ZURIGO (awp/ats/awp) - I ritardi nelle forniture di merci non sono ancora scomparsi del tutto, ma per la maggioranza delle aziende non si tratta più di una delle preoccupazioni principali, come mostra uno studio condotto dall'agenzia di stampa economica AWP.

Nel 2020 per comprare una bici elettrica c'erano tempi d'attesa fra i 12 e i 18 mesi. Discorso simile per le automobili. Fra confinamento, problemi nelle catene di approvvigionamento e porti bloccati, la situazione era letteralmente paralizzata.

A metà del 2023, per moltissime aziende questi sembrano ricordi lontani. La maggioranza di quelle quotate in borsa contattate da AWP hanno etichettato il problema "fra il marginale e il leggero". Gli inghippi a livello di forniture di materiali non sono spariti del tutto, ma regna ottimismo su un ulteriore miglioramento della situazione nel corso di quest'anno.

"Nel primo trimestre non abbiamo più dovuto affrontare significativi colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento e siamo stati quindi in grado di convertire il portafoglio ordini in consegne ai clienti", ha ad esempio riferito ABB. Simile la posizione di molte altre imprese, come Phoenix Mecano, produttore di motori per letti d'ospedale e mobili: "I problemi non sono maggiori di quelli che si riscontrano in periodi normali".

Swissmem vede opportunità per PMI

La valutazione generale è sostenuta da Swissmem, organizzazione di categoria delle aziende tecnologiche: "La situazione nelle catene di approvvigionamento è migliorata negli ultimi mesi. Solo per alcuni tipi di semiconduttori o di materie prime ci sono ancora ritardi, ma le cose si stanno muovendo nella direzione della normalizzazione".

Swissmem ha sottolineato l'importanza della diversificazione delle catene di approvvigionamento, in modo da migliorare la capacità di reazione in caso di problemi. In questo senso, la ricerca di nuovi fornitori può essere vista come un'opportunità per le piccole e medie imprese, che può portare anche a una maggiore indipendenza da grandi paesi come la Cina.