Il primo ministro finlandese ha dichiarato venerdì di non essere riuscito a convincere i sindacati a revocare la prevista azione di sciopero innescata dalle riforme del mercato del lavoro del governo, prolungando un conflitto in corso.

Lo stallo è iniziato l'anno scorso, quando il governo di destra appena eletto ha annunciato piani per favorire gli accordi di lavoro locali rispetto alle contrattazioni centralizzate, limitare gli scioperi politici, tagliare l'assistenza sociale e rendere più facile la risoluzione dei contratti di lavoro.

I lavoratori del settore industriale, logistico ed elettrico inizieranno lunedì uno sciopero di due settimane che riguarderà le esportazioni, le importazioni e il trasporto merci, l'ultima di una serie di azioni sindacali di protesta contro i piani del governo.

Il Primo Ministro Petteri Orpo ha dichiarato venerdì di aver sollecitato i capi sindacali a sospendere lo sciopero a causa dei suoi costi per le aziende.

"Avrà un impatto negativo sull'economia finlandese, già in difficoltà, e sull'occupazione", ha detto, aggiungendo che gli scioperi non avrebbero influenzato l'opinione del Governo.

Aziende come la raffineria Neste, l'acciaieria SSAB e il produttore di carta UPM hanno dichiarato di aspettarsi un impatto significativo sulle loro attività dallo sciopero programmato.

I sindacati hanno dichiarato di essere molto turbati dal fatto che il Governo non voglia più coinvolgerli nei negoziati sulle riforme del mercato del lavoro, e sono pronti a una lunga lotta se necessario.

Il Governo e le lobby imprenditoriali sostengono che la Finlandia ha bisogno di aumentare la produttività e di tagliare il deficit fiscale per combattere la recessione in corso e mantenere il sistema di welfare pubblico del Paese a lungo termine. (Servizio di Essi Lehto, redazione di Terje Solsvik e Christina Fincher)