TOKYO (awp/ats/ans) - Primo sciopero dei dipendenti a Tokyo dei grandi magazzini Sogo & Seibu in oltre 60 anni, contrari alla vendita del marchio storico al fondo di investimento Usa Fortress, e al prevedibile conseguente taglio della forza lavoro.

Circa 900 impiegati rappresentati da un sindacato si asterranno dal lavoro nella giornata di oggi nel centro commerciale di riferimento del gruppo situato nel quartiere centrale di Ikebukuro, a nord della capitale nipponica. Nelle sue dichiarazioni ai giornalisti, il capo del sindacato Yasuhiro Teraoka - come da tradizione in Giappone - ha chiesto comprensione da parte dei clienti e dei partner commerciali perché "permettessero al negozio di chiudere solo per un giorno", per garantire la sopravvivenza dei grandi magazzini.

L'azienda ha visto una drastica diminuzione del numero delle sedi negli ultimi anni, passando dai 28 punti vendita in tutto il paese nel settembre 2009 ai soli 10 di quest'anno. Il gruppo dovrebbe essere venduto per poco più di 200 miliardi di yen (1,2 miliardi di franchi) una volta che il consiglio d'amministrazione della società madre, la Seven & I Holding, avrà finalizzato il piano di vendita nel fine settimana.

Il sindacato è preoccupato che le mire del fondo statunitense porteranno a un cambio della strategia degli affari, dando priorità alla presenza del partner della tecnologia Yodobashi Camera, con l'inevitabile ridimensionamento della forza lavoro all'interno dei grandi magazzini.

Secondo la società di ricerca del settore Ua Zensen, l'ultimo sciopero di un grande sindacato che rappresenta un 'depato', il nome con cui vengono soprannominati i centri commerciali in Giappone, risale al 1962. La serrata pianificata resta infatti un caso abbastanza raro nel paese: in base ai dati del ministero della socialità nipponico, a partire dal 2009 le azioni industriali che durano più di mezza giornata non hanno raggiunto in media quota 50 all'anno.