"Dopo le esplosioni nel Nord Stream - su cui, a quanto pare, nessuno nell'Unione europea ha intenzione di indagare in modo obiettivo - la Russia ha interrotto il trasporto di gas attraverso le rotte settentrionali", ha aggiunto Lavrov.

La Russia ha incolpato la Gran Bretagna per le esplosioni, accuse che sono state respinte da Londra. Gli investigatori svedesi e danesi sostengono che si tratti di un sabotaggio intenzionale, sebbene non abbiano fatto nomi dei possibili colpevoli.

Il Washington Post, citando diplomatici e funzionari dell'intelligence, scrive che non è emersa alcuna prova conclusiva a sostegno della tesi che dietro gli attacchi ci sia la Russia stessa, come alcuni governi e analisti occidentali avevano sostenuto subito dopo quello che era successo.

Alcune fonti, citate dal Washington Post, affermano che sia impossibile stabilire di chi sia la colpa.

I gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2 hanno una capacità annua congiunta di 110 miliardi di metri cubi - più della metà del normale volume di esportazione di gas della Russia. Alcune sezioni del gasdotto, lungo 1.224 km, che va dalla Russia alla Germania, si collocano a una profondità di circa 80-110 metri, e, secondo Mosca, non è stata ancora presa alcuna decisione per quanto riguarda i tentativi di ripararli.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing XXX)