ROMA (MF-DJ)--Sono necessari 50 mld di investimenti in più in infrastrutture rispetto a quelli previsti dal FitFor55 europeo per una transizione con maggiori benefici economici, occupazionali e ambientali. Il conto sale così da 132 mld a 182 mld tra il 2022 e il 2030.

E' quanto emerge dallo Studio "Infrastrutture energetiche per una transizione sicura e sostenibile", sviluppato da Confindustria Energia, con la partecipazione delle sue Associazioni, H2IT e delle società Snam e Terna con il supporto analitico di PwC Strategy &, e presentato oggi a Roma.

Sul montante degli investimenti che Confindustria Energia ritiene necessari, soltanto il 5% è elegibile per i fondi dell'attuale Pnrr, del l'associazione auspica una revisione. Lo scenario "sostenibilità integrata", supplementare a quello del FitFor55, secondo Confindustria Energia, infatti, contribuisce a salvaguardare maggiormente l'occupazione dei settori in fase di riconversione a potenziale rischio di chiusura (ca. 500k ULA)

Lo scenario "sostenibilità integrata" elaborato da Confindustria Energia, per le scelte strategiche che il Paese dovrà compiere in questo settore, coglie al meglio le potenzialità del settore energetico nazionale e valuta in 182 miliardi di euro gli investimenti previsti nel periodo 2022-2030, che si traducono in un valore aggiunto totale di 320 miliardi di euro, nell'impiego di 380 mila ULA (unità di lavoro annue) ed in una riduzione di emissioni pari a -127 Mton CO2/anno nel 2030.

"La scarsa rilevanza (5%) del sostegno dell'attuale Pnrr agli investimenti previsti fa auspicare una sua revisione o l'individuazione di strumenti finanziari analoghi per la realizzazione delle infrastrutture complementari alle fonti rinnovabili e necessarie alla transizione energetica sostenibile e resiliente delineata dal REPowerE", si legge nello studio.

gug

guglielmo.valia@mfdowjones.it


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January 17, 2023 06:03 ET (11:03 GMT)