinge verso le aree periferiche, più l'apprezzamento verso la classe energetica è alto. Questo significa che nelle aree suburbane, la domanda di abitazione si concentrerà sempre di più su immobili con classe energetica elevata ed è quindi qui che si prospettano i maggiori interventi.

Nel frattempo, gli istituti di credito hanno iniziato ad ampliare l'offerta di mutui green per acquisto e ristrutturazione a tassi agevolati. Le banche, per le quali gli standard Esg sono ormai una strategia di business, stanno infatti realizzando come l'ottica green vada tutelata per preservare il valore di quello che loro stesse finanziano e che rappresenta una vera e propria opportunità. L'immobile green o riqualificato sta diventando un asset importante d'investimento: ha un valore più alto e porta a una clientela con disponibilità maggiore e con un rischio di insolvenza minore. La tenuta del valore immobiliare nel tempo diventa quindi un parametro fondamentale per il mondo bancario. Oggi il parametro che impatta di più all'interno delle valutazioni bancarie è la perdita in ipotesi di insolvenza della controparte, un rischio che nell'ambito degli immobili green o riqualificati diventa minore. Ma ciò non significa acquistare solo immobili in classe A: il futuro degli istituti di credito sta nel sostenere i propri clienti, che hanno già un mutuo, nell'efficientamento della casa con proposte ad hoc. Doppio beneficio: il proprietario ottiene una casa di maggior valore, e che gli consente un risparmio in bolletta, la banca si trova con lo stesso mutuo, ma su allocazione di rischio inferiore.

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1009:15 nov 2023


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